LA PROPOSTA

Fiom: “Più smart technology per rilanciare Finmeccanica”

La “ricetta” dei metalmeccanici della Cgil: “E’ necessario che le aziende della holding sviluppino servizi innovativi utili a migliorare la qualità della vita dei cittadini”. Riflettori puntati su Selex Es

Pubblicato il 24 Apr 2013

smart-city-121207124245

Investire sulle smart technology per rilanciare Finmeccanica. La proposta arriva dalla Fiom all’indomani dei dati di bilancio 2012 della holding, in perdita di 780 milioni di euro. Anche se i numeri sono migliori rispetto al 2011, quando le perdite erano superiori ai 2 miliardi, i metalmeccanici della Cgil sono convinti che serva un forte investimento in innovazione per accelerare le ripresa. “La situazione mondiale, considerando il perdurare della crisi, non promette un facile recupero finanziario per la holding controllata dal Tesoro – spiega la Fiom – La contrazione delle spese della difesa costituisce un problema, ma Finmeccanica ha un’occasione importante per valorizzare il suo ruolo duale, cioè il ruolo di chi opera sia nel mercato militare che in quello civile. La stessa riorganizzazione del comparto elettronico, a questo punto, diventa il primo banco di prova.”

Secondo il sindacato è necessario “sviluppare, sulla base delle conoscenze militari, una nuova generazione di prodotti utili ad apportare miglioramenti alla qualità della vita e dei servizi per i cittadini, attraverso le cosiddette soluzioni Smart”. Il nuovo business potrebbe, ad esempio, interessare Selex Electronic Systems che, con un piano che valorizzi competenze e conoscenze dei lavoratori, “potrebbe diventare il soggetto che innova anche il modo di vivere le città e i servizi al cittadino – puntualizza la Fiom – Per questo, crediamo che questa azienda debba essere valorizzata e non esposta solamente a profondi tagli di personale.”

Per queste ragioni, la Fiom, anche alla luce della firma del Protocollo sulle relazioni industriali siglato da Finmeccanica con i sindacati di categoria il 16 aprile, “ritiene utile aprire un confronto immediato su come sia possibile rilanciare il settore civile della holding invece di dismetterlo. Non sempre le vecchie cure sono utili a curare le nuove malattie”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati