IL PROGETTO

Intelligenza artificiale e vigilanza bancaria, Italia in pole position 

A firma di Intesa Sanpaolo uno strumento di machine learning che aiuta a leggere e processare rapidamente migliaia di pubblicazioni sulla banking supervision: si tratta di Lisa, la Linguistic intelligence for supervisory awareness. Walter Chiaradonna: “Ben prima di altri abbiamo identificato nell’AI una soluzione efficace per analizzare l’enorme mole di informazioni” 

Pubblicato il 16 Mag 2023

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Si chiama Lisa (Linguistic Intelligence for Supervisory Awareness) il tool di machine learning introdotto da Intesa Sanpaolo, che aiuta a leggere e processare rapidamente migliaia di pubblicazioni sulla Banking Supervision alimentandosi da fonti selezionate come istituzioni, think tank e società di consulenza. Lisa utilizza algoritmi Natural Language Processing per leggere testi a una velocità infinitamente superiore a quella umana e li analizza per identificare pattern di significati, ricerca correlazioni in modalità oggettiva e ha dimostrato notevoli “capacità predittive”, che possono evidenziare con largo anticipo trend futuri.

Intelligenza artificiale per attività predittive 

Intesa Sanpaolo ha introdotto l’Intelligenza Artificiale in una serie di attività e ha avviato progetti di ricerca applicata nel settore grazie anche alla collaborazione con centri di eccellenza. La Direzione Group Supervisory Strategic Steering – Area Chief Institutional Affairs and External Communication di Intesa Sanpaolo guidata da Stefano Lucchini – è stata tra le prime ad applicare l’Intelligenza Artificiale ai propri processi interni.

Ora il battesimo di Lisa, progettato grazie alla collaborazione con l’Area Chief Data, AI, Innovation and Technology – guidata da Massimo Proverbio – e Pwc.  Un team dedicato sviluppa analisi mirate a far crescere l’attenzione e la consapevolezza di Lisa sia sulla Vigilanza Bancaria sia su tematiche che si ritiene possano diventare rilevanti in futuro. L’intelligenza umana ha un ruolo determinante nell’interazione con Lisa, anche ai fini della validazione dei risultati e quindi del miglioramento continuo delle potenzialità, e la macchina consente agli esperti di Intesa Sanpaolo di avere uno sguardo più ampio, utile a definire un orizzonte strategico per comprendere trend ed evoluzioni.

L’affermazione dei sistemi di AI nella Bce 

Anche la Banca Centrale Europea si è dotata di strumenti di Intelligenza Artificiale (SupTech) per velocizzare e rendere più efficace la vigilanza, che si basa tra l’altro sulla lettura e sull’analisi di una mole crescente di dati e informazioni, quali i verbali dei Consigli di Amministrazione o le migliaia di dataset e documenti che ognuna delle oltre 100 banche significative supervisionate deve produrre. Per gli importanti risultati ottenuti utilizzando con modalità innovative l’Intelligenza Artificiale, l’AI Week di Rimini ha recentemente assegnato al programma Lisa di Intesa Sanpaolo il Premio John McCarthy “Manager + AI Storie di successo”, un riconoscimento dedicato all’informatico statunitense John McCarthy, vincitore del Premio Turing nel 1971 per i suoi contributi nel campo dell’AI, inventore del termine Intelligenza Artificiale nel 1955.

Intelligenza artificiale contro l’information overload

“Diversi anni fa abbiamo iniziato ad avvertire il bisogno di uno strumento tecnologicamente avanzato per analizzare la mole di informazioni e dati collegati alla Banking Supervision – spiega Walter Chiaradonna, Executive Director – Group Supervisory Strategic Steering -. La Vigilanza Bancaria è un ambito in cui si può parlare di information overload, con una produzione davvero massiccia ed esponenziale di best practice, interviste, dichiarazioni, testi e approfondimenti che generano a loro volta una proliferazione di informazioni ingestibile senza adeguati supporti. Ben prima di altri, abbiamo identificato nell’Intelligenza Artificiale una soluzione efficace riscontrando nel tempo, dopo un opportuno rodaggio, ottimi risultati. Il fatto che anche la BCE si stia muovendo in questa direzione e ricevere oggi dalla comunità scientifica il Premio John McCarthy ci confermano di aver intrapreso il giusto percorso”.

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