I prestatori di servizi di condivisione di contenuti online devono uniformarsi affinché siano messi a disposizione degli utenti mezzi di reclamo celeri ed efficaci contro la rimozione o la disabilitazione di contenuti per violazione del diritto d’autore. È quanto ha stabilito l’Agcom all’unanimità la Delibera n. 115/23/Cons, che dà esecuzione all’art. 102-decies della legge sul diritto d’autore (l. n. 633/1941). “Con questo provvedimento, l’Autorità intende fornire efficaci strumenti di tutela contro le decisioni delle piattaforme che, se non attentamente ponderate, possono pregiudicare la libertà di espressione degli utenti”, sottolinea il Commissario Massimiliano Capitanio, relatore del provvedimento il quale specifica inoltre che “le misure vogliono evitare che le piattaforme accolgano indiscriminatamente tutte le richieste di disabilitazione e rimozione, al solo fine di non incorrere in eventuali responsabilità nei confronti dei titolari dei diritti, con l’effetto di uccidere la creatività, che è il presupposto stesso della tutela del diritto d’autore”.
Si tratta del secondo provvedimento, dopo il Regolamento sull’equo compenso di cui alla delibera 3/23/Cons adottato dall’Autorità in attuazione della Direttiva UE/2019/790 (Direttiva Copyright).
Le linee guida
In particolare, la procedura di reclamo consente all’utente, con modalità chiare e trasparenti, di contestare la decisione assunta dalla piattaforma, che è tenuta rendere note le ragioni per cui ha agito, specificando le motivazioni addotte dai titolari dei diritti o da altri soggetti legittimati. L’utente può impugnare la decisione sul reclamo davanti ad Agcom, che deciderà sulla fondatezza della decisione della piattaforma secondo quanto disposto dal regolamento di procedura.