IL DOCUMENTO

Tlc, ecco il decreto: 1,5 miliardi per la ripresa e limiti elettromagnetici al rialzo

CorCom pubblica la bozza a cui lavora il Governo. In 10 articoli la strategia per spingere l’infrastrutturazione a banda ultralarga e 5G e sostenere le aziende del comparto attraverso misure ad hoc. Migrazione dal rame alla fibra e azzeramento degli oneri di sistema per i costi energetici. Intanto siglata l’intesa con Ferrovie per il roll out delle reti ultraveloci. Il punto della situazione a Telco per l’Italia il 15 giugno

Pubblicato il 23 Mag 2023

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1,5 miliardi a sostegno del settore delle Tlc. Il Governo attraverso un decreto (QUI LA BOZZA) punta a ridare ossigeno a un comparto che sta attraversando una profonda crisi nonché a spianare la strada alle infrastrutture a banda ultralarga con una serie di misure a partire dal 5G attraverso la revisione al rialzo dei limiti elettromagnetici. Tutte questioni su cui faremo il punto il 15 giugno a Telco per l’Italia (QUI AGENDA E ISCRIZIONE).

Dieci gli articoli, i primi cinque nel capitolo Settore Banda ultralarga, tre nel capitolo Settore Sviluppo tecnologico e due nel Settore Lavoro.

La strategia per la banda ultralarga

Si parte dalla revisione dei limiti elettromagnetici: “Su proposta del Ministro delle imprese e del made in Italy, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica e con il Ministro della salute, si provvede nelle zone ove si renda necessario ad aumentare i valori di riferimento di cui al precedente comma, in linea con le politiche di sviluppo dei paesi dell’Unione Europea, le indicazioni della Commissione Europea e le linee guida Icnirp sui limiti di esposizione ai campi elettromagnetici”, si legge nel documento.

Prevista anche l’istituzione – in capo alla Fondazione Ugo Bordoni – di una “rete di monitoraggio nazionale con lo scopo di informare in modo corretto ed efficace la cittadinanza sui livelli di campo elettromagnetico effettivamente presenti sul territorio, fornire alle Regioni ed agli enti locali dati e informazioni utili per migliorare il processo di localizzazione e controllo degli impianti sorgenti di campi elettromagnetici al fine di mitigare l’impatto elettromagnetico”.

I limiti elettromagnetici: da 6 volt metro a 30 volt metro

Un innalzamento degli attuali limiti fissati a 6V/m, rimanendo sempre ben al di sotto del limite europeo di 60V/m, ad esempio 30V/m, garantirebbe il miglioramento della qualità del servizio (in termini di copertura) fin da subito, con effetti positivi sui cittadini in termini di voce e dati, riducendo l’impatto economico sugli operatori e la proliferazione di antenne sul territorio”, si legge ancora nel documento in cui si puntualizza che ” il 62% dei siti esistenti nelle aree urbane è risultato non aggiornabile al 5G a causa dei limiti di emissione. Gli extra costi per sviluppare la copertura 5G a causa dei limiti stringenti che obbligano alla reingegnerizzazione dei siti esistenti o al reperimento di nuovi siti sono di circa 1,3 miliardi per operatore“.

“Aumentare gli attuali limiti rimanendo sotto i valori europei di emissione avrebbe il duplice vantaggio di rassicurare i cittadini più timorosi e venire incontro alle loro giuste preoccupazioni nella considerazione tecnica che più aumentano le potenze dei tralicci e meno emettono i dispositivi mobili che ogni cittadino porta con sé. Infine, un pieno e veloce dispiegamento del 5G porterebbe, inoltre, all’utilizzo di antenne attive o intelligenti (smart) oppure a fascio tempo-variante “Massive Mimo” con conseguente miglioramento del rendimento e dell’efficienza energetica”.

Costi energetici, azzeramento degli oneri di sistema

La proposta punta a introdurre in modo strutturale l’azzeramento degli oneri di sistema per le utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW anche connesse in media e alta/altissima tensione delle imprese che offrono servizi di pubblica utilità e che sono soggette alla disciplina della Golden Power. La misura sarà applicata alle aziende il cui consumo medio di energia elettrica sia pari ad almeno 150 GWh/anno e si applica per tre anni.

La migrazione dal rame alla fibra

Si punta alla migrazione verso le reti più avanzate e al progressivo spegnimento delle reti in rame. “Il decommissioning della rete rame rappresenta il superamento delle architetture preesistenti (basate su rame) e il pieno utilizzo delle infrastrutture Vhcn (very high capacity networks) in grado di garantire velocità superiori ai 500Mbps (sia fibra che fixed wireless access). Oltre a questo sviluppo tecnologico, si realizzerebbero importanti efficienze nelle attività di gestione e manutenzione delle infrastrutture e nei consumi di energia”.

E per incentivare il pieno utilizzo delle reti ad altissima capacità in grado di garantire almeno 1 gigabit per secondo in download è previsto un contributo direttamente a favore dell’operatore, fino a un massimo di 250 euro, per ciascuna linea migrata, a copertura dei costi di infrastruttuazione e di adeguamento degli impianti.

Fibra e 5G, un protocollo per accelerare

Favorire la diffusione di reti di nuova generazione, sia in fibra ottica sia in 5G, su tutto il territorio nazionale, valorizzando la capillarità dell’infrastruttura ferroviaria. E’ questo l’obiettivo del protocollo di intesa siglato tra il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e l’Amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane S.p.A., Luigi Ferraris.

Grazie al Protocollo, sulla base dell’Investimento 3.1 della Missione 1, Componente 2 del Pnrr “Reti ultraveloci”, il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio impiega un cofinanziamento, fino al valore massimo complessivo di 550 milioni di euro, per la realizzazione di un backhauling in fibra ottica e di un’infrastruttura radiomobile 5G, di proprietà pubblica, con priorità lungo le tratte ad alta velocità.

Gli obiettivi dell’intesa

ySi punta a sfruttare la capillarità della rete ferroviaria per posare un cavo a fibre ottiche a uso pubblico, che, con un’estensione fino a 16.000 km, possa favorire lo sviluppo di reti di comunicazione di nuova generazione, fisse e mobili, a beneficio dell’intero sistema Paese, a partire dalle aree dove ancora oggi sussistono problemi di connettività.

Altro obiettvo chiave è la diffusione di reti mobili di nuova generazione lungo le principali linee di comunicazione nazionali e corridoi transeuropei, realizzando un’infrastruttura radiomobile multi-operatore 5G di proprietà pubblica, con priorità lungo le tratte ad alta velocità, in grado di assicurare copertura con continuità, anche nelle tratte in galleria, con servizi 5G, per migliorare logistica, sicurezza e servizi ai passeggeri.

Prevista anche la realizzazione di piattaforme digitali necessarie al monitoraggio predittivo delle infrastrutture critiche del Paese, dalla sensoristica ai data-center necessari alla gestione di flussi di dati.

I commenti

“L’accordo firmato oggi è un tassello importante della Revisione della Strategia sulla Banda Ultra Larga che abbiamo portato nel primo Comitato Interministeriale per la transizione digitale – spiega il Sottosegretario con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti – Con questo Protocollo rafforziamo i processi di digitalizzazione, anche lungo le reti ferroviarie, con l’obiettivo di favorire la diffusione di connettività ad alte prestazioni su tutto il territorio nazionale e nelle zone più periferiche. Puntando sulla cooperazione e le sinergie istituzionali rispondiamo concretamente al fabbisogno di connettività veloce del Paese, valorizzando le reti di connessione esistenti, semplificando l’accessibilità dei servizi digitali e migliorando, così, la qualità della vita di tutti i cittadini”.

Per il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, “si tratta di un importante passo avanti nella digitalizzazione del Paese e rappresenta un volano per l’economia, lo sviluppo, i collegamenti. Il Protocollo d’intesa firmato favorirà la diffusione di reti di nuova generazione, sia in fibra ottica sia in 5G, su tutto il territorio nazionale, non solo valorizzando l’infrastruttura ferroviaria ma anche a favore di tutti i cittadini. Ritengo che superare il digital divide e implementare le reti infrastrutturali sia un tassello necessario per la competitività dell’Italia”.

“Il protocollo di oggi è un atto importante per rispondere alle esigenze di connettività ultraveloce – sottolinea il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso – Con la rete capillare di Ferrovie dello Stato potenzieremo in modo significativo la copertura sia in fibra ottica che in 5G nelle aree meno connesse, rendendo così sempre più competitive tutte le zone del nostro Paese, al servizio di cittadini e imprese”.

“Sono molto soddisfatto di questo accordo che vede il nostro progetto Gigabit Rail & Road entrare a far parte del più ampio disegno nazionale di trasformazione digitale promosso dal Governo – conclude Luigi Ferraris, Ad di Ferrovie dello Stato Italiane – La capillarità della nostra rete ferroviaria ci permetterà di portare la fibra ottica in aree oggi poco o per niente coperte, per migliorare la connettività e diventare così un fattore abilitante di molteplici  processi di digitalizzazione. A beneficio dei nostri viaggiatori, ma anche di imprese, cittadini e, non ultimo, di un più efficace monitoraggio delle nostre infrastrutture ferroviarie e stradali, che per circa 12mila km camminano a poca distanza tra loro”.

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