WALL STREET

Exploit di Nvidia: vale 939 miliardi di dollari. Sprint dall’intelligenza artificiale

Sull’onda di un outlook molto superiore alle attese del mercato, determinato dalla continua crescita della domanda di processori per gestire le piattaforme di machine learning, la società diventa il quinto gruppo americano per capitalizzazione. Nel frattempo OpenAI lancia una borsa di studio per analizzare i rischi della tecnologia e promette: “Non lasceremo l’Europa”

Pubblicato il 26 Mag 2023

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Nella giornata di ieri Nvidia ha registrato un’impennata del 24% a Wall Street. Si tratta di una delle più grandi performance giornaliere per un titolo statunitense, e dimostra quanto gli investitori non avessero ancora compreso appieno il potenziale rivoluzionario dell’intelligenza artificiale. Non solo: potrebbe essere il segnale dell’arrivo di una vera e propria boccata d’ossigeno per il comparto tech e, più in generale, per l’economia americana, che guarda con apprensione alla prossima settimana, quando dovrebbe essere sciolto il nodo sull’accordo tra Repubblicani e Democratici per evitare il default tecnico della Federazione.

Il boom di Nvidia trascina l’intero settore tecnologico

L’exploit di Nvidia arriva all’indomani della pubblicazione di un outlook molto superiore alle attese. Il valore del titolo è più che raddoppiato: la capitalizzazione di mercato del produttore di chip arriva a quasi 939 miliardi di dollari. Ciò rende Nvidia due volte più grande del secondo player globale, Tsmc. Negli Stati Uniti, Nvidia è in assoluto la quinta tra le società di maggior valore, preceduta solo dai colossi da mille miliardi di dollari (e oltre), ovvero Apple, Alphabet, Microsoft e Amazon.

I risultati positivi hanno anche innescato un rally nel settore dei chip e per le aziende focalizzate sull’AI, favorendo i mercati azionari di tutto il mondo, dal Giappone all’Europa. Negli Stati Uniti, le Big Tech hanno chiuso in rialzo tra lo 0,6% e il 3,8%, mentre Advanced Micro Devices è salita dell’11%.

“In oltre 15 anni di lavoro, non abbiamo mai visto una guidamce come quella che Nvidia ha appena messo in piedi con le prospettive del secondo trimestre che sono state a detta di tutti cosmologiche e che hanno annientato le aspettative”, ha commentato Stacy Rasgon di Bernstein.

Nvidia ha infatti previsto un fatturato trimestrale superiore di oltre il 50% alle stime medie di Wall Street e ha dichiarato che nel secondo semestre avrà una maggiore disponibilità di chip AI per soddisfare l’aumento della domanda. L’amministratore delegato Jensen Huang ha dichiarato che le attuali apparecchiature dei data center dovranno essere sostituite da chip AI per un valore di mille miliardi di dollari, in quanto l’AI generativa verrà applicata a tutti i prodotti e servizi.

I risultati, come detto, sono di buon auspicio per le aziende Big Tech, che hanno spostato l’attenzione sull’intelligenza artificiale nella speranza che la tecnologia contribuisca ad attrarre la domanda in un momento in cui i loro motori di profitto, la pubblicità digitale e il cloud computing, sono sotto pressione a causa della debolezza dell’economia. Secondo alcuni analisti, i risultati di Nvidia dimostrano che il boom dell’AI generativa potrebbe essere il prossimo grande driver della crescita. “Stiamo davvero vedendo la punta dell’iceberg. Potrebbe essere un altro punto di inflessione nella storia della tecnologia, come il motore a combustione interna o Internet”, ha detto Derren Nathan, responsabile dell’analisi azionaria di Hargreaves Lansdown.

OpenAi, via a un fondo da un milione di dollari per studiare i rischi della tecnologia

Non è però tutto rose e fiori nel mondo dell’intelligenza artificiale, e i primi a non dormire sonni tranquilli sono proprio i fornitori della tecnologia. Ecco perché OpenAi ha deciso di assegnare dieci sovvenzioni finanziate da un fondo di un milione di dollari per effettuare una serie di esperimenti che determinino in che modo il software dovrebbe essere governato per affrontare pregiudizi e altri fattori di criticità.

Le borse di studio da 100 mila dollari saranno assegnate a coloro che presenteranno un quadro convincente sulle questioni etiche legate all’uso dei software, provando a delineare quale debba essere considerato l’individuo “medio” a livello globale, si legge in un post sul blog che annuncia l’iniziativa.

Molti osservatori sostengono che i sistemi di intelligenza artificiale come ChatGpt sono vincolati a pregiudizi intrinseci dovuti agli input utilizzati per formare le loro opinioni. Gli utenti hanno trovato esempi di risultati razzisti o sessisti nelle risposte fornite dalla piattaforma. Cresce dunque il timore che gli algoritmi possano produrre informazioni errate in modo convincente.

I sistemi di AI “dovrebbero andare a beneficio di tutta l’umanità ed essere modellati per essere il più inclusivi possibile”, ha dichiarato OpenAi nel post sul blog. “Stiamo lanciando questo programma di sovvenzioni per fare un primo passo in questa direzione”.

Quasi tutti i settori sono del resto interessati al potenziale dell’AI, che ha la capacità, in teoria, di migliorare l’efficienza e ridurre i costi del lavoro, ma il timore che questi sistemi possano diffondere informazioni errate o inesatte, quelle che gli addetti ai lavori chiamano “allucinazioni”, continua a crescere, e a ragion veduta: basti pensare che qualche giorno fa un’immagine virale falsa di un’esplosione vicino al Pentagono, creata appunto da una piattaforma AI, ha generato una breve ma intensa fluttuazione del mercato azionario.

E il ceo Altman precisa: Non lasceremo l’Europa

Da OpenAi arriva poi un’importante precisazione: smentendo quanto dichiarato all’inizio della settimana, quando si era paventata la possibilità di lasciare il mercato europeo se la società non fosse stata in grado di adattarsi al regolamento sull’intelligenza artificiale allo studio a Bruxelles, il ceo Sam Altman ha postato un tweet che recita: “Siamo entusiasti di continuare a operare qui e naturalmente non abbiamo intenzione di andarcene“.

Altman ha trascorso l’ultima settimana in giro per l’Europa, incontrando politici di spicco in Francia, Spagna, Polonia, Germania e Gran Bretagna per discutere del futuro dell’AI e dei progressi di ChatGpt. Ha definito il suo tour una “settimana molto produttiva di conversazioni in Europa su come regolamentare al meglio l’AI!”.

Lo strappo iniziale di OpenAi aveva fatto seguito alla divulgazione dei requisiti che potrebbero essere inseriti nel regolamento. Durante la discussione della bozza della legge sull’intelligenza artificiale, i legislatori dell’Ue hanno aggiunto nuove proposte che obbligherebbero qualsiasi azienda che utilizza strumenti generativi, come per l’appunto ChatGpt, a divulgare il materiale protetto da copyright utilizzato per addestrare i propri sistemi. “Queste disposizioni riguardano principalmente la trasparenza, che garantisce l’affidabilità dell’AI e dell’azienda che la costruisce”, ha dichiarato, parlando con Reuters, Dragos Tudorache, membro rumeno del Parlamento europeo che guida la stesura delle proposte dell’Ue. “Non vedo perché un’azienda dovrebbe rifuggire dalla trasparenza”.

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