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Banda larghissima, le reti sottomarine backbone dell’ecosistema digitale

552 cavi per 1,4 milioni di km di lunghezza e un giro d’affari di 4,3 miliardi di dollari l’anno da qui al 2030: il 99% del traffico Internet mondiale transita sotto i mari e la maggior parte è generato dalle grandi piattaforme digitali, gli over the top. Ecco come sta evolvendo lo scenario

Pubblicato il 30 Mag 2023

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552 cavi per 1,4 milioni di km di lunghezza e un giro d’affari di 4,3 miliardi di dollari l’anno da qui al 2030: il 99% del traffico Internet mondiale transita attraverso le reti a banda “larghissima” sottomarina e la maggior parte del traffico – in una percentuale stimata fra il 57% e il 70% – è generata dalle grandi piattaforme digitali, gli over the top. Con questi numeri il presidente del Quadrato della Radio Umberto de Julio ha aperto i lavori della convention annuale dell’associazione che riunisce i principali top manager delle Tlc.

“Le reti internet transcontinentali” il titolo del summit che si è tenuto a Perugia il 27 maggio nella sede di EagleProjects, sponsor dell’edizione 2023.  Giovacchino Rosati, ceo dell’azienda, nell’occasione ha presentato i numeri di una realtà che dal taglio del nastro nel 2016, già nel 2020 era stata inserita nel ranking FT1000 del Financial Times, nel 2022 ha messo a segno un fatturato da 30 milioni di euro e ha inaugurato il 2023 con un piano di espansione internazionale prevedendo revenues per 42,50 milioni per poi balzare fino a oltre 90 milioni nel 2028. “Siamo una realtà da 600 persone di cui 200 ingegneri donne” ci tiene a sottolineare Rosati. Digital twins e intelligenza artificiale gli assi su cui fa perno il business. E fra gli use case di successo c’è quello di Milano (scarica qui la presentazione).

A moderare i lavori della mattina Stefano Pileri, Chief Digital Transformation and Innovation Officer di Maticmind e Consigliere Quadrato della Radio. “Dalla space economy alla sumbarine economy: la sfida futura si gioca sui dati satellitari e sul traffico dati sottomarino in forte aumento”, ha detto Pileri.

La storia dei collegamenti sottomarini

A ripercorrere la storia dei collegamenti sottomarini, dalle origini fino ai Terabit, Cosmo Colavito, Consigliere del Quadrato della Radio. “I collegamenti in cavo sottomarino realizzati nella seconda metà dell’800 per convogliare le prime comunicazioni telegrafiche intercontinentali hanno subito una profonda evoluzione fino a costituire oggi una fittissima rete di cavi in fibra ottica su cui transita la quasi totalità del traffico della rete Internet e gran parte delle comunicazioni diplomatiche, militari, economiche e commerciali di tutto il mondo, con un crescente domanda che non potrebbe venir soddisfatta senza l’apporto determinante di questi cordoni a elevatissima capacità. L’indiscussa importanza strategica della ragnatela di cavi che copre il fondo degli oceani e dei mari come il Mediterraneo è alla radice dell’interesse dimostrato dai Servizi d’intelligence in specie di quelle potenze che si contendono il primato mondiale nelle tecnologie delle comunicazioni, e non solo”.

Le architetture di rete transcontinentali

Maurizio Decina, professore emerito del Politecnico di Milano e socio del Quadrato della Radio ha acceso i riflettori sulle architetture delle reti Internet transcontinentali (scarica qui la presentazione). “La mappa dei cavi sottomarini si sovrappone a quella terrestre e il traffico generato dagli hyperscaler è almeno del 57%. Siamo alla totalizzazione del networking e il cloud sarà il motore della ‘fusione’ delle reti. Le telco però devono accelerare: il 5G finora è stato un flop proprio perché mancano all’appello quelle standalone in cui il cloud è pilastro portante. E già si sta lavorando al 6G che sarà AI native, ossia basato sull’intelligenza artificiale”.  Riguardo ai cavi sottomarini Dècina ha evidenziato il ruolo importantissimo nell’ambito del network sensing: “Grazie ai sensori sottomarini è possibile sapere in tempo reale ad esempio se ci sono eventi quali maremoti dando la possibilità alle autorità terrestri di agire tempestivamente prima che l’evento si abbatta sulle coste”.

Il ruolo e il “peso” degli over the top

A proposito del ruolo e delle strategie degli over the top al summit del Quadrato ha partecipato Ugnė Kleinauskaitė, Network Investments manager Emea di Facebook. La società di Meta conta ben 94mila km di cavi ed è seconda solo a Google, a quota 130mila. Al terzo posto Amazon con 30mila cavi, poi Microsoft con 20mila. “Il main driver dei nostri investimenti è rappresentato dal forte aumento della domanda di banda ultralarga. E ci sono Paesi in cui i cavi sottomarini sono l’unica rete a disposizione. Stiamo cercando di intercettare la domanda di banda ultralarga, di aumentare le performance di rete, di mantenere il controllo del traffico dati e garantire connettività globale sicura”, ha detto la manager.

L’oligopolio mondiale

“Uno sguardo alle tecnologie per i cavi sottomarini, il titolo dell’intervento di Enrico Banfi, Deputy Vice President Sales and Marketing di Alcatel Submarine Network, colosso mondiale di un mercato che si configura a tutti gli effetti come un oligopolio: oltre ad Asn in campo Te Subcom e Nec. Banfi ha evidenziato la necessità “di partnership fra tutti i soggetti dell’ecosistema anche perché ci sono problematiche complesse e vanno affrontate tutti insieme”.

La geopolitica dei cavi

Si parla infatti di una vero e propria geoeconomia dei cavi che si traduce inevitabilmente in una geopolitica dei cavi. “Il ruolo delle infrastrutture nella geopolitica del Mediterraneo”, il titolo della tavola pomeridiana moderata dal Direttore di CorCom, Mila Fiordalisi.

Stefano Lo Savio, a calo dell’Ufficio Strategie per l’internazionalizzazione del sistema economico del Ministero degli Esteri, ha evidenziato il ruolo strategico dell’Italia: “Il nostro Paese è situato al centro del Mediterraneo e le infrastrutture sono il ‘braccio’ naturale della nostra politica estera e uno strumento essenziale per sviluppare le nostre connessioni, rinsaldare relazioni e cogliere opportunità con il resto del mondo. E le infrastrutture sono la condizione necessaria per il nostro stile di vita. Dalle strade e dagli acquedotti in epoca romana alle reti digitali nel mondo contemporaneo, agiscono come “enablers” delle più svariate attività umane. I mutamenti nella geopolitica del Mediterraneo del prossimo futuro saranno dettati dalle interconnessioni nei “nuovi campi” dello sviluppo, dal digitale, all’energia, al cloud e alle moderne forme di comunicazione via internet”.

Crescono le azioni criminali a danno dei cavi sottomarini

Daniele Ruggieri, Capitano di Vascello e a capo dell’Ufficio Ricerca, Sviluppo e Dottrina del Reparto Sommergibili dello Stato Maggiore Marina ha sottolineato come “i fondali sottomarini stanno diventano sempre più densi di infrastrutture e per questa ragione è necessaria una mappatura costante e anche una governance che consenta di pianificare le attività nel migliore dei modi e in massima sicurezza”.

Riflettori anche puntati su incidenti e impatti: circa 100 i danni ai cavi sottomarini che si verificano ogni anno, di cui il 57% a causa di eventi naturali, l’11% dovuto a malfunzionamenti e il 67% da attività umana: ed è in quest’ultima percentuale che si addensano i principali pericoli: l’85% è tendenzialmente di tipo non intenzionale (riferibile ad attività di pesca e ancoraggio) ma il 10-15% riguarda azioni criminali per interrompere le comunicazioni o creare danni a Paesi considerati “nemici”.

Riflettori sulla sicurezza

Un dato dato in crescita in particolare a seguito dello scoppio del conflitto russo-ucraino. È proprio sulla questione della sicurezza che è intervenuto, Federico Protto, ceo di Retelit e Irideos e Consigliere del Quadrato della Radio (scarica qui la presentazione). “Le reti di cavi sottomarini costituiscono un asset strategico di primo livello, almeno tanto quanto le pipeline energetiche, i porti, le ferrovie, gli aeroporti. Il corretto e sicuro funzionamento dei cavi sottomarini è alla base di tutte le altre infrastrutture strategiche, per la semplice ragione che quelle stesse infrastrutture oggigiorno non potrebbero adempiere appieno le loro funzioni senza una rete internet: la maggior parte del traffico internet passa infatti attraverso i cavi sottomarini.  Questo significa che pipeline energetiche, porti, ferrovie, aeroporti dipendono anch’essi dai cavi posati sui fondali dei mari e che la sicurezza di questi ultimi è una questione strategica di primissimo livello”.

Le dorsali sottomarine backbone dell’ecosistema digitale

Enrico Bagnasco, ceo di Sparkle, azienda del Gruppo Tim e colosso dei cavi sottomarini a livello mondiale ha evidenziato che “le dorsali sottomarine sono il backbone dell’ecosistema digitale globale. La diversificazione è la variabile chiave a supporto della resilienza delle infrastrutture. La direttrice Europa-Far east è quella a più elevato tasso di crescita. I volumi tendono a duplicarsi ogni due anni, e ciò compensa in parte il price decline”. Bagnasco ha segnalato inoltre che “l’Europa è il principale hub mondiale di Internet e nella top ten delle tratte mondiali 7 sono europee”.

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