Digital mismatch in aumento in Italia. Emerge dal volume “Competenze digitali, 2022” del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal, realizzate in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di commercio G. Tagliacarne, secondo cui cresce la difficoltà di reperimento di nuove risorse da parte delle aziende. Una difficoltà che si intensifica al crescere del grado di importanza attribuito alle digital skill richieste per lo svolgimento della professione.
Quanto è difficile trovare risorse adeguate
In particolare, per le competenze digitali di base si passa da una difficoltà di reperimento del 41,8% nel caso di richiesta della competenza al 44,2% per il grado di importanza elevato; per le capacità matematico-informatiche il gap è anche più ampio (dal 42,7% al 47,7%), mentre per le competenze 4.0 la difficoltà varia dal 43,7% al 47,1%.
Le competenze digitali di base per la comunicazione visiva e multimediale vengono richieste dalle imprese italiane a 3,3 milioni di profili professionali (pari al 64% del totale delle entrate, +3,5 punti rispetto al 2021), abilità relative all’utilizzo di linguaggi e metodi matematici e informatici richieste da circa 2,7 milioni di posizioni (il 51,9%, +1,4 p.p.) e capacità di gestione di soluzioni innovative 4.0 a 1,9 milioni di entrate (il 37,5%, +1,1 p.p.).
Cosa viene richiesto dalle imprese
In particolare, a circa un quinto delle assunzioni è richiesto con un elevato grado di importanza il possesso di competenze per la comunicazione visiva e multimediale, mentre le capacità matematico-informatiche e di gestione di soluzioni innovative 4.0 sono considerate molto rilevanti, rispettivamente, per il 17,7% e per il 13% delle entrate programmate.
Entrambi i dati risultano superiori ai valori medi del quinquennio 2017-2021 (rispettivamente 68,5% e 36,5%).
Per accompagnare la transizione 4.0 nel 2022 le imprese affiancano alla dotazione tecnologica figure specializzate cui è richiesto un portafoglio di competenze digitali da applicare ai diversi processi aziendali, si va dagli analisti e progettisti di software, agli ingegneri elettronici e in telecomunicazioni fino agli ingegneri energetici e meccanici.
Tra le figure tecniche spiccano i programmatori, i tecnici web e quelli esperti in applicazioni, ma anche i tecnici dell’organizzazione della gestione dei fattori produttivi.
Tecnologie digitali, nuove formule organizzative aziendali e nuovi modelli di business: nel 2022 quasi il 70% delle imprese ha investito in almeno un ambito della trasformazione digitale e il 41,4% ha adottato strategie di investimento integrate in grado di combinare queste tre aree.