La palude in cui di fatto si è trasformata l’avventura in Telecom Italia è, per il colosso Telefonica, solo un sintomo, forse uno dei più evidenti, della complicata situazione in cui si è venuto a trovare a livello globale. A cominciare appunto dalla Spagna e da alcuni dei mercati europei come l’Italia, i più colpiti dalla recessione. Con l’obiettivo esplicito di ridurre l’elevato indebitamento finanziario, il gruppo tlc iberico sta portando avanti un importante piano di dismissioni. Nei giorni scorsi ha raggiunto un accordo per vendere il 40% delle proprie attività centramericane (in Guatemala, El Salvador, Panama e Nicaragua) alla società di investimento Corporacion Multi Inversiones con un incasso di 500 milioni di dollari, cui si aggiungerà un compenso variabile fino a 72 milioni di euro in base a una serie di obiettivi finanziari fissati per gli asset ceduti.
Ma per migliorare la sua flessibilità finanziaria, l’operatore non si affida unicamente a un programma di cessione di asset non core. Dal momento che l’obiettivo è ridurre un indebitamento finanziario divenuto enorme, ha anche avviato un ampio piano per raccogliere nuove risorse. Così a fine marzo, attraverso una procedura di private placement destinata a investitori istituzionali, Telefonica ha collocato oltre 90 milioni di azioni proprie (quasi il 2% del capitale) al prezzo di 10,8 euro, soglia minima del range preliminare indicato con un massimo di 11 euro.
L’incasso di 975 milioni di euro è stato leggermente al di sotto dell’obiettivo stabilito, ma è servito egregiamente a ridurre l’indebitamento finanziario, che gia’ alla fine dell’anno scorso e’ calato di oltre 5 miliardi (a 51,259 miliardi complessivi) grazie anche alle risorse raccolte con la cessione della società dei call center Atento per 1,04 miliardi (a Bain Capital) e con la quotazione a Francoforte del 23,17% di Telefonica Deutschland, che è valsa altri 1,7 miliardi. Di fronte a questa situazione aumentano le incertezze su come potrebbe evolvere il quadro sul fronte di Telecom Italia, dove la holding di controllo Telco (di cui gli spagnoli sono primi azionisti) e il relativo patto di sindacato (con Banca Intesa, Generali e Mediobanca) è in predicato di giungere al capolinea con un generale, conseguente liberi tutti. Tra le conseguenze ci sarebbe anche la necessità di adeguare il valore di carico delle azioni Telecom ai valori di mercato, circa la metà rispetto a quello attualmente indicato nei bilanci dei quattro soci Telco, pari a 1,2 euro per azione.
Intanto in Germania, Telefonica Deutschland e Deutsche Telekom hanno siglato un memorandum d’intesa per ampliare la cooperazione nella gestione delle reti di telefonia fissa. L’accordo comporterà un maggiore utilizzo delle reti ad alta velocità di Deutsche Telekom da parte di Telefonica Deutschland, che in tal modo sarà in grado di realizzare il passaggio da una propria infrastruttura Adsl ad una piattaforma Nga.