Gli italiani fautori dei 5G: sempre più convinti che la quinta generazione mobile sia un driver di crescita per il Paese e sempre meno timorosi sui rischi per la salute. È questa la fotografia scattata da un’indagine realizzata dall’Istituto Piepoli per Inwit. In dettaglio l’89% del campione considera il 5G un’opportunità e sono le donne a mostrarsi più decise su questo fronte: il 44% vs il 38% degli uomini.
La sanità corre sul 5G
Solo il 9% degli intervistati teme più rischi che opportunità e appena il 2% intravede solo rischi. Il rischio in questione è legato alle emissioni elettromagnetiche ossia ai timori sugli impatti sulla salute, su cui al momento è bene ricordarlo non c’è alcuna evidenza scientifica e gli studi finora condotti non rilevano differenze con le precedenti generazioni mobili.
Non solo: è proprio il mondo della sanità ad aver compreso il ruolo fondamentale del 5G per lo sviluppo di servizi innovativi e ad accelerare sul fronte delle installazioni degli impianti.
No al 5G ma la connettività è un diritto
La paura continua ad essere però alimentata da fake news e bufale: secondo il 21% del campione la rete 5G è pericolosa per la salute perché aumenta il rischio di malattie, poi c’è un 16% di italiani secondo cui la rete 5G serve per controllare il pensiero delle persone e il 15% è convinto che Bill Gates vuole installare microchip tramite i vaccini. Attenzione però perché il partito dei per “detrattori” si riduce sensibilmente all’idea di rimanere “disconnessi”: secondo l’88% degli italiani la connettività è percepita come un diritto che deve essere garantito su tutto il territorio nazionale. Una contraddizione che mostra con tutta evidenza un atteggiamento bipolare sulla questione.
Solo 1 italiano su 10 sa che i limiti elettromagnetici sono i più bassi d’Europa
C’è da dire inoltre che se il 60% dichiara di essere molto o abbastanza informato su cosa sia il 5G e il 90% ne ha sentito parlare (con uno scatto di 5 punti percentuali sul 2022) quando si entra specificamente nel tema delle emissioni la conoscenza risulta ancora piuttosto scarsa: solo un intervistato su 10 sa che i limiti alle emissioni elettromagnetiche sono i più bassi in Europa. La maggioranza (7 su 10) crede siano in linea e 2 su 10 pensa addirittura che siano più alti. C’è ancora dunque molto da fare sul terreno della corretta informazione anche se quasi 6 italiani su 10 (il 57%) si dice favorevole all’innalzamento dei limiti elettromagnetici per adeguarli alla media Ue, risposta data dopo aver appreso che l’Italia vanta i limiti più stringenti di tutto il Continente (e non solo).