L'INTERVISTA

Etno, Gropelli: “Tlc-Ott, arbitro super partes se non si arriva a un accordo”

Il vice direttore generale dell’associazione europea interviene sulla questione del fair share: “Bisogna rimediare all’asimmetria, le reti ultraveloci saranno sempre più importanti anche per le big tech nella sfida del metaverso e dell’intelligenza artificiale”

Pubblicato il 15 Giu 2023

Alessandro Gropelli

Le principali telco europee hanno annunciato importanti piani di riorganizzazione: i margini sono troppo risicati e bisogna tagliare costi per recuperare risorse e garantire la sostenibilità del business e degli investimenti. Etno è la più importante associazione di settore: che tipo di scenario si va prefigurando? Siamo vicini al consolidamento di cui si parla da anni? In occasione di Telco per l’Italia abbiamo fatto il punto con Alessandro Gropelli, Vice Direttore generale di Etno, l’associazione che rappresenta i principali operatori di Tlc europei. “Esperti e analisti di settore sono concordi nell’indicare la necessità del consolidamento. La domanda è se le autorità competenti sono pronte o meno a consentire le fusioni tra operatori”.

Gropelli, quali sono le questioni sul tavolo?

Oggi, ci sono almeno due motivi che rendono il consolidamento più urgente che in passato. Innanzitutto, siamo arrivati al punto in cui la bassa profittabilità rende meno appetibili gli investimenti su reti e servizi innovativi, con possibili impatti negativi sulla competitività dell’UE. Inoltre, la tecnologia si sta muovendo veloce e, con la virtualizzazione, le reti diventano un servizio. Sul mercato dei servizi, gli operatori europei non competono più solo fra loro, ma con i giganti del tech e del software. Il consolidamento renderebbe i nostri operatori più forti e competitivi su scala globale.

Avete chiesto, insieme alla Gsma, l’obbligo di negoziazione telco-ott per quel che riguarda la realizzazione delle nuove reti: crede che si arriverà davvero a un accordo? È possibile prefigurare un modello win-win per tutti i player in campo?

Il mercato del traffico dati è regolamentato in maniera asimmetrica. Da un lato, le tlc hanno l’obbligo di trasportare tutti i dati all’utente, cosa giusta e non contestata. Dall’altro, le big tech inviano crescenti volumi di dati alle reti, in assenza di regole. E, a nostro giudizio, non contribuiscono adeguatamente ai costi generati. La proposta di Gsma ed Etno è di rimediare a questa asimmetria introducendo un obbligo negoziale limitato a quei big tech che generano quantità sproporzionate di traffico dati. Qualora la negoziazione commerciale non vada a buon fine, si può prevedere l’intervento di un arbitro. È una pratica che già si usa per il copyright, ad esempio. Il win-win si concretizza nel miglioramento della qualità fornita agli utenti e in un’accelerazione degli investimenti in fibra e 5G. Le big tech desiderano vendere metaverso o servizi AI agli utenti e, per questo, hanno interesse ad avere reti ultraveloci, ovunque e il prima possibile.

L’Europa sta lavorando anche a un nuovo pacchetto di semplificazioni per accelerare sulla roadmap, anche quella del 5G: è evidente che si sono norme e regolamenti diversi a seconda degli Stati membri e che dunque non sarà facile trovare una quadra. Quali sono secondo Etno le misure da attuare immediatamente?

Innanzitutto, l’obiettivo da non perdere di vista è l’accelerazione degli investimenti, di modo da poter raggiungere tutti i cittadini con le reti ultraveloci. Sulla sostanza, i tempi dei permessi per costruire nuove reti, ad oggi, sono troppo lunghi. Ci sono esempi buoni, come l’Italia, ma la situazione a livello europeo è molto varia, con tempi medi d’attesa che arrivano fino a 24 mesi in alcuni stati. Esistono moltissimi margini di miglioramento, anche tra i paesi più virtuosi. Basti pensare alle difficoltà che spesso si verificano con gli enti locali. Sulla forma, la Commissione ha proposto un regolamento, che sarebbe direttamente applicabile in tutti e 27 gli stati membri. Supportiamo questo tipo di legislazione e speriamo che non venga trasformato in Direttiva, il che eliminerebbe il principale elemento di novità ed efficacia della proposta.

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