Retelit-Irideos è oggi il primo player italiano B2B only: l’interlocutore migliore, dunque, con cui indagare le prospettive in Italia per il B2B. L’amministratore delegato Federico Protto fotografa lo status del comparto con un aggettivo emblematico: “Ricco”. “Il B2B – spiega – è un mercato ricco, che ci sta dando grandi soddisfazioni, di fatto sottendendo la crescita che il gruppo sta vivendo ormai dal 2014”.
Oggi Retelit e Irideos rappresentano un unicum da 1200 persone e mezzo miliardo di fatturato, tutto solo concentrato sui servizi ad aziende e PA. “In questo quadro – spiega Protto -, il tema della focalizzazione è per noi fondamentale, perché le nostre imprese, dalle piccole alle grandissime, premiano effettivamente la qualità. Non voglio dire che il prezzo sia meno importante, perché anche le nostre aziende ovviamente competono sul mercato, ma la qualità e la capacità di portare le imprese a competere a livello globale grazie a digitalizzazione è fondamentale. Ecco perché ho parlato del mercato B2B come di un mercato ricco, ma a patto di poterlo soddisfare nel modo giusto”.
L’importanza dell’infrastruttura
Ma come? Con quali servizi? “Noi siamo un operatore B2B di servizio, ma infrastrutturato – spiega Protto -: possediamo circa 50mila km di fibra sul territorio nazionale, più una parte su cavo sottomarino, oltre a 35 data center. Questa è la nostra base, e di essa siamo orgogliosi perché dal punto di vista economico è fondamentale per abilitare i servizi che le aziende ci chiedono, dalla cybersicurezza ai sistemi cloud”.
Fair share: non una tassa, ma un “investimento congiunto”
Non si può comunque negare che il mercato delle Tlc stia attraversando una fase critica. La visione di Retelit e Irideos, davanti a questo quadro, risente chiaramente delle peculiarità del comparto di riferimento, dal momento che – puntualizza Protto – “le dinamiche del B2C sono molto diverse da quelle del B2B”. “In ogni caso – prosegue -, il contesto è complesso e articolato, ma se si vogliono individuare gli ambiti su cui c’è convergenza in merito alle misure che possono impattare sia su B2B sia su B2C, penserei innanzitutto al fair share, che per noi è qualcosa di diverso dalla “tassa su internet”.
Stiamo proponendo un modello nuovo, basato su un investimento congiunto fra telco e big tech, hyperscalers, Ott e Content application provider, per sviluppare reti edge che possano da un lato gestire un traffico armonizzato e più facile da gestire, dall’altro avere la possibilità di offrire contenuti in modo più stabile“.
Pnrr, competenze e rapporto con l’Europa fra le criticità del comparto
“Altro tema importante, parlando di crisi del settore, è il riconoscimento come settore energivoro – chiarisce ancora -: noi come telco impieghiamo tanta energia, il settore consuma più del 2% dell’energia in Italia, ma non siamo considerati un settore energivoro. Ecco, questo è un altro punto che dovremmo superare. Non ultimo, il tema Pnrr, che impatta un po’ tutti. Al di là di quanto è stato, è evidente che siamo in ritardo per questioni operative, anche se è chiaro che le imprese hanno i loro problemi nella realizzazione concreta delle reti. Infine c’è il tema delle competenze, altro tema su cui bisogna investire”.
Questi sono argomenti sistemici “da affrontare evitando pessimismi e guardando quello che noi come manager possiamo fare”, chiarisce ancora Protto, mettendo sul piatto un ultimo, ma cruciale, fattore: “Il nostro rapporto con l’Europa, considerando che i fondi Cef sono fondamentali per lo sviluppo infrastrutturale e lo sviluppo del sistema Paese”.