IL DIBATTITO

La politica accende i riflettori su fair share, limiti elettromagnetici e rete unica

Tanti i dossier sul tavolo per governo e parlamento. Il previsto Decreto Tlc dovrà spianare la strada ai cantieri fibra e 5G. Ma le tensioni restano, anche sul ruolo delle grandi piattaforme digitali. L’aumento dei prezzi dell’energia e la carenza di competenze si aggiungono ai problemi

Pubblicato il 15 Giu 2023

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Le Tlc sono il pilastro della trasformazione digitale, eppure, proprio nell’era della connettività ubiqua che nutre lo sviluppo economico e sociale, il settore delle telecomunicazioni è in crisi. Scorporo della rete nazionale, intervento pubblico, tassa sugli over-the-top, nuove politiche industriali: quale la soluzione per far uscire le telco dal guado? Su questo tema si sono confrontati gli esponenti della politica italiana intervenuti a TELCO PER L’ITALIA 2023.

Le big tech “non sono galline dalle uova d’oro”

Salvatore Deidda, deputato Fratelli d’Italia e Presidente Commissione trasporti e tlc Camera, assicura che il governo è impegnato su tutti i temi caldi delle tlc e che la stessa Commissione della Camera se ne sta occupando. “Non è vero che la politica ignora i problemi delle telco, come il fatto che le telco sono aziende energivore: io stesso ho presentato un emendamento per far entrare le telco nel gruppo delle aziende energivore a inizio legislatura, forse non era il momento giusto, ma intendiamo affrontare il problema del caro energia alla radice”, ha detto Deidda. “Non ignoriamo il tema della relazione con gli Ott e della loro tassazione, ma attenzione a non trattare queste aziende giganti come galline dalle uova d’oro da cui estrarre soldi, perché rischiamo di allontanare i loro investimenti”.
Altre questioni che il partito di maggioranza ha affrontato, ha detto Deidda, sono quelli del divario digitale, della mancanza di manodopera per la posa delle reti, sulla semplificazione burocratica e del codice degli appalti.
Resta il dossier “caldo” delle emissioni elettromagnetiche, sui cui, ha detto Deidda: “Siamo aperti ad ascoltare tutti, dalle telco a Legambiente. Cercheremo di dare risposte, la tematica è sotto la lente e ci saranno novità a breve”.

Limiti elettromagnetici, vicino il rialzo

Di fronte alle richieste dei sindacati, che hanno lamentato una debole azione del governo Meloni sulla crisi del comparto Tlc che rischia di cancellare migliaia di posti di lavoro, Andrea Dara, Deputato Lega e componente Commissione Trasporti e Tlc Camera, ha riconosciuto la necessità di perseguire politiche attive del lavoro e di valorizzare la formazione, ma ha rimandato indietro le accuse di scarsa azione del governo, ricordando il decreto Tlc in fase di definizione.

“È previsto uno stanziamento di 1,5 miliardi di euro per ridare ossigeno al comparto in crisi, spianare la strada all’infrastruttura in banda ultralarga e sostenere lo sviluppo del 5G con una revisione al rialzo dei limiti elettromagnetici”, ha detto Dara. “Tra le misure previste dal decreto siamo fiduciosi, in particolare, sulla proposta in tema energia per introdurre un azzeramento degli oneri di sistema per le aziende che ne usano di più e sono soggette a golden power e crediti di imposta per le aziende strategiche”.

Dossier rete: l’Italia ha sbagliato strada?

Maurizio Gasparri, Senatore Forza Italia e Vice Presidente del Senato, ha esposto la sua visione sulla società della rete. “È un’idea che esiste dai tempi della Sip, ma allora l’incumbent non era favorevole. Adesso forse non sarebbe così”, ha detto Gasparri. “Ma adesso mi sembra comunque bizzarra l’idea di fare in Italia una doppia autostrada digitale: se ce ne era già una non bastava rimodernarla? Perché creare un’altra che non funziona? È una metafora, ma mi sembra chiara”.

Gasparri è intervento anche sulla presenza di Cdp nell’azionariato di Tim. Ma, per il vice presidente del Senato, si è creato un equivoco: “Cdp viene usata come una sorta di Iri, ma allora l’Iri interveniva nelle gestioni, faceva attività industriali, Cdp invece ha solo capacità di intervento finanziario”.

La rete è un asset strategico per l’economia e la sicurezza del paese, ha proseguito Gasparri, indicando che, fra il laissez-faire che sembra la linea prevalente del governo attuale, e l’interventismo di un governo precedente che ha portato alla creazione di OpenFiber, “sarebbe opportuna una via di mezzo. Tim è un’azienda privata, ma la rete è un asset sensibile e il governo non può non interessarsene”, ha affermato Gasparri. “Mi chiedo anche: Tim senza la rete che fine fa? Per me ci sono stati degli errori in passato da parte della politica, come l’ingresso del quarto operatore mobile, il modello degli Mvno e la guerra dei prezzi, e la libertà degli over the top di usare le reti”, ha concluso il senatore di Forza Italia. “Il governo deve fare qualcosa, non solo un salvataggio economico, ma una politica industriale”.

Il nodo competenze: le infrastrutture restano senza utenti

Un parere favorevole a un innalzamento delle emissioni elettromagnetiche per favorire lo sviluppo del 5G è arrivato anche da Antonino Iaria, Deputato Movimento 5 Stelle e componente Commissione Trasporti e Tlc Camera. “Il limite va alzato, rischia di ostacolare lo sviluppo delle smart city e delle altre applicazioni e di frenare la capacità di portare servizi ai cittadini e alle imprese”, ha affermato Iaria. Ma al di là del 5G, il vero nodo in Italia sono le competenze: “Siamo indietro sulla formazione delle competenze che sono fondamentali per creare la domanda e sfruttare le opportunità create dalle nuove infrastrutture e tecnologie”, ha affermato Iaria. “Siamo indietro anche nello spendere i soldi del Pnrr e rischiamo di perdere un’occasione in termini di infrastrutturazione del paese”, ha aggiunto il deputato M5S.

La politica è anche consapevole del fatto che il mondo del lavoro sta affrontando una transizione epocale che non riguarda solo le telco: “Di qui a dieci anni molti lavoratori andranno ricollocati, protetti da misure di welfare o aggiornati nelle loro competenze, ha evidenziato Iaria, “e il governo deve affrontare e gestire questo cambiamento”, ha detto Iaria.

Sul dossier rete unica, il governo dovrebbe esporsi di più, ha concluso il deputato M5S, la cui posizione è “a sostegno della rete unica per recuperare quello che è stato perso con la privatizzazione di Tim: questo sarebbe il senso della partecipazione di Cassa depositi e prestiti. Ma non è un dossier di cui si parla molto in Commissione trasporti”.

Il ruolo positivo degli Ott nella trasformazione digitale 

Voce fuori dal coro quella di Giulia Pastorella, Deputata Azione e componente Commissione Trasporti e Tlc Camera: “Per me gli Ott non sono il nemico, anzi, hanno un importante ruolo nella trasformazione digitale dell’economia. Gli Ott generano la domanda per le reti delle telco, creando richiesta di dati. Gli Ott non sono solo Facebook e Whatsapp, ma tanti servizi orientati al business. E non è vero che queste aziende non pagano le tasse, non le pagano alle telco. E investono, anche in reti non tradizionali come i satelliti e i cavi sottomarini. Cercano di diventare indipendenti dalle reti delle telco per sostenere la loro crescita ed è questo che dovrebbe davvero preoccupare gli operatori”.

Sul fair share Pastorella ha chiarito: “La consultazione in Europa è ancora in corso, perché non è facile capire che cosa sia un equo contributo. Ma, soprattutto, i problemi delle tlc sono strutturali, legati al modello di business delle telco e al modello di concorrenza imposto in Europa, con una frammentazione esasperata degli operatori. Non è questione di trasferimento di risorse dalle Ott alle Tlc, non bisogna cercare di nutrire le vacche magre con quelle grasse, ma cercare modi per rimettere in salute le prime”.

Resta il fatto che la politica ha un ruolo essenziale nell’evitare le crisi occupazionali e aiutare a risanare il modello delle tlc. E Pastorella ha evidenziato come nella Commissione trasporti e tlc della Camera “in realtà si sia parlato poco di tlc e molto più di trasporti. Il Decreto Tlc ancora non è arrivato in commissione e abbiamo messo sul tavolo tanti temi, come rete unica e fair share, su cui ancora non abbiamo una risposta. La commissione andando avanti dovrà occuparsi di più di telecomunicazioni”.

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