Un calo del -4,5% su base annua (al netto dei fenomeni inflattivi)
con un giro d'affari complessivo che si attesta a 20.863
milioni di euro. La performance peggiore dal 2001. Il 2009 è
un'annata nera per l'IT italiano.
E' quanto emerge dall'annuale Rapporto Assintel,
l'associazione delle imprese Ict di Confcommercio. “La crisi
economica, che ha colpito con ondate successive il sistema
finanziario, il comparto manifatturiero, le famiglie, il terziario,
è pienamente arrivata anche all’Information Technology. Ultima
delle ondate, che finora non si era del tutto riversata sulle
imprese IT, se non con il congelamento degli investimenti delle
imprese clienti o la ricontrattazione degli ordini, e che ora –
in un inverno che prevediamo rigido – darà i suoi massimi
effetti. Non solo in termini di calo del fatturato e
disoccupazione, ma anche e soprattutto di depauperamento degli
organici e della propensione innovativa nelle imprese fornitrici,
che rischia di costituire una grossa penalità una volta avvistata
l’uscita dal tunnel”. sottolinea il presidente Giorgio Rapari.
La flessione dell’IT nostrano è in linea con l’andamento
negativo della media UE (-4,5%), "ma il punto è un altro, al
di là di questi numeri”, sottolinea Rapari.
“Il punto è che ci preoccupiamo di come sarà il nostro Paese
una volta che le ondate della crisi si saranno ritirate. Perchè il
78° posto dell’Italia nella classifica della Banca Mondiale sul
“Doing Business”, e il 48° nel Rapporto sulla Competitività
Globale del World Economic Forum ci dicono che il nostro sistema ha
delle mancanze strutturali gravi, e che non risolvendole si rischia
di non poter prontamente reagire alla ripartenza dell’economia.
Le criticità sono quelle che da tempo sottolineiamo: l’accesso
al credito, le condizioni di mercato, la burocrazia, l’eccessiva
pressione fiscale, l’ingessatura del mercato del lavoro sono le
punte di altrettanti iceberg che il sistema politico ancora non ha
affrontato. E la bassa priorità dell’IT negli impegni del
Governo è la prova del nove della strada che ancora manca per un
approccio politico maturo al tema della competitività del
Paese”.
Dall’analisi del panel di aziende intervistate emerge che la fase
regressiva della domanda di IT nel nostro Paese sia destinata a
perdurare anche nei primi mesi del 2010, nonostante i chiari
segnali di ripresa dell’economia.
Lo scenario del mercato IT italiano nel 2009
Il mercato IT italiano nel 2009 cala complessivamente del -4,5% su
base annua, con un volume complessivo di 20.863 milioni di euro. Il
dato più negativo è quello del mercato dei Servizi IT, che rimane
in valore assoluto quello più consistente (9.379 milioni di euro)
e che segna una flessione del -6,3% (era del +1,6% lo scorso anno e
+1,5% nel 2007). In frenata anche l'hardware: -5,1%, con un
volume di 7.249 milioni. La spesa per il software nel 2009 ammonta
a 4.235 milioni di euro e cresce del +0,6% (rispetto al 3,8% dello
scorso anno e al +3,4% del 2007), trainata dal Middleware.
La forte flessione della spesa IT è da ricondurre, oltre che agli
effetti della congiuntura negativa, anche a ragioni di natura
endogena che impattano il sistema della domanda e dell’offerta,
quali il downpricing di prodotti e la riduzione strutturale delle
tariffe di molti servizi. A questi si aggiungono la generale
rinegoziazione dei contratti in essere in funzione del maggiore
controllo dei budget IT da parte di tutte le aziende. Unica
controtendenza gli interventi di consolidamento e virtualizzazione,
sia pure accompagnati dalla rinegoziazione dei contratti. Per le
medie e le piccole imprese si tratta più pragmaticamente di
tagliare investimenti non più consentiti dal flusso di cassa.Gli
investimenti delle Imprese Top, che rappresentano circa il 50% del
mercato IT, nel 2009 sono in calo del -6,6%.
Quelli delle Imprese Medie (nella loro accezione generale che
comprende imprese Medio Grandi, Medie e Medio Piccole) coprono
circa il 26% del mercato, con un tasso medio in calo del -4,3%. Le
Imprese Piccole e Micro, che sono per numerosità e capillarità
l’asse portante della nostra struttura economica, continuano ad
evidenziare le criticità strutturali di un approccio spesso
opportunistico all’innovazione; i loro investimenti rappresentano
solo il 18% dell’intero mercato IT e subiscono una flessione
rispettivamente del -1,3% (Imprese Piccole) e del -0,5% (Imprese
Micro).
Puntando l’obiettivo sull’andamento dei principali segmenti di
mercato, le Banche continuano ad essere il maggior spender IT, con
una spesa di 4.641 Milioni di Euro, anche a fronte della peggiore
performance del mercato (-6,5% sull’anno precedente). Al secondo
posto l’Industria, con 4.314 milioni di Euro (-5,5%). Fra i primi
posti, per volume, anche le Telecomunicazioni e Media, con 2.464
milioni (-4,7%), e il Commercio, Distribuzione e Servizi, con 2.320
milioni (-5,4%). Notizie più positive dal settore Consumer: se è
vero che il comparto avverte in presa diretta le difficoltà
dell’economia e il peso dell’inflazione, è altrettanto vero
che il consumatore italiano mantiene una buona propensione
all’acquisto high-tech, segnando un +1,6% rispetto allo scorso
anno, e rappresentando nel complesso il 6% dell’intera spesa
IT.
I mercati: Software, Servizi e Hardware
Il Software
Se è vero che il Software è sinonimo di innovazione e di
intelligenza di processo, è molto significativo il fatto che
questo comparto, nonostante la flessione generale dell’economia e
del settore IT in particolare, mostri una crescita, seppur
marginale, raggiungendo nel 2009 un valore di 4.235 milioni di euro
(+0,6%). Nello specifico delle componenti:- Il Software di
Infrastruttura (Middleware) è il segmento che ha le migliori
performance: +4,0% per 1.340 milioni e cresce per il settimo anno
consecutivo a ritmi elevati. – Il Software Applicativo segna una
flessione del -0,4% (2.370 milioni).
Le migliori performance sono del Content Management (+2,2%) e della
Business Intelligence (+1,3%); la peggiore è quella dei Package
Gestionali, che continua la fase negativa già registrata gli
scorsi anni (-3,9%).- Il Software di Sistema segna un -3,1% per 525
milioniI Servizi ITAi Servizi IT gli utenti destinano la quota di
investimenti maggiore ed essi rimangono pari al 45% dell’intera
spesa IT: in valore assoluto ciò corrisponde a 9.379 milioni a
fronte del calo del -6,3% rispetto all’anno scorso. Il deciso
calo deriva dalla carenza di nuovi progetti, che incide in
particolare sulle componenti della System Integration, dei Servizi
Professionali di Sviluppo e Manutenzione Software e sulla
Formazione. Queste registrano variazioni di decrescita annua
comprese tra il -6,8% ed il -7,9%, mentre va meglio la spesa per i
Servizi di Consulenza (-3,3%) in conseguenza della necessità di
far evolvere e sfruttare al meglio il patrimonio applicativo e di
preparare piani contingenti.Il comparto della Formazione si
conferma al momento in forte flessione, con un -6,8%.
L’Hardware
Anche il comparto dell’Hardware subisce un calo del -5,1%,
passando dai 7.635 milioni spesi nel 2008 ai 7.249 previsti per il
2009. Il comparto rappresenta circa il 35% dell’intera spesa IT
nazionale e, a sua volta, la spesa per i soli PC è circa il 59%
degli investimenti in prodotti Hardware, costituendone la voce
principale. A soffrire maggiormente, anche per motivi di evoluzione
tecnologica, sono in particolare le vendite di PC Desktop e Server,
mentre le vendite di Notebook e degli apparati di Storage
registrano ancora tassi di crescita positivi.
La domanda di Software e Servizi
Come consuetudine, le rilevazioni sulla domanda di Software e
Servizi IT sono state effettuate grazie al lavoro di un panel di
500 aziende utenti (che rappresenta l’universo medio dei clienti
business di informatica) nel periodo maggio-giugno 2009 e cui hanno
aderito i Responsabili IT. Il 44,3% dei CIO pone al vertice delle
proprie priorità l’ottimizzazione dei costi, con un trend in
netta contrazione rispetto al 75,2% registrato nel 2008 e al 67,7%
del 2007; ciò è un chiaro segnale del fatto che in azienda, per
fare efficienza, non si può continuare soltanto a tagliare i
costi: una volta ottimizzati i costi di gestione, anche attraverso
i tagli, la strada da percorrere diventa quella della
Ristrutturazione/Riorganizzazione (15,6%), della
Reingegnerizzazione dei Processi e dell’organizzazione (13,8%) e
dell’Espansione sul mercato attuale (12,1%); la strategia di
taglio dei costi non è replicabile e la crescita deve
necessariamente passare per l’innovazione.
L’indicazione prevalente circa la variazione di budget IT
prevista per i prossimi 12 mesi è “nessuna variazione” che
registra il 48% dei consensi; la restante quota si spartisce in un
36,4% di aziende che dichiarano riduzioni del budget a fronte di un
15,6% di aziende che invece registrano incrementi.La distribuzione
di quest’anno rispetto a quella riscontrata lo scorso anno (il
97,3% del Panel dichiarava nel 2008 che il budget non avrebbe
subito modifiche nell’arco dei successivi 12 mesi) dimostra una
più marcata attenzione e risposta alla variabilità delle
condizioni al contorno. L’84,2% delle imprese dichiara un budget
IT inferiore al 2% del fatturato, rispetto a quanto rilevato nella
scorsa edizione del Report, si prefigura uno scenario alquanto
insolito e caratterizzato da una estremizzazione delle tendenze;
infatti, da un lato, tra le organizzazioni che dedicano meno del 2%
del loro fatturato al budget IT prevalgono di gran lunga quelle che
vi dedicano meno dell’1%; dall’altro, tra le organizzazioni che
si collocano sull’altro versante, con budget sopra la soglia del
2%, predominano i maggiori spender, ovvero coloro con un budget IT
maggiore del 3,5% del fatturato.
Come di consueto la ricerca offre un ampio spaccato sulle
intenzioni e le priorità di investimento IT nei prossimi 12 mesi,
espresso attraverso mappe di attrattività.Per quanto riguarda il
Software applicativo, è come sempre elevata l’attenzione dei CIO
verso le soluzioni di Extended ERP e per tutto ciò che concerne il
Content Management, ovvero la gestione dell’informazione come
asset e supporto dei processi. Inoltre, a conferma di quanto già
emerso l’anno scorso, l’attenzione al cliente è tra le
principali preoccupazioni delle aziende intervistate infatti il
Customer Relationship Management (CRM) presenta contemporaneamente
alti livelli di Intenzione e Priorità di Investimento da parte dei
CIO intervistati.
Nel comparto delle Infrastrutture tecnologiche troviamo ai primi
posti gli investimenti in Sicurezza, Backup e Recovery, System e
Network Management e in Storage ed ILM. Da segnalare che il Cloud
Computing è entrato prepotentemente quest’anno fra le citazioni
degli intervistati, presentandosi da subito ad alta Priorità di
Investimento.Per i Servizi IT, sono ai vertici delle priorità i
Servizi di sviluppo e manutenzione software e i Servizi di
Formazione Tecnica.E’ confermato buono, infine, il livello di
soddisfazione relativo al proprio fornitore ICT abituale: è pari a
7,2, in una scala da 1 a 10 (lo scorso anno era 7,6).