IL CONFLITTO

Siria, web “spento” in gran parte del Paese

Vaste regioni senza Internet e rete telefonica fissa. Per i media governativi si tratta di un malfunzionamento dei cavi. Ma secondo attivisti e ribelli è la censura del regime

Pubblicato il 08 Mag 2013

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Ampie regioni della Siria sono da ieri sera senza Internet e senza rete telefonica fissa. Lo riferiscono società di monitoraggio dell’attività del web e lo conferma stamattina l’agenzia ufficiale Sana, che attribuisce il black-out a un guasto tecnico.

In particolare Googel ha riferito che i suoi servizi sono diventati inaccessibili ieri alle 21.45 e anche agenzie di tracking su Internet quali Renesys, Akamai e BGPmon hanno denunciato la caduta della connettività nel Paese. “Sembra che la Siria sia ampiamente sparita da Internet” ha commentato nel suo blog Dan Hubbard, Cto degli Umbrella Security Labs.

L’azienda siriana Syrian Telecommunications Establishment, collegata al governo, ha riferito di un malfunzionamento di cavi in fibra ottica, sostenendo che le squadre addette alla manutenzione stanno lavorando per recuperare l’accesso alla rete.

Ma, con il conflitto che non accenna a finire, attivisti e residenti temono puntano il dito contro il regime. Si teme cioè che, come in passato, l’oscuramento di Internet e delle linee telefoniche non sia accidentale ma sia stato deciso dall’esecutivo. Gran parte delle informazioni sulla guerra in Siria che non trovano spazio nei media ufficiali escono infatti dal Paese tramite Internet e il web è stato usato dai ribelli e dagli attivisti siriani per coordinarsi e portare avanti la battaglia.

Già il 29 novembre le connessioni Internet erano state “spente” in tutta la Siria: un’agenzia specializzata aveva riferito che era “caduto il 92% delle reti”, per poi aggiungere che anche i restanti indirizzi IP erano bloccati e concludere che “il Paese è stato effettivamente privato di Internet”.

Già in passato si erano verificati oscuramenti della rete in Siria, in momenti particolarmente cruenti del conflitto, ma quella era la prima volta che oltre il 90% di Internet finisce online. Peraltro era avvenuto dopo diversi giorni consecutivi di vittorie militari strategiche da parte dei ribelli anti-governativi.

Già durante la primavera araba Google riferì che il suo Speak2Tweet service, servizio di messaggistica in voce, aveva costanti problemi di collegamento e in Egitto un blocco di Internet si verificò al culmine delle proteste contro il presidente-dittatore Hosni Mubarak, poi deposto.

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