Almeno un anno di tempo: si iniziano a fare i conti sulla chiusura della vendita di Netco a seguito della decisione del cda di Tim di avviare una trattativa in esclusiva con il fondo americano Kkr – che già siede in Fibercop – per arrivare ad un’offerta vincolante entro fine settembre anche se la telco auspica di arrivare prima al traguardo.
La questione del Golden Power
La partita è inevitabilmente legata al ruolo e alle mosse di Cassa depositi e prestiti: se è vero che l’offerta presentata con Macquarie non ha avuto la meglio su quella degli americani, la Cassa con il suo 9% e passa nell’azionariato di Tim potrà rientrare dalla “finestra” nell’ipotesi di una cordata finale che vedrebbe in campo nell’operazione anche il fondo F2i. Il ruolo e il peso di Cdp restano fondamentali ai fini di un’eventuale esercizio del Golden Power. E sono fondamentale anche nell’ambito dell’altro dossier aperto, quello Open Fiber di cui la Cassa detiene il 60%.
Vivendi si metterà di traverso?
Tutto da capire anche e soprattutto il ruolo di Vivendi, primo azionista di Tim: l’offerta di kkr sarà considerata soddisfacente quando si arriverà a una quadra? E, nel caso dell’affiancamento di Cdp e F2i a quale importo si arriverà?
Il dossier Open Fiber
Qualcuno sostiene che i due dossier siano “indipendenti”, ossia che l’ipotesi di scorporo della aree nere che dovrebbero finire nelle mani di Macquarie sia un’operazione che non dovrebbe avere ripercussioni sul dossier Netco, ma in realtà è strettamente connessa a Netco perché lo scorporo delle aree nere ha l’obiettivo di evitare l’eventuale scure Antitrust nell’ambito dell’obiettivo finale dell’operazione, quello di una rete nazionale delle tlc ossia dell’integrazione degli asset di Tim e Open Fiber. Sul fronte regolatorio però la strada non sarebbe del tutto spianata: se si arrivasse allo scorporo delle aree nere ci sarebbe comunque da capire se il “passaggio” delle aree bianche e grigie, quelle oggetto dei bandi pubblici già assegnati, sotto il cappello di Cdp-Tim non comporti grane da un punto di vista regolatorio. Da capire poi dove andrebbe a parare Macquarie con le aree nere di Open Fiber.
Ad aprile 2024 il rinnovo del cda di Tim
Ad aprile 2024 Tim dovrà rinnovare il cda. Un appuntamento fondamentale e non troppo lontano considerate le rempistiche con cui sta marciando l’operazione Netco.