Spingere l’infrastrutturazione a banda ultralarga fissa e 5G in Sardegna e recuperare i ritardi accumulati per evitare che la regione balzi nelle retrovie delle classifiche e perda l’opportunità di sfruttare appieno le opportunità della digitalizzazione, Questi i temi su cui sono accesi i riflettori a Cagliari in occasione del convegno “Reti ultraveloci: sfide e opportunità nella Regione Sardegna” organizzato da Infratel e a cui hanno preso parte – oltre all’Ad Marco Bellezza – il Sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti, il presidente della commissione Tlc della Camera Salvatore Deidda, il capo del Dipartimento per la trasformazione digitale, Angelo Borrelli, l’assessore regionale dell’Ambiente, Marco Porcu, e rappresentanti locali delle istituzioni e gli operatori delle telecomunicazioni.
I progetti per la regione Sardegna
“Con il Pnrr, insieme al governo, abbiamo finanziato cinque progetti principali per la Sardegna. Si tratta di Italia a 1 giga, che prevede di portare la fibra fino a casa nelle aree dove adesso c’è il rame, il 5G che andrà a intervenire nelle aree remote, dove non c’è connessione mobile e dove la porteremo con le nuove torri, e poi ci sono degli interventi su settori critici, quelli della sanità e della scuola, dove sarà portata la fibra sia nelle strutture di cura sia negli istituti scolastici”, ha evidenziato l’amministratore delegato della in houde del Minit, Marco Bellezza. “A ciò si aggiunge anche un intervento sulle isole minori, quelle dell’Asinara e di San Pietro, dove insieme a chi si è aggiudicato la gara stiamo rifacendo il cavo sottomarino dalle isole alla terraferma”.
Ammontano a 500mila euro le risorse Pnrr per la Regione e dedicate a migliorare la connettività.
“In territori come la Sardegna l’orografia non aiuta per gli interventi infrastrutturali di queste importanti opere. Insieme agli aggiudicatari dei bandi ce la stiamo mettendo tutta per conseguire gli obiettivi”, ha sottolineato Bellezza puntualizzando che riguardo alle zone più interne dell’isola, dove si registrano le maggiori criticità “è in via di completamento il piano delle cosiddette aree bianche che risale al 2016 e che riguarda alcune parti della Sardegna. Si tratta di una parte residuale, perché purtroppo all’epoca le regole della gara non prevedevano la possibilità di intervenire, come invece stiamo facendo ora con il Pnrr, nel tentativo di assicurare una copertura capillare, preferibilmente in fibra, ma anche con soluzioni via radio, per raggiungere le zone più remote della regione”.
Le reti ultraveloci determinanti per turismo ed economia
“Le reti ultraveloci sono essenziali non solo per il comparto turistico, ma anche per tutti gli altri settori dell’economia e per migliorare l’offerta dei servizi ai cittadini – ha sottolineato il Sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti – Le telecomunicazioni sono un’opportunità e un’importante sfida per l’isola. Siamo qui perché ora è necessario recuperare il rapporto con i territori e fare fronte comune per potenziare la capacità dei Comuni nella gestione dell’intero ciclo della digitalizzazione locale”.
L’obiettivo del Governo è realizzare infrastrutture di rete ad alta velocità in tutto il Paese, grazie a una strategia che si compone di cinque Piani operativi (Italia a 1 Giga, Italia 5G, Scuola e Sanità connessa, Collegamento isole minori), che si avvale di un investimento complessivo pari a 6,7 miliardi di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e che vede Infratel Italia impegnata in prima linea, ha ricordato il Sottosegretario.
Il “caso Sardegna” e i riflettori di Anie Sit
In una recente intervista a CorCom il presidente di Anie Sit, Luigi Piergiovanni, ha lanciato l’allarme proprio sulle difficoltà che si stanno registrando in Sardegna. Piergiovanni. “Mediamente i bandi di gara assegnati, legati al Pnrr, hanno portato una necessità aggiuntiva di risorse, in un mercato già deficitario, di circa 15mila unità pari al 60% della forza lavoro. Tale necessità di crescita non si legge in modo omogeneo sul territorio nazionale, ma in modo estremamente diversificato. Siamo in presenza di territori, come ad esempio la Sicilia, dove l’effort di crescita è più gestibile, anche supportato dal fenomeno della contro-migrazione di risorse, a e territori storicamente chiusi, come la Sardegna, dove tale necessità di crescita supera il 200% della forza lavoro. Ed è proprio una regione come la Sardegna che merita un approfondimento, perché in tale contesto emergono chiaramente tutte le carenze da parte degli addetti ai lavori in termini di analisi preliminari all’uscita dei bandi”, sottolinea il presidente dell’associazione di Confindustria.
“La Sardegna è una regione scarsamente abitata, con una concentrazione di forza lavoro nei pressi delle poche grandi città, con una necessità di risorse per far fronte agli impegni previsti che non esiste sull’isola. Senza un progetto di sistema che coinvolga probabilmente lavoratori esteri, concessionari, imprese e istituzioni, non si riuscirà a fare fronte a quanto richiesto. Anche se sarebbe stato necessario intervenire precedentemente, come Associazione di categoria ci facciamo promotori di tale progetto, in quanto crediamo ci siano ancora i tempi per correre ai ripari e permettere lo sviluppo della banda larga di cui il territorio sardo necessita”.
Inwit in pole position sul 5G
In pole position Inwit. “L’azienda si è aggiudicata, in qualità di mandataria in rti (raggruppamento temporaneo di impresa, ndr) con Tim e Vodafone, il bando del Pnrr per la densificazione 5G in 1.200 aree del Paese attualmente in digital divide. E sono 22 le aree della Sardegna di questo piano, corrispondenti a 18 siti da realizzare”, ha spiegato Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità di Inwit. “L’incontro è importantissimo per consolidare il percorso di dialogo con il territorio e di superamento delle criticità. In Sardegna al momento abbiamo attivato il primo impianto 5G a Villaperuccio e sono in lavorazione 13 dei 18 siti, dei quali 6 sono in costruzione”.
Suigo evidenzia però alcune criticità: “Abbiamo riscontrato difficoltà nel 23% dei siti e nel 17% delle aree. Sono ancora troppi i vecchi regolamenti comunali non allineati con le previsioni del Codice delle Comunicazioni elettroniche che creano ostacoli alla realizzazione. Auspichiamo la pronta sottoscrizione della Convenzione e dei protocolli di intesa sul Pnrr con Anci-Infratel-Dipartimento per la Trasformazione Digitale e gli operatori. Accogliamo con favore la conferma data dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di voler adottare una Direttiva per informare ulteriormente gli enti locali circa le semplificazioni normative adottate e la necessità di adeguare i propri regolamenti”.