L'OPERAZIONE

Dell, offerta alternativa da Icahn e Southeastern

I due principali azionisti del produttore di pc offrono 12 dollari per azione, una cifra inferiore ai 13,65 dollari proposti da Michael Dell e Silver Lake. Ma consentirebbe agli shareholder di mantenere una quota nella società, bloccando il buyout

Pubblicato il 10 Mag 2013

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L’investitore miliardario Carl Icahn e il fondo Southeastern Asset Management hanno presentato un’offerta alternativa al buyout di Dell (con conseguente uscita dalla Borsa) annunciato il 5 febbraio 2013 dall’azienda produttrice di computer su iniziativa di un consorzio guidato dal suo fondatore Michael Dell.

Secondo notizie riportate dal Wall Street Journal e subito rilanciate dagli altri media finanziari americani, Icahn e Southeastern, due dei principali azionisti del colosso tecnologico con una quota complessiva del 13%, hanno spedito ieri sera una lettera al board di Dell, annunciando di essere pronti a lanciare un’ offerta alternativa per mettere le mani sul produttore dei computer.

I due hanno offerto 12 dollari per azione in contanti o azioni di nuova emissione, spiegando che la nuova proposta consentirebbe agli azionisti di mantenere una quota nella società e sarebbe per questo più vantaggiosa, sebbene più bassa dei 13,65 dollari offerti da Michael Dell e Silver Lake.

La mossa non è inaspettata, dato che già qualche tempo fa Icahn aveva detto esplicitamente di non gradire l’accordo annunciato a febbraio per cui Michael Dell avrebbe acquistato la società che porta il suo nome in un affare dal valore complessivo stimato in 24,4 miliardi di dollari, il più alto leverage buyout dall’inizio della crisi finanziaria.

In quel contesto Michael Dell e il fondo di private equity Silver Lake avevano detto che avrebbero pagato 13,65 dollari ad azione per l’azienda. All’operazione avrebbe partecipato anche Microsoft. Il deal si sarebbe dovuto concludere entro la fine del 2014. In pratica dopo 25 anni l’azienda era pronta a lasciare Wall Street e tornare ad essere una private company.

Ma ben presto sono sorte critiche e contestazioni da parte di alcuni azionisti. A marzo Icahn si è fatto avanti (e così ha fatto separatamente anche il fondo di private equity Blackstone) durante i 45 giorni del cosiddetto “go-shop”, quando la società è autorizzata a cercare acquirenti diversi, offrendo 15 dollari per azione per il 58% di Dell, che sarebbe rimasta azienda quotata.

Poi però il braccio di ferro tra Michael Dell e Carl Icahn sembrava essere sfociato in un accordo, pur se parziale: in cambio della possibilità di comunicare liberamente con altri azionisti, il finanziere aveva acconsentito a porre un tetto al numero di azioni che lui e i suoi affiliati potevano comprare.

Ma gli analisti già prevedevano che Icahn sarebbe tornato all’attacco, come ha appunto fatto nelle ultime ore con la sua proposta alternativa.

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