IL DOSSIER

ChatGpt, il Governo Usa avvia un’indagine. In Italia Butti annuncia una task force

La Federal Trade Commission vuole vederci chiaro: chiesti a OpenAi dettagli sulla pubblicazione di fake news, il trattamento dei dati personali e le operazioni di marketing. Intanto in Cina dal 15 agosto scattano i regolamenti. Nel nostro Paese riflettori sulla nuova strategia da intraprendere. Il sottosegretario all’Innovazione: “Puntiamo a limitare gli effetti devastanti dell’applicazione della tecnologia”

Pubblicato il 13 Lug 2023

chatgpt 2

La Federal Trade Commission degli Stati Uniti avvia un’indagine formale sull’uso di ChatGpt per indagare sulla pubblicazione di fake news confezionate ad hoc a danno di cittadini e sul trattamento dei dati personali da parte di OpenAi, la società a cui fa capo la piattaforma di intelligenza artificiale generativa.

La questione dei falsi dossier

La Commissione federale ha già inviato una lettera all’azienda – visionata dal Washington Post – in cui si chiedono chiarimenti in merito a una serie di notizie false e alle pratiche dell’azienda sulla protezione dei dati personali dopo che già nel 2020 era stato scoperto un bug che consentiva agli utenti di visualizzare informazioni su chat private incluse informazioni sui pagamenti.

Nel mirino anche le operazioni di marketing

Nella lettera sarebbero stati chiesti chiarimento anche sulle operazioni di marketing dell’azienda e sulle modalità di addestramento dei modelli di intelligenza artificiale

Dal 15 agosto scattano le regole in Cina

La Cina ha intanto emesso i primi dettagliati regolamenti sull’uso delle piattaforme di intelligenza artificiale generativa che dovranno essere “sani” e rispecchiare i “valori socialisti fondamentali” e “non generare alcun contenuto che “inciti alla sovversione del potere statale e al rovesciamento del sistema socialista, metta in pericolo la sicurezza e gli interessi nazionali, danneggi l’immagine del paese, incita alla secessione dal Paese, mina l’unità nazionale e la stabilità sociale, promuove il terrorismo, l’estremismo, l’odio nazionale e la discriminazione etnica, la violenza, l’oscenità e la pornografia”.

Approccio normativo graduale

Secondo quanto rivela il South China Morning Post i regolamenti pubblicati congiuntamente da sette regolatori cinesi, guidati dalla Cyberspace Administration of China, entreranno in vigore il 15 agosto: tutti i servizi di intelligenza artificiale generativa, inclusi quelli che riguardano contenuti, immagini, audio e video, forniti al pubblico cinese saranno soggetti a controlli stringenti. Le autorità si impegnano a “prendere misure efficaci per incoraggiare lo sviluppo innovativo dell’IA generativa” e rispetto alla versione inziale di aprile sono state eliminate una serie di sanzioni previste a carico di chi non rispetterà le regole.

Le piattaforme ancora in fase di “test” e solo a uso aziendale

Una strategia dunque in parte più “soft” rispetto a quella preventivata qualche mese fa – con regole a step e un approccio normativo graduale – anche se la Cina non ha ancora consentito a nessuna azienda nazionale di distribuire al pubblico servizi in stile ChatGpt. Ernie Bot di Baidu e Tongyi Qianwen di Alibaba sono disponibili solo in modalità di “test” e solo per uso aziendale. ChatGpt di OpenAI e Bard di Google restano invece per ora vietati.

Il regolamento allinea lo sviluppo dell’IA con le priorità politiche ed economiche della Cina, a seguito del regolamento del 2021 sugli algoritmi e di quello del 2022 sui contenuti “generati sinteticamente”.

In Italia una task force sull’intelligenza artificiale

Il governo italiano ha in cantiere la creazione di una task force sull’IA. “Costituirò un gruppo di esperti per innovare la strategia che già esiste sull’intelligenza artificiale”, ha annunciato Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica, firmando a Perugia con il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga, un accordo sul digitale.

“Non siamo per la limitazione della tecnologia – ha spiegato Butti -, ma siamo per limitare semmai gli effetti devastanti dell’applicazione della tecnologia, perché è fuori dubbio che l’intelligenza artificiale abbia in sé un potenziale straordinario, che si può utilizzare nel modo migliore, ma anche in quello peggiore. E’ la tecnologia che deve essere al servizio dell’uomo, e non il contrario. Credo che quanto accaduto in Europa con questo nuovo regolamento sull’intelligenza artificiale, che fissa anche degli aspetti etici per noi molto importanti, sia da attenzionare nel modo migliore”. “In questo senso – ha concluso il sottosegretario – costituirò un gruppo di esperti, perché dobbiamo innovare e rinnovare anche la strategia che già esiste sull’intelligenza artificiale”.

Etica e deontologia professionale

“Dopo ChatGPT, arriva oggi in Italia anche Bard, l’Intelligenza Artificiale di Google, mentre Elon Musk lancia xAI, la startup di intelligenza artificiale – dice Andrea Mascaretti (FdI), Presidente dell’Intergruppo Parlamentare Giornalisti – E’ evidente a tutti che l’impiego dell’intelligenza artificiale sta subendo una forte accelerazione e occorre che il Parlamento si faccia trovare pronto a regolamentarne l’utilizzo, prima che una grande opportunità si trasformi in una potenziale criticità per la libertà di pensiero e di espressione, la creatività umana, l’etica, la deontologia e diritti sulla paternità dei contenuti”.

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