L’INTERVISTA

Nethive, Bellato: “La tutela dei minori online è una responsabilità sociale”

La cybersecurity company italiana co-finanzia un dottorato di ricerca con la Fondazione UniSmart Padova. Obiettivo: aiutare i genitori a proteggere i più piccoli. Il co-fondatore: “Vogliamo coinvolgere anche le telco”

Pubblicato il 17 Lug 2023

Foto di Alessandro Bellato, co-founder e presidente di Nethive

La cybersecurity passa anche da migliori servizi di parental control che devono essere efficaci, evoluti e calibrati sulle fasce di età dei bambini. Per saperne di più su questo fronte e dotarlo di una “patente” scientifica, Nethive, azienda di Padova, specializzata in servizi e prodotti di networking e sicurezza informatica, ha deciso di co-finanziare un dottorato di ricerca con UniSmart, la fondazione degli Studi dell’Università di Padova, per analizzare con il dipartimento di psicologia quanto e come i minori stanno sul web senza i genitori, quali pericoli corrono con un abuso della Rete e come tutto ciò influisca su una crescita sana e sul benessere digitale dei più piccoli.

Alessandro Bellato, co-founder e presidente di Nethive, spiega a CorCom che questo progetto incarna una responsabilità sociale per una realtà che opera nel settore della cybersecurity: “Siamo un’azienda che promuove la digital education per le famiglie e le persone, con l’intento di far crescere l’interesse sociale sulla digital wellness, un tema spesso sottovalutato e trascurato”.

Bellato, come nasce la partnership con la Fondazione degli Studi dell’Università di Padova?

Anzitutto, dall’eccellenza del dipartimento di psicologia, il quale vanta un livello avanzato di studi anche nell’ambito degli strumenti digitali. E, poi, c’è una vicinanza geografica tra noi e loro che permetterà al dottorando di avere a disposizione, da un lato, il know-how della ricerca in psicologia dell’età evolutiva e dall’altro, avere accesso ai dati di grande qualità prodotto dalla nostra piattaforma e alle competenze del nostro team per portare avanti i tre anni di ricerca previsti e la pubblicazione scientifica finale.

Qual è lo scopo di questo progetto?

È di proteggere i bambini dai pericoli del web, così come aiutare i genitori a capire la linea di confine tra l’uso e l’abuso di tempo trascorso dai minori in Rete sia per giocare che per guardare video, ascoltare musica, chattare, leggere e sbirciare i social. Gli under 14 sono connessi sempre più ore di giorno e di notte, e si abbassa l’età in cui si comincia a navigare. Purtroppo, la pandemia ha accelerato questi fenomeni e il rapporto dei minori con le nuove tecnologie si è più che mai sbilanciato. Occorrono, dunque, filtri intelligenti perché, ritengo, che l’educazione funzioni di più della censura. E in questa sfida vogliamo coinvolgere in futuro anche operatori di telefonia e telco. Perché crediamo che tutelare l’infanzia sia anche una responsabilità sociale per le aziende.

I genitori, però, giocano un ruolo chiave?

Certamente. E infatti il fine di questo dottorato è di produrre una pubblicazione scientifica che renda più consapevoli mamme e papà dell’importanza del parental control e di quanto sia fondamentale dotarsi di strumenti all’avanguardia per il monitoraggio delle attività in Rete dei propri figli.

Non è da meno il ruolo della scuola.

La scuola ha fatto molto in questi ultimi anni, soprattutto nella lotta al cyberbullismo, ma si può e si deve fare di più per proteggere i bambini dai rischi del web. A cominciare dalla formazione degli insegnanti, i quali devono acquisire nuove conoscenze su come e quanto gli studenti stiano da soli sul web e su come aiutarli a non sviluppare una dipendenza dalla Rete.

Il parental control è un aspetto della transizione digitale?

Lo è. La transizione digitale passa anche dal rendere più equilibrato l’utilizzo di un device da parte di un minore, dall’indirizzarlo verso profili raccomandati e sicuri. Lavorando nel settore della cybersecurity, sappiamo che è necessario impegnarsi per semplificare il parental control pur rendendolo più evoluto; approfondirlo, ma senza renderlo più complesso. E, soprattutto, assicurare un uso trasversale per monitorare più dispositivi allo stesso tempo.

Quanto incide il vostro core business in questa sfida educativa orientata al benessere psico-fisico delle generazioni future?

La nostra soluzione HiveFlow4C, grazie all’integrazione diretta con l’infrastruttura dei maggiori operatori telefonici italiani, si inserisce in uno dei principali anelli della catena di distribuzione dei contenuti digitali. Per tale motivo riteniamo fondamentale diffondere questi temi in modo corretto ed efficace, al fine di costruire una società digitale sana, equilibrata e consapevole dei potenziali rischi e delle interessanti opportunità offerte dalla tecnologia. La collaborazione con UniSmart consente di creare una perfetta sinergia tra il know-how tecnico di Nethive e temi più umanistici per la costruzione di un framework che permetta alla società di abbracciare la trasformazione digitale in modo sano e equilibrato.

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