Una tassa fino al 4% sulla vendita di tablet, smartphone, console ed e-reader. È questo il punto chiave del documento che Pierre Lescure ha presentato al presidente francese Francois Hollande e al ministro della Cultura Aurélie Filippetti per sostenere il finanziamento di prodotti culturali – film, arte e musica – “made in France”.
Secondo il rapporto la tassa deve rimanere a un livello basso per evitare di punire i consumatori e bloccare l’eventuale creazione del mercato nero. Secondo le stime una tassa iniziale dell’1% porterebbe nelle casse francesi 86 milioni di euro l’anno. Commentando il contenuto della proposte Lescure, Filippetti ha sottolineato che i produttori di tablet & co. “devono sostenere con una parte dei loro introiti i creatori di contenuti che, a loro, volta svologono un ruolo importante nelle vendite dei device”. La nuova tassa dovrebbe essere inserita dal prossimo anno. Secondo Hollande il rapporto Lescure è “profondamente attaccato alla difesa della cultura francese” minacciata dall’avvento dell’era digitale. Che porta con sé, oltre che grandi opportunità, anche eccessivi rischi legati a pirateria e download illegale. Finora la Francia ha finanziato la cultura tassando le tv e gli altri distributori di contenuti.
La scelta non piace però a DigitalEurope, la federazione europea che raccoglie i produttori, che ha definito la tassa “un passo nella direzione sbagliata”.
La tassa è solo una delle 80 proposte contenute nelle 500 pagine del rapporto Lescure che prevedono anche misure per la diffusione di offerte legali di donwload, semplificando l’iter dei passaggi sui vari media, che impone che un film sia disponibile prima al cinema, poi in televisione a pagamento e infine alla televisione gratuita. Dato che il finanziamento arriverà dai terminali i film potrebbero essere disponibili più rapidamente su tutte le piattaforme numeriche ed essere così scaricati legamente.
Novità anche sul fronte della legge Hadpi fortemente voluta dall’ex presidente Nicolas Sarkozy. Lescure non prevede l’interruzione del servizio ma una multa (che si dovrebbe aggirare sui 140 euro) per chi scarica illegalmente film libri o musica. Nei mesi scorsi Filippetti aveva più volte sottolineato la necessità che lo stato debba sostenere la cultura, sottolineando che i prodotti culturali non sono come gli altri”. Secondo il ministro alla Cultura “chi fa profitti distribuendo i contenuti (come Google, Apple o Amazon, ndr) deve contribuire a finanziarne la creazione”. Quel principio viene ora applicato anche a chi fabbrica gli apparecchi (telefonini e tablet) che servono per fruire di quei contenuti.