IL REPORT

Cybersecurity, l’intelligenza artificiale abbatte i costi degli attacchi di 1,56 milioni

Secondo l’Ibm Cost of Data Breach l’utilizzo di soluzioni di automazione e machine learning riduce il ciclo di vita delle violazioni di 112 giorni. Ma le aziende italiane sono in ritardo: il 38% ancora non ha integrato queste tecnologie nei sistemi di sicurezza

Pubblicato il 25 Lug 2023

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Ibm Security ha rilasciato il Cost of a Data Breach Report, dal quale emerge che il costo medio globale di una violazione dei dati ha raggiunto il valore di 4,45 milioni di dollari nel 2023 – massimo storico per il report – in aumento del 15% negli ultimi tre anni. A livello mondiale, i costi di rilevamento sono aumentati del 42% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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In Italia migliora la capacità di identificare e contenere le minacce

L’indagine, condotta da Ponemon Institute su un’analisi approfondita delle violazioni dei dati di 553 organizzazioni su base mondiale, è stata sviluppata anche a livello italiano su 24 realtà del territorio, che evidenziano dati peculiari. Nella Penisola, il costo medio complessivo delle violazioni è pari a 3,55 milioni di euro, in crescita rispetto ai 3,03 milioni di euro nel 2021 e ai 3,40 milioni di euro del 2022. Nell’ultimo decennio, il costo medio per ogni violazione dei dati è cresciuto del 55% (da 95 euro nel 2013 a 147 euro nel 2023).

In media, i giorni necessari per identificare e contenere una minaccia informatica sono 235 (ci vogliono in media 174 giorni per identificare una violazione e 61 giorni per contenerla). Si tratta di 15 giorni in meno rispetto alla media italiana del 2022 (250 giorni). Questo dato è particolarmente interessante se si considera quello pre-covid del 2019, che era di 283 giorni – 213 per identificare e 70 per contenere.

I principali vettori di attacco sono: social engineering (15% delle violazioni di dati analizzate nello studio, un costo medio di 3,49 milioni di euro), phishing (14% delle violazioni, un costo medio di 3,63 milioni di euro) e credenziali rubate o compromesse (12% delle violazioni, un costo medio di 3,40 milioni di euro). I vettori più costosi sono invece insider malintenzionati (6% delle violazioni di dati analizzate nello studio, un costo medio di 4,17 milioni di euro) e compromissione delle e-mail aziendali (10% delle violazioni, un costo medio di 3,64 milioni di euro).

I vantaggi offerti dalle tecnologie di AI

Da sottolineare che in Italia le organizzazioni che hanno fatto un uso estensivo dell’AI e dell’automazione hanno registrato un ciclo di vita della violazione dei dati più breve di 112 giorni rispetto alle organizzazioni che non hanno utilizzato queste tecnologie (199 giorni contro 311 giorni). Di fatto, le organizzazioni analizzate che hanno utilizzato l’AI e l’automazione anche per la sicurezza informatica hanno registrato, in media, costi di violazione dei dati inferiori di quasi 1,56 milioni di euro (2,97 milioni di euro) rispetto alle organizzazioni che non hanno utilizzato queste tecnologie (4,53 milioni di euro) – il maggiore risparmio sui costi identificato nel report.

Tuttavia, poiché quasi il 38% delle organizzazioni in Italia non ha ancora integrato l’AI e l’automazione nei propri sistemi di sicurezza informatica, le organizzazioni hanno ancora notevoli opportunità per aumentare la velocità di rilevamento e di risposta e di ridurre i costi delle violazioni. Di queste, quasi il 41% ha comportato la perdita di dati in più ambienti, tra cui cloud pubblico, cloud privato e on-premise, dimostrando che i cybercriminali sono stati in grado di compromettere più ambienti evitando il rilevamento. Le violazioni dei dati che hanno avuto un impatto su più ambienti hanno anche portato a costi di violazione più elevati (3,72 milioni di euro in media).

Le organizzazioni di tutti i settori che hanno adottato in maniera significativa l’approccio DevSecOps, infine, hanno sostenuto un costo medio per violazione dei dati inferiore di 162.408 euro rispetto a quelle che l’hanno integrato in maniera limitata o nulla

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