Prosegue senza sosta il braccio di ferro fra il miliardario Carl Ichan e Michael Dell per il controllo di Dell, il pc maker americano che nelle ultime settimane è diventato oggetto di un’asta a due. Il miliardario Carl Icahn, salito anni fa agli onori della cronaca per l’Opa fallita di Microsoft a Yahoo!, ha deciso di sfidare il buyout da 24,4 miliardi di dollari lanciato dal fondatore Michael Dell sull’azienda. L’obiettivo di Icahn, che ha messo sul piatto un’offerta inferiore in termini economici a quella di Dell, ma punta a mantenere Dell pubblica e quotata in Borsa.
Oggi, l’offerta di Carl Icahn, in tandem con il fondo Southeastern Asset Management, è finita sotto i riflettori del comitato ristretto del board del pc maker, responsabile di vagliare potenziali offerte per l’azienda. Lo scrive il Financial Times, precisando che il comitato ristretto vuole conoscere nel dettaglio i termini finanziari dell’offerta avanzata la settimana scorsa, 12 dollari per ogni azione Dell, parte in azioni e parte in contanti.
L’offerta di Icahn e Southeastern Asset Management, due dei principali azionisti di Dell con una quota complessiva del 13%, è alternativa a quella avanzata a febbraio dal fondatore Michael Dell e dal fondo di private equity Silver Lake, che hanno messo sul piatto un’offerta di 13,65 dollari per azione, per un valore complessivo stimato in 24,4 miliardi di dollari, il maggior leverage buyout dall’inizio della crisi finanziaria. In pratica, dopo 25 anni l’azienda era pronta a lasciare Wall Street e tornare ad essere una private company.
Carl Icahn e Southeastern Asset Management sostengono che la loro proposta consentirebbe agli azionisti di mantenere una quota nella società e sarebbe per questo più vantaggiosa, sebbene più bassa dei 13,65 dollari offerti da Michael Dell e Silver Lake. Ma Icahn vuole riuscire a convincere gli investitori che l’azienda si deve concentrare nel cloud computing, mentre il mercato pc è in crisi.
Il comitato ristretto di Dell, oggi, fa le pulci all’offerta di Ichan e Southeastern Asset Management: “La vostra proposta non sembra prendere in considerazione gli ulteriori prestiti che sembrano necessari per rispondere alle necessità di liquidità per coprire il cash aziendale necessario per la transazione”, scrive il comitato, precisando che il contante necessario per avanzare l’offerta includerebbe anche 1,7 miliardi di dollari in debiti che maturerebbero nel giro di un anno.