Alphabet supera le attese degli analisti e vola a Wall Street nelle contrattazioni after hours, arrivando a guadagnare oltre il 7%. Merito dell’exploit della divisione cloud, ma anche della rivoluzione al vertice lanciata con la nomina di Ruth Porat a presidente e Chief Investment Officer della società. Porat assumerà il nuovo incarico in settembre e continuerà a servire come direttrice finanziaria fino a quando non sarà trovato il suo successore.
I risultati del trimestre
Il secondo trimestre si è chiuso per Alphabet con ricavi in aumento del 7% a 74,6 miliardi di dollari e un utile in crescita a 18,36 miliardi, evidenziando un’ulteriore accelerazione dei fondamentali dopo il rallentamento del post pandemia. I ricavi della divisione cloud, che ha ruolo centrale nella strategia del colosso per l’intelligenza artificiale, sono saliti del 38% a 8 miliardi, superando le attese per una crescita a 7,83 miliardi, e mettendo a segno un utile operativo vicino ai 400 milioni di dollari.
Il gruppo a cui fa capo Google ha comunicato di aver registrato, nei tre mesi terminati il 30 giugno, un utile per azione di 1,44 dollari su ricavi come detto di 74,6 miliardi, contro attese per 1,32 dollari su 72,75 miliardi. Da segnalare il contributo fornito dai ricavi pubblicitari (cresciuti a 58,14 miliardi di dollari contro attese per 57,45 miliardi). YouTube ha registrato un aumento delle vendite pubblicitarie del 4,4% a 7,7 miliardi. Il costo di acquisizione del traffico è stato di 12,54 miliardi di dollari, contro i 12,37 miliardi del consensus.
“C’è uno slancio entusiasmante in tutti i nostri prodotti e nell’azienda, che ha guidato i forti risultati di questo trimestre”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Alphabet Sundar Pichai in un comunicato stampa.
Microsoft chiude l’anno fiscale in chiaroscuro
Risultati oltre le attese anche per Microsoft che, però, non convince i mercati. La crescita dei ricavi nel quarto trimestre è infatti rallentata: sono saliti dell’8% a 56,2 miliardi, in frenata rispetto al +12% dello stesso periodo dello scorso anno. L’utile netto è salito invece del 20% a 20,1 miliardi. L’utile netto per azione è stato pari a 2,69 dollari contro attese per 2,55 dollari per azione (su un fatturato previsto pari a 55,47 miliardi di dollari).
A pesare su Microsoft è il rallentamento della crescita dei ricavi dei servizi cloud Azure, saliti del 27% rispetto al 31% del trimestre precedente. I titoli di Redmond calano così a Wall Street nelle contrattazioni after hours del 2,4%.
Analizzando i vari segmenti, i ricavi del segmento Intelligent Cloud, che includono quelli di Azure, Enterprise Services, SQL Server e Windows Server, sono stati pari a 24 miliardi di dollari, in rialzo del 15% e superiori ai 23,8 miliardi delle attese. Il segmento Productivity and Business Process, che contiene Dynamics, LinkedIn e Office, ha generato 18,29 miliardi di ricavi, in rialzo dell’10%, contro attese per 18,1 miliardi. Il comparto More Personal Computing, che include Bing, Windows, Surface e Xbox, ha registrato ricavi di 13,9 miliardi, in calo del 4% ma superiori ai 13,58 miliardi del consensus.
Per l’intero anno fiscale 2023, i ricavi di Microsoft sono aumentati del 7%, il ritmo più lento di crescita annuale dal 2017.
E Spotify fa il boom di nuovi utenti
Nel frattempo la piattaforma di streaming musicale Spotify ha registrato un balzo record dei suoi utenti attivi, a 551 milioni alla fine del secondo trimestre. La performance ha superato le aspettative degli analisti che prevedevano un numero totale di 529,9 milioni di utenti attivi. Secondo il gruppo svedese, l’aumento del 27% in un anno è in parte spiegato dal forte aumento dei nuovi ascoltatori nati tra il 1997 e il 2010.
Spinto dall’aumento del numero di abbonati, il fatturato di Spotify è balzato dell’11% nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, a 3,2 miliardi di euro, in linea con le aspettative. Anche gli abbonati a pagamento sono aumentati del 17%, a 220 milioni di utenti, al di sopra delle aspettative (217 milioni).
Il gruppo ha tuttavia visto ampliarsi notevolmente la perdita operativa da aprile a giugno, a -247 milioni di euro, a causa tra l’altro di oneri di ristrutturazione e oneri sociali. Nel secondo trimestre del 2022 aveva perso 194 milioni di euro.
Seguendo le orme dei concorrenti Apple e Amazon, il gruppo ha comunicato che sta aumentando il prezzo degli abbonamenti premium in diversi mercati in tutto il mondo. A giugno, il leader dello streaming musicale aveva annunciato l’eliminazione di 200 posizioni nelle sue attività di podcast, dove aveva investito centinaia di milioni di dollari nel podcast negli ultimi anni. Ma secondo gli analisti la redditività di questa nicchia deve ancora essere dimostrata.