La Commissione europea ha aperto un’indagine formale sulle pratiche commerciali di Microsoft in cui valuterà se l’azienda possa aver violato le norme dell’Ue sulla concorrenza legando, ovvero vendendo in bundle, il prodotto di comunicazione e collaborazione Teams e le suite business Office 365 e Microsoft 365. L’avvio dell’inchiesta giunge dopo mesi in cui Bruxelles e il colosso americano hanno tentato di trovare un accordo sul de-bundling.
Il Covid ha accelerato l’adozione delle piattaforme di comunicazione e collaborazione (Ucc) in cloud, tra cui Teams, e l’Antitrust dell’Ue teme che Microsoft possa abusare della posizione di mercato dominante nella produttività detenuta con i pacchetti Office unendone la vendita a Teams in modo che non sia conveniente per i clienti associare ad Office un prodotto Ucc concorrente o, addirittura, rendendo Office non perfettamente interoperabile con piattaforme Ucc di altri fornitori.
“Strumenti di comunicazione e collaborazione da remoto come Teams sono diventati indispensabili per molte aziende in Europa. Dobbiamo quindi garantire che i mercati di questi prodotti rimangano competitivi e che le aziende siano libere di scegliere i prodotti che meglio soddisfano le loro esigenze. Questo è il motivo per cui stiamo indagando se il legame di Microsoft delle sue suite di produttività con Teams possa violare le regole di concorrenza dell’Ue”, ha commentato la vice presidente della Commissione europea, Margrethe Vestager, che ha delega alla Concorrenza.
Caso Microsoft: i timori dell’Antitrust Ue
Il passaggio al lavoro da remoto e la transizione delle aziende al cloud e all’adozione di software basati sul cloud per la comunicazione e la collaborazione hanno permesso l’emergere di nuovi operatori di mercato e modelli di business che offrono ai clienti la possibilità di utilizzare più tipi di software di diversi fornitori, senza la necessità di mantenere un data center interno all’azienda, si legge nella nota di Bruxelles.
Teams è esattamente uno strumento di communication and collaboration basato su cloud. Microsoft include Teams nelle sue diffusissime suite per i clienti business Office 365 e Microsoft 365, anch’esse basate sul cloud. “La Commissione teme – si legge nella nota – che Microsoft possa abusare della sua posizione sul mercato dei software per la produttività e difenderla restringendo la concorrenza nello Spazio economico europeo per i prodotti di communication and collaboration”.
Ipotesi bundle tra Teams e Office
In particolare, la Commissione teme che Microsoft possa concedere a Teams un vantaggio di distribuzione non dando ai clienti la possibilità di scegliere se includere o meno l’accesso a Teams quando sottoscrivono un abbonamento alle suite Office e che possa aver limitato l’interoperabilità tra le sue suite di produttività e le offerte concorrenti.
Secondo la Commissione, queste pratiche possono costituire vincoli o bundle anticoncorrenziali e impedire ai fornitori di altri strumenti di comunicazione e collaborazione di competere, a scapito dei clienti dello Spazio economico europeo.
Se dimostrato, il comportamento oggetto dell’indagine potrebbe violare le norme dell’Ue in materia di concorrenza, che vietano l’abuso di posizione dominante. La Commissione svolgerà quindi un’indagine approfondita in via prioritaria. L’avvio di un’indagine formale non ne pregiudica l’esito.
Fine di una lunga tregua
L’apertura del fascicolo formale di Bruxelles fa seguito allo stallo nelle trattative aperte ad aprile affinché Microsoft mettesse fine alla pratica di forzare i clienti Office a installare automaticamente Teams sui loro dispositivi, dopo la denuncia dalla rivale Slack, app di collaboration di Salesforce, nel 2020.
Secondo indiscrezioni di stampa, i colloqui tra la Commissione europea e il gigante tecnologico si sono arenati perché Microsoft vorrebbe applicare la regola del de-bundling solo alla Ue, mentre Bruxelles chiede che valga per tutto il mondo.
L’apertura dell’indagine segnerebbe la fine della “tregua prolungata” tra la Ue e Microsoft, che dura da quando la commissione l’accusò nel 2009 di aver legato Internet Explorer al suo sistema operativo Windows.