L’industria delle tlc plaude più o meno a ranghi compatti al nuovo regolamento europeo in materia di protezione dei dati. Ma al contempo auspica che la cornice di regole tracciata dalla normativa, e attualmente all’esame del Parlamento di Strasburgo, incorpori un ragionevole margine di flessibilità tale da non imbrigliare la capacità di crescita e innovazione del comparto delle comunicazioni elettroniche. E’ questo il leit motif che, sia pur con declinazioni diverse, ha serpeggiato tra i diversi interventi avvicendatisi nel pomeriggio a Bruxelles durante un incontro promosso dal deputato europeo Sean Kelly assieme alle quattro principali associazioni che rappresentano gli operatori europei: Etno, Ecta, Gsma e Cable Europe. Tra i partecipanti, il chairman di Etno Luigi Gambardella, il ceo di Telefonica UK Ronand Dunne, Pierre Louette di Orange, il chairman di Cable Europe Matthias Kurth.
L’ospite d’eccezione dell’evento era però il Commissario alla Giustizia Viviane Reding. Sua la paternità del regolamento, e quindi il compito di spegnere le eventuali preoccupazioni dell’industria. “In un mondo in cui lo scambio di dati personali è parte della nostra vita di tutti i giorni ed è il pane quotidiano delle aziende – ha spiegato il Commissario – dobbiamo tutti pensare a come trovare un giusto equilibrio tra la necessità di proteggere i dati dei cittadini e quella di favorire l’innovazione e la capacità di fare impresa. Io credo che la Commissione abbia risposto a queste esigenze”.
L’avanzamento legislativo che verrà compiuto con l’approvazione della normativa è indubbio, e di buon grado riconosciuto da tutti rappresentanti degli operatori presenti in sala. “Sin dall’inizio del processo legislativo in corso – ha ricordato in apertura il chairman di Etno Luigi Gambardella – la nostra associazione ha salutato con favore l’intenzione del vicepresidente Reding di riformare la protezione dei dati in Europa con l’obiettivo di assicurare più armonizzazione e coerenza, e al contempo di mettere in campo un quadro legislativo che tenga in conto della dimensione intrinsecamente globale del trattamento dei dati”.
Il fine principale del regolamento è, infatti, quello di debellare la parcellizzazione su linee nazionali delle norme sulla privacy inquadrandole in un unico corpo di regole a livello europeo. Allo stesso tempo, la Reding ha previsto anche obblighi più stringenti sul trattamento dei dati, che saranno estesi a tutti gli attori della catena di valore che operano servizi in Europa, a prescindere dalla loro collocazione geografica. Una norma quest’ultima che, assieme a quella sul “diritto ad essere dimenticati” (l’obbligo di rimuovere un dato dalla rete su richiesta dell’utente), piace molto poco ai colossi americani dell’hi-tech (Google, Facebook, Amazon, etc.) e li vede pertanto impegnati in una poderosa operazione di lobbying per “edulcorarla”. La partita sull’approvazione del regolamento resta ancora aperta, e non è certo esente da controversie e tenzoni sotterranee, come dimostra l’ampia mole di emendamenti presentati nel corso della discussione parlamentare.
Le quattro associazioni di operatori promotrici dell’evento di oggi, per parte loro, hanno a più riprese suonato l’allarme sul rischio di un cortocircuito legislativo tra la nuova normativa e la direttiva ePrivacy, in vigore da poco più di due anni. Se n’è giustamente parlato a lungo durante l’incontro. Come già paventato dalle stesse Gsma e Etno in un paper congiunto pubblicato lo scorso luglio, le principali disposizioni della direttiva ePrivacy avrebbero dovuto essere integrate o quanto meno accordate alla proposta di regolamento. Cosa che nei fatti non è avvenuta. Con il risultato che gli operatori potrebbero presto vedersela con un doppio regime di regole e vincoli. Si tratta d’incongruenze che devono essere affrontate il prima possibile, hanno scandito diversi oratori, perché la certezza legislativa è “vitale” per lo sviluppo economico del comparto. Una istanza che è stata raccolta da Sean Kelly, il deputato britannico che ha ospitato l’iniziativa. “Il regolamento deve offrire norme eguali in tutti i settori, sia online che offline. Come decisori pubblici, dobbiamo lavorare affinché la direttiva ePrivacy e regolamento non confliggano l’una con l’altra”.
Resta fermo il pieno sostegno allo spirito del regolamento. “L’industria europea delle comunicazioni elettroniche – spiegano Etno, Ecta, Gsma, e Cable Europe in una nota – è ben equipaggiata per accomodare la domanda di servizi innovativi basati sull’uso responsabile dei dati a beneficio di consumatori e aziende”. Il regolamento “ha il potenziale per accelerare il mercato unico per i servizi telecom, migliorando l’esperienza online dei cittadini europei”.