Tim chiude il primo semestre con fatturato e ebitda in crescita, in linea con i target. Nei primi sei mesi 2023 i ricavi totali si sono attestati a 7,8 miliardi di euro, (+ 3,5% anno su anno), con quelli da servizi che registrato una crescita del 2,3% a 7,2 miliardi. L’ebitda organico cresce del 4,7% superando i 3 miliardi.
“Abbiamo mantenuto quanto promesso e abbiamo buona visibilità sull’andamento di ricavi ed Ebitda nel secondo semestre – ha detto l’Ad Pietro Labriola, commentando i risultati in conference call.
I conti del trimestre
Nel secondo trimestre il fatturato di gruppo è stato pari a a 4 miliardi (+2,8%), di cui 3,7 miliardi provenienti da servizi. L’ebitda ammonta a 1,6 miliardi (+5,6%).
Il business domestico ha registrato la prima crescita (+0,6% anno su anno), a 2,9 miliardi di euro dopo 20 trimestre di contrazione. Scendono lievemente i ricavi da servizi (-0,9%) che si attestano 2,6 miliardi, ma a un ritmo inferiore rispetto al -2,4% registrato nel primo trimestre 2023. Dopo 21 trimestri si stabilizza anche il trend del margine operativo lordo, in crescita dello 0,5% a 1,1 miliardi.
L’indebitamento finanziario
L’indebitamento finanziario netto al 30 giugno tocca quota 26,2 miliardi di euro, in aumento di altri 800 milioni rispetto al 31 dicembre 2022. Anche l’indebitamento finanziario netto after lease sale di 0,8 miliardi a 20,8 miliardi complessivi.
Decisamente positivo il giudizio di Intermonte sui conti. “L’appeal speculativo dell’operazione NetCo (offerta vincolante di Kkr entro fine settembre, potenziale coinvolgimento di F2i/Cdp/Mef), il ritorno alla crescita in Italia e gli ultimi sviluppi del settore (rialzo dei prezzi, potenziale consolidamento del mercato, Pnrr) fanno ben sperare per il prossimo futuro, sostenendo un ambiente più favorevole agli investimenti, migliori ritorni sul capitale e una concorrenza più sostenibile – osservano gli analisti – Riteniamo che il mercato stia sottovalutando in modo significativo il valore di break-up di Tim e l’importante upside derivante dal piano di trasformazione dell’amministratore delegato Labriola”.
Tim Consumer
Tim consumer registra ricavi totali e ricavi da servizi in calo rispettivamente del 5,6% anno su anno e del 4,9% nel trimestre anno su anno, in miglioramento rispetto ai trimestri precedenti.
Forte miglioramento degli indicatori di performance nel mobile: le line losses si son ridotte del 75% rispetto al primo trimestre grazie al maggior numero di attivazioni e, soprattutto, al minor numero di cessazioni. Nella ‘mobile number portability’ – il flusso verso altri operatori – Tim registra il miglior risultato tra gli operatori infrastrutturati: dopo cinque anni, il saldo netto di Tim torna positivo, a +5 mila linee, mentre prosegue la riduzione del volume complessivo a livello di mercato (-11%), a dimostrazione del raffreddamento della competizione nella parte a maggior valore (clientela high-spending). Il saldo delle linee nel segmento fisso è migliorato su base annua. Le minori attivazioni rispetto al primo trimestre sono state parzialmente compensate da un calo delle cessazioni. In costante miglioramento i parametri relativi al “bad debt” con una conseguente riduzione del costo del credito. È stata avviata anche la strategia “Customer-as-a-Platform”, volta all’offerta di un portafoglio di servizi oltre il core-business con l’obiettivo di aumentare la fedeltà della base clienti e di generare nuovi flussi di ricavi.
Tim Enterprise
La unit segna un incremento dei ricavi totali e dei ricavi da servizi rispettivamente dell’1,1% anno su anno e del 2,3% nel trimestre anno su anno, con una crescita leggermente inferiore rispetto al primo trimestre principalmente a causa della contrazione dei volumi della connettività (fonia tradizionale). Entrando nel dettaglio de ricavi da servizi si registra un -6% di Connettività e un -4% di IoT. Volabo Cloud (+13%) e Security (+5%).
Nel loro complesso, i servizi Ict hanno generato il 58% dei ricavi da servizi nel semestre, in linea con il 2022. La crescita dei ricavi da servizi negli ultimi 12 mesi è stata pari al 7,3%.
La pipeline commerciale, invece, grazie anche alla spinta sopra le attese del Polo Strategico Nazionale (Psn), vede un importo delle negoziazioni in corso di circa 1 miliardo di euro.
NetCo
NetCo riporta ricavi totali e ricavi da servizi in crescita rispettivamente del 7,8% anno su anno e del 2,2% nel trimestre anno su anno “grazie a un migliore mix di tecnologie (dal rame alla fibra) e ai nuovi prezzi regolamentati per il 2023 a valle dell’approvazione definitiva da parte di Agcom delle nuove tariffe wholesale per l’anno in corso, con decorrenza dallo scorso 1° gennaio”, spiega la nota Tima. La decisione rappresenta un’inversione di tendenza rispetto a un trend decennale di riduzione delle tariffe.
Per quanto riguarda le performance operative, il roll-out della fibra è in linea con l’obiettivo di raggiungere il 48% di copertura delle unità tecniche immobiliari entro il 2025. Al 30 giugno,
NetCo gestiva circa 15,8 milioni di accessi fissi (di cui oltre il 70% in tecnologie Ubb) con una quota di mercato del 79% e una copertura in Fttx di circa il 95% delle linee attive (circa il 61% con velocità superiore a 100 Mbps). Le unità tecniche raggiunte con tecnologia Ftth erano 8,2 milioni, pari a una copertura del 34%, in crescita di 6 punti percentuali rispetto al 30 giugno 2022.
I bandi
Nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) è stata completata la complessa fase di avvio dei progetti. Con riferimento al bando 5G Backhauling il Gruppo ha chiuso la seconda milestone prevista al 30 giugno realizzando collegamenti in fibra ottica su oltre 1.000 siti radiomobili 5G presenti in 450 comuni. Relativamente al Piano Italia 1 Giga sono stati realizzati collegamenti ultrabroadband per circa 95.000 civici in circa 260 Comuni previsti nei lotti aggiudicati.
Per il bando Italia 1Giga sono stati progettati e avviati alla copertura oltre 450.000 civici, mentre per il 5G Backhauling sono stati progettati circa 5.600 siti. Rispetto agli obblighi da bando, la società ha completato l’attività da walk-in il 30 giugno, con un mese di anticipo sulla scadenza prevista dal Piano Italia 1 Giga.
Per quanto riguarda i ritardi sulla aree grigie, Labriola si è detto fiducioso sul recupero dei ritardi, ricordando che il bando della gara per la copertura del territorio in banda ultralarga si basava su un database con il numero teorico di unità da collegare dove bisognava “verificare se per ogni unità ci fosse veramente un abitazione oppure no”. “Durante le ispezioni abbiamo visto che nel 55% dei casi – ha aggiunto – non c’erano abitazioni o unità da collegare”; per cui la sottoperformance emersa sulla stampa fa riferimento al numero teorico e non le unità effettivamente connesse. “Su questo si dovrebbe basare l’eventuale multa teorica qualora non ce la facessimo, sul reale 45% – ha detto – Per ogni tappa bisogna raggiungere il “70% dei target e in caso di mancato raggiungimento potrebbe arrivare anche la revoca completa, ma è previsto un periodo di ‘curing’ al fine di recupero di un anno”.
Continua la trattativa con Kkr
“Il piano di Delayering per la cessione di NetCo sta procedendo secondo i programmi stabiliti: dopo la decisione del cda di Tim dello scorso 22 giugno di avviare in esclusiva la negoziazione con Kkr, sono in corso tutte le attività necessarie per arrivare alla ricezione di un’offerta conclusiva vincolante entro e non oltre il prossimo 30 settembre”, precisa la nota.
Dettagli in più sul dossier NetCo e sull’offerta di Kkr sono emersi in conference call. ”Sarà un accordo industriale – ha puntualizzato l’Ad – Una volta accettata l’offerta vincolante impiegheremo circa 9-12 mesi per realizzare l’operazione e ottenere le autorizzazioni”. E nell’offerta rientra anche Sparkle.
”Non ci aspettiamo problemi specifici a livello di antitrust. Se ci sarà la partecipazione di qualche attore italiano il processo di golden power sarà più semplice – ha poi spiegato – ”Teniamo presente che la Netco oggi non è una compagnia. Prevediamo che le cose procederanno, ma non possiamo dare dettagli. Per ora abbiamo un’offerta non vincolante che comprende anche Sparkle. In ogni caso la decisione su Netco la prenderà il Cda dopo aver ricevuto una offerta vincolante da Kkr. Ciò che rimane in ServiceCo deve essere sostenibile dal punto di vista industriale e finanziario”.