IL PROVVEDIMENTO

Raccolta dati a fini pubblicitari: per Meta 88.500 euro di multa al giorno

Il Garante Privacy norvegese annuncia il via alla sanzione a partire dal 14 agosto e fino al 3 novembre, ma potrebbe diventare permanente se la società di Zuckerberg non metterà in atto adeguate misure. Secondo l’autorità su Facebook e Instagram utilizzate tecnologie di tracciabilità per il marketing comportamentale con “sorveglianza altamente invasiva degli utenti”. La società non ci sta e si appella al tribunale distrettuale di Oslo

Pubblicato il 09 Ago 2023

privacy-140923170703

La Norvegia ha deciso di imporre multe giornaliere a Meta per non aver adempiuto a una serie di obblighi sulla privacy. “A partire da lunedì prossimo, verranno applicate sanzioni giornaliere del valore di un milione di corone norvegesi (circa 88.500 euro)“, ha annunciato Tobias Judin, responsabile delle operazioni internazionali presso Datatilsynet, il garante della privacy di Oslo.

L’evoluzione del caso

Lo scorso luglio, l’autorità aveva ricordato al colosso dei social media che l’approccio utilizzato per raccogliere i dati personali dei cittadini norvegesi a fini pubblicitari, e in particolare per iniziative mirate, non è conforme alle regole del Paese. Più nello specifico, secondo il garante, Meta sarebbe dedita a un marketing comportamentale scorretto, in quanto sfrutta le tecnologie di tracciabilità delle operazioni dei navigatori per ottenere “una sorveglianza altamente invasiva degli utenti“.

Il 4 agosto è scattata la scadenza per l’attuazione delle richieste di modifica da parte di Meta e, quindi, a partire dal 14 agosto sarà applicata la sanzione attraverso la multa giornaliera, prevista al momento fino al 3 novembre. Se il Garante della privacy norvegese decidesse di sottoporre la questione al Comitato europeo per la protezione dei dati, le multe potrebbero essere rese permanenti o continuare fino a quando Meta non deciderà di correggere le sue pratiche.

Ma Meta contesta il divieto al tribunale distrettuale di Oslo

La società di Mark Zuckerberg però non ci sta, e ha già chiesto al tribunale distrettuale di Oslo un’ingiunzione preliminare contro il divieto. “Meta dice che è pronta a esaminare come può conformarsi legalmente in futuro” a tale divieto, commenta il garante per la privacy, che sottolinea: “per come la vediamo, non ha ancora fermato l’attività illegale. In altre parole, riteniamo che il divieto non sia stato rispettato.

Tobias Judin spiega che “l’autorità norvegese per la protezione della privacy ritiene che le condizioni per un’ingiunzione provvisoria non siano state soddisfatte. Meta può e deve seguire la nostra decisione. I diritti alla privacy degli utenti norvegesi di Facebook e Instagram saranno violati ogni giorno che Meta non si allinea alla nostra decisione”. Secondo Judin, “la pubblicità comportamentale di Meta comporta una sorveglianza intrusiva dei suoi utenti, con un impatto negativo sul loro diritto alla protezione dei dati e alla libertà di informazione”, senza contare che sulle piattaforme in questione sono presenti molti utenti vulnerabili, come “giovani, anziani e persone con disabilità cognitive. Siamo anche preoccupati che i dati personali sensibili possano essere utilizzati a fini pubblicitari”.
Ora la palla passa al tribunale distrettuale, che dovrebbe decidere entro agosto: se il giudice concede un’ingiunzione preliminare, Meta non dovrà rispettare il divieto dell’autorità per la protezione dei dati in attesa di un processo completo.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati