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Privacy, stretta cinese sulle app: dovranno condividere i dati con il governo

La strategia del ministero dell’Informazione per tenere sotto controllo le attività delle big tech locali: a tutti i fornitori di applicazioni per dispositivi mobili sarà richiesto di depositare i dati aziendali. Il periodo di transizione durerà fino a marzo 2024, poi scatteranno le sanzioni

Pubblicato il 09 Ago 2023

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La Cina stringe ancora i controlli sull’economia digitale prendendo di mira le app mobili: dovranno comunicare le informazioni sulla loro attività al governo di Pechino, adeguandosi entro marzo del 2024, o andranno incontro a sanzioni.

La norma, comunicata dal Ministero dell’Industria e dell’Information Technology (Miit), riguarda tutti i fornitori di app mobili che offrono applicazioni in Cina e mira, nelle intenzioni dichiarate, a combattere le frodi online. Di fatto, è una regola che colpisce sia gli sviluppatori locali sia quelli stranieri che vendono sull’App Store di Apple.

Apple ha già ritirato dal suo negozio diverse app di intelligenza artificiale in risposta a precedenti disposizioni di Pechino, ma la nuova norma potrebbe influire sulla disponibilità anche di popolari app di social media come X, Facebook e Instagram. L’uso di queste piattaforme non è consentito in Cina, ma i cinesi possono scaricarle dagli app store e usarle quando viaggiano all’estero.

Il controllo di Pechino sulle app mobili

L’effetto probabile della stretta di Pechino è che il numero di app disponibili per gli utenti mobili in Cina si ridurrà e che il controllo del governo si farà più severo. Tu Yunting, avvocato degli uffici legali DeBund con sede a Shanghai, sentito da Reuters, ha evidenziato che la norma implica che le app mobili devono essere approvate dal ministero dell’Industria e dell’It. 

Inoltre, Rich Bishop, cofondatore della società di pubblicazione di app AppInChina, ha affermato che la nuova regola probabilmente influenzerà gli sviluppatori stranieri che sono stati in grado di pubblicare facilmente le loro app attraverso l’App Store di Apple senza mostrare alcuna documentazione al governo cinese. Per rispettare le nuove regole, gli sviluppatori di app ora devono avere un’azienda in Cina o lavorare con un editore locale.

 Gli effetti per l’App Store 

La scorsa settimana Apple in Cina ha ritirato oltre un centinaio di app di intelligenza artificiale dal suo App Store per conformarsi alle normative dopo che il governo di Pechino ha introdotto un nuovo regime di licenze per le app di intelligenza artificiale generazionale.

La nuova norma si estende però a tutte le app mobili e include, ha indicato il Miit, le società “impegnate nei servizi di informazione su Internet attraverso app in settori come notizie, editoria, istruzione, film e televisione e religione”. Anche queste dovranno presentare la documentazione pertinente.

La Cina ha già introdotto alcuni anni fa regole simili per il settore del gaming: le app dei giochi per dispositivi mobili devono ottenere specifiche licenze prima del lancio nel paese. Di conseguenza, decine di migliaia di giochi senza licenza sono stati eliminati da Pechino da vari app store nel 2020.

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