LA STRATEGIA UE

Chips Act: in Europa già 70 progetti, investimenti verso i 100 miliardi

Il Commissario Breton fa il punto sulla roadmap del piano che punta a rafforzare la produzione continentale raggiungendo una quota di mercato globale del 20% dal 9% attuale, a recuperare autonomia e a spingere innovazione e ricerca. “Metteremo in campo risorse aggiuntive prima del previsto”. 19 i Paesi che hanno avviato azioni concrete

Pubblicato il 10 Ago 2023

thierry – breton

L’Unione europea investirà entro il 2030 oltre 100 miliardi di euro per portare la produzione dell’Ue di chip elettronici e semiconduttori al 20% della capacità mondiale. Lo ha affermato il commissario europeo per il Mercato unico, Thierry Breton, in un’intervista all’emittente radiofonica francese Rtl, aggiungendo che l’Ue potrebbe raggiungere questo obiettivo anche prima del previsto.

Il commissario ha ricordato il ruolo del Chips Act, che finora ha stanziato 43 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati, e ha salutato con favore l’annuncio dell’apertura in Germania della prima fabbrica europea di Tsmc, contractor dei chip: “L’Europa riprende in mano il suo destino”, ha detto il commissario Ue.

Chip in Ue, già in campo 70 progetti in 19 Paesi

Il progetto di Tsmc si aggiunge ad altri già spinti dall’Europa per produrre chip, come quelli di STMicro Electronics e Global Foundries a Grenoble. “Ci sono ora più di 68 progetti in 19 Paesi che ci permetteranno di recuperare la nostra competitività, soprattutto rispetto all’Asia, e anche la nostra autonomia strategica”, ha affermato Breton.

La fabbrica di semiconduttori di Tsmc a Dresda – un progetto che vale in totale 10 miliardi di euro – rappresenta “il culmine della strategia industriale che porto avanti come commissario europeo da 4 anni“, ha affermato Breton. “Abbiamo fatto in modo che l’Europa riprenda in mano il suo destino e abbia la capacità di produrre sul territorio europeo i microprocessori di cui abbiamo bisogno”.

Nel 1990 l’Europa produceva il 40% dei chip globali (dati di Statista).

“Avevamo questa capacità 30 anni fa”, ha dichiarato Breton, “ma l’abbiamo gradualmente persa a favore dell’Asia e ora raggiungiamo solo il 9% della produzione globale”.

Sovranità tecnologica e concorrenza

L’Unione europea vuole costruire la sua sovranità tecnologica anche facendo evolvere le sue regole sulla concorrenza, oggi “troppo ingenue”, ha continuato Breton. L’articolo 43 del trattato di Lisbona firmato nel 2007 vieta, infatti, qualsiasi restrizione alla libera circolazione dei capitali con i paesi esterni all’Ue. Ma ora “Siamo in competizione con l’Asia e gli Stati Uniti”, ha ricordato il commissario europeo.

Intanto l’attività legislativa europea ha colmato il gap sul settore dei semiconduttori con il Chips Act, che ha ottenuto il via libera definitivo del Consiglio Ue lo scorso luglio. Il regolamento mira a creare le condizioni per lo sviluppo di una base industriale nel campo dei semiconduttori in Europa, attrarre investimenti, promuovere la ricerca e l’innovazione e preparare i Paesi membri a qualsiasi futura crisi dell’approvvigionamento dei chip.

Il programma dovrebbe mobilitare 43 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati (3,3 miliardi di euro dal bilancio dell’Ue), con l’obiettivo di raddoppiare la quota di mercato globale nei semiconduttori detenuta dall’Ue dall’attuale 10% ad almeno il 20% entro il 2030.

Il Consiglio ha anche approvato una modifica del regolamento che istituisce le imprese comuni (joint undertakings) nell’ambito di Horizon Europe, così da consentire l’istituzione dell’impresa comune “Chip”, che è fondata sull’impresa comune “Tecnologie digitali fondamentali” e la rinomina.

Germania e Francia in pole per i progetti europei dei chip

Tsmc, la società taiwanese maggior produttore indipendente di semiconduttori al mondo, costruirà una fabbrica di semiconduttori nella città tedesca di Dresda con un investimento di 3,5 miliardi di euro. L’impianto sarà realizzato sotto la supervisione di una controllata della Tsmc, la European Semiconductor Manufacturing Company (Esmc), e sarà costruito congiuntamente con Bosch, Infineon e Nxp, ciascuno dei quali deterrà il 10% nella joint venture. Tsmc deterrà il 70%.
Dresda è un crocevia importante per il comparto dei chip: lo scorso maggio, la società tedesca Infineon ha avviato la costruzione di una fabbrica di chip da 5 miliardi di europroprio in città. E anche Bosch e la società statunitense Globalfoundries hanno grandi stabilimenti a Dresda.
Anche Intel investirà in Germania. Il chipmaker e il governo federale tedesco hanno firmato una lettera d’intenti per la realizzazione di due fabbriche di wafer per i chip che avranno sede  a Magdeburgo, nello Stato di Sassonia-Anhalt. Il progetto vale 30 miliardi di euro; è previsto un supporto governativo che include incentivi pari – secondo indiscrezioni di stampa – a 9,9 miliardi.

Sarà realizzata invece in Francia, a Grenoble, la nuova fabbrica di semiconduttori di StMicroelectronics e GlobalFoundries. Il progetto sarà sostenuto da 2,9 miliardi di euro di fondi pubblici.

Il ministro dell’Economia Bruno Le Maire ha dichiarato che l’accordo garantisce che lo Stato francese possa potenzialmente impadronirsi del “5% della produzione industriale della fabbrica solo per i produttori francesi” se il Paese dovesse affrontare un’interruzione della catena di approvvigionamento, conformemente all’obiettivo di “de-risking” che la Francia ha nei confronti dell’instabilità geopolitica.

Risulta invece ancora ferma la trattativa tra Intel e governo italiano. Il colosso dei chip ha avviato un ampio programma di investimenti decennale in Europa per circa 80 miliardi, incentrato su un mega complesso di produzione di chip a Magdeburgo, in Germania. L’Italia è in lizza per ospitare l’impianto per il confezionamento e l’assemblaggio avanzato dei processori, un progetto da 4,5 miliardi. Ma risalgono allo scorso dicembre le ultime dichiarazioni della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che annunciava la calendarizzazione di un incontro ai primi giorni del 2023.

La trattativa riguarda la richiesta dell’azienda al governo di un aumento delle sovvenzioni, messe a disposizione attraverso il Chips Act Ue, 43 miliardi di dollari per stimolare l’industria dei chip del continente. E quindi in ogni caso il progetto dovrà ottenere anche il disco verde della Ue oltre che quello del governo tedesco.

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