La Russia ha avviato una fase di prova per l’introduzione di un rublo digitale basato sulla tecnologia blockchain. L’obiettivo dichiarato è quello di limitare l’impatto delle sanzioni imposte dalla comunità internazionale per l’intervento militare in Ucraina. Si tratta di una delle alternative al sistema di pagamenti globali Swift – dal quale le banche russe sono state in gran parte bandite – sviluppate per aggirare l’impossibilità di utilizzare la piattaforma per perfezionare le proprie transazioni con l’estero.
Così la Russia testa il rublo digitale
“Vtb è diventata la prima banca a testare con successo transazioni con rubli digitali all’interno della sua applicazione mobile”, ha affermato in una nota il secondo istituto di credito più grande della Russia, ma la fase di prova supervisionata dalla Banca centrale russa (Bcr) coinvolgerà altre 12 banche e 600 persone, che avranno la possibilità di effettuare pagamenti con la valuta digitale presso 30 punti vendita dislocati in 11 città del Paese. Alla fine, “le operazioni saranno gratuite per i cittadini e con una commissione minima per le imprese”, ha sostenuto la Bcr.
A differenza delle criptovalute, anch’esse basate sulla blockchain ma gestite attraverso sistemi privati e decentralizzati, il rublo digitale fa parte di un sistema Central bank digital currency (Cbdc), ampiamente controllato. Viene quindi emesso direttamente dalla Banca centrale russa e conservato in portafogli elettronici. La Russia diventa così il 21esimo Paese al mondo a entrare nella fase sperimentale per lanciare una moneta digitale, stando al conteggio dei ricercatori del Consiglio Atlantico, in un momento in cui molti Stati hanno iniziato a riflettere sull’argomento. Solo altri 11, tra cui la Nigeria, hanno già introdotto una Cbdc. Mosca spera di estendere il rublo digitale a tutti i russi che lo desiderano “entro il 2025-2027”.
Secondo alcuni osservatori, l’introduzione di una moneta digitale così concepita consentirà al governo russo di controllare ancora di più i suoi cittadini e di rendere più opaca la circolazione di denaro.
E la Banca centrale russa alza i tassi di interesse al 12%
Nel frattempo la Banca centrale russa ha alzato i tassi di interesse dall’8,5% al 12%. La mossa è arrivata dopo che il rublo aveva toccato i minimi da un anno mezzo sul dollaro superando la soglia dei 100 rubli per la valuta statunitense. Il cambio si attesta ora in area 96,53 rubli per dollaro, in ulteriore rafforzamento dai 97 di ieri.
La Bcr ritiene inoltre “possibile” un ulteriore aumento in caso di un’accelerazione del rialzo dei prezzi. “Questa decisione è stata presa al fine di limitare i rischi gravanti sulla stabilità dei prezzi”, ha spiegato la Banca centrale in un comunicato stampa dopo una riunione di emergenza che si è tenuta ieri. A fronte di “pressioni inflazionistiche che continuano ad aumentare” (4,4% il 7 agosto su un anno), la Bcr ha quindi dichiarato di ritenere necessario aumentare il proprio tasso di riferimento di 3,5 punti percentuali per puntare “a un ritorno dell’inflazione a 4% nel 2024”. E per l’appunto ha anche precisato che si riserva il diritto di prendere “nuove decisioni” nelle prossime settimane.
L’iniziativa segue a ruota una serie di critiche arrivate direttamente dal Cremlino. L’altroieri Maxim Orechkine, consigliere economico di Vladimir Putin, aveva puntato il dito contro la “politica monetaria flessibile” della Bcr in una colonna pubblicata dall’agenzia di stampa statale Tass. Prima di sottolineare che “un rublo forte è nell’interesse dell’economia russa”.
Da diverse settimane la caduta libera della valuta è inesorabilmente accompagnata da un ritorno dell’inflazione, che si aggiunge al costo crescente del conflitto ucraino, facendo temere molti russi per il loro tenore di vita, già danneggiato da un aumento significativo dei prezzi lo scorso anno, legato all’impatto delle sanzioni in risposta all’aggressione dell’Ucraina.
Una delle cause principali della caduta della moneta nazionale è lo stato del commercio estero. La Russia risente in particolare del forte calo dei ricavi legato alla vendita dei suoi idrocarburi, sotto l’effetto delle sanzioni e della determinazione degli europei a uscire dalla dipendenza energetica.
Dall’inizio dell’anno la valuta russa ha perso quasi il 25% nei confronti del dollaro e dell’euro. Alla Borsa di Mosca, rassicurati dall’annuncio della Bcr, il cambio è migliorato: è stato necessario pagare 98,2 rubli per ottenere un dollaro e 107,3 rubli per un euro. Per far fronte alla situazione in rapido deterioramento, la Bcr aveva già annunciato la scorsa settimana la sospensione fino alla fine dell’anno dei propri acquisti di valuta sul mercato nazionale dei cambi, misura ritenuta però insufficiente da diversi osservatori.
L’indebolimento del rublo d’altra parte permetterà allo Stato russo di rimpinguare le proprie casse, perché per ogni dollaro o euro attualmente acquisito, il governo ha di fatto più rubli per coprire le proprie spese, che sono aumentate vertiginosamente a causa del conflitto in Ucraina.