IL CASO

Musk-Zuckerberg, il “duello” in Italia non si farà

Il patron di Twitter ringrazia il ministro Sangiuliano per la disponibilità e dà la colpa al numero uno di Meta: “Io comunque sono sempre pronto a combattere”

Pubblicato il 17 Ago 2023

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Il combattimento di arti marziali miste tra Elon Musk, fondatore di Tesla e SpaceX, oltre che proprietario di Twitter, e Mark Zuckerberg, creatore della galassia che fa riferimento a Facebook, non si farà. A confermarlo è stato lo stesso Musk in un tweet di risposta al ministro italiano della cultura, Gennaro Sangiuliano, che si era detto disponibile a ospitare il combattimento in una location in Italia. E – a dire di Musk – la colpa del dietrofront sarebbe proprio di Zuckerberg, che avrebbe preteso che a organizzare l’incontro fosse la Ufc, “Ultimate fighting championship”, la federazione di riferimento per chi pratica l’Mma (Mixed martial arts).

Il tweet di Elon Musk

 “Voglio ringraziare il ministro Sangiuliano per la gentilezza e la disponibilità nel voler organizzare un evento di intrattenimento, culturale e di beneficenza in Italia – scrive Musk  su X, il nuovo nome di Twitter, mettendo la parola fine alle voci sul combattimento – Volevamo promuovere la storia dell’Antica Roma con il supporto di esperti e allo stesso tempo raccogliere soldi per i veterani americani e gli ospedali pediatrici in Italia. Zuckerberg ha rifiutato l’offerta perché non è interessato a questo approccio. Vuole solo combattere se è la Ufc organizzare l’incontro. Io comunque sono sempre pronto a combattere”.

L’apertura del ministro Sangiuliano

Il ministro della cultura si era reso disponibile a cercare una location per l’incontro tra i due imprenditori simbolo delle big tech, e aveva chiarito la sua posizione in un’intervista a RaiNews24 il giorno di ferragosto: “Da parte mia c’è la disponibilità a parlarne – aveva detto – Ma in ogni caso non è l’organo politico a dare la disponibilità. In questi casi la disponibilità la danno sempre i tecnici preposti alla gestione dei siti artistici, sono loro che ci dicono che se un evento si può fare e se è compatibile con la tutela e la salvaguardia del patrimonio, che è la nostra prima preoccupazione”. “Io ho il dovere di ascoltare le proposte in tal senso. Mi sembrava che Roma non potesse essere comunque destinata a questo tipo di evento”, sottolineando che l’intenzione del ministero sarebbe stata di destinare “l’ingente donazione” prevista per sostenere gli ospedali pediatrici.

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