Sprint Nextel, Dish “aggira” l’ostacolo Softbank

La nipponica ha tentato di bloccare l’operazione. Ma Dish è riuscita a mettere insieme quattro banche pronte a mettere sul piatto i 9 miliardi di dollari necessari a formalizzare l’offerta di acquisto da 25,5 miliardi

Pubblicato il 16 Mag 2013

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Non si spegne lo scontro fra Dish e SoftBank per il controllo dell’operatore di telefonia mobile Sprint Nextel. Dopo il tentativo di “boicottaggio” intentato dall’azienda giapponese, che ha cercato di bloccare l’offerta di Dish contattando direttamente le banche che avrebbero potuto essere coinvolte nell’operazione, adesso arriva il rilancio.

Il broadcaster americano della pay tv è riuscito infatti ad aggirare l’ostacolo, riunendo – stando a quanto riportato dal Financial Times – un consorzio di quattro banche, disponibili a fornire quei 9 miliardi di dollari necessari per formalizzare l’offerta d’acquisto rispettando l’impegno iniziale, ovvero 25,5 miliardi di dollari. Gli istituti che hanno accettato di erogare il prestito sono Barclays, Jefferies, Royal Bank of Canada e Macquarie.

Charlie Ergen, numero uno di Dish, ha ottenuto dalle quattro banche un’iniezione immediata di liquidità pari a 2,5 miliardi di dollari, mentre il resto verrà finanziato tramite prestiti sindacati (cioè gestiti tramite fondi comuni a tutti gli investitori da una o più banche commerciali, ndr), alimentati anche da emissioni obbligazionarie.

Sembra essere stato inefficace, almeno per ora, il tentativo di SoftBank di scoraggiare le banche a partecipare all’operazione. Qualora Citigroup, Credit Suisse, DBS of Singapore, Deutsche Bank, ANZ, JpMorgan, HSBC, Mizuho of Japan e Morgan Stanley decidessero di supportare Dish, SoftBank impedirebbe loro di partecipare alla spartizione della torta subito dopo la quotazione in Borsa di Alibaba, portale di e-commerce posseduto per un terzo proprio da SoftBank, il cui debito è stato rifinanziato per 8 miliardi di dollari proprio da questi istituti.

Certo un bel deterrente, ma non è detto che funzioni. SoftBank spera comunque di impedire a Dish di segnare questo importante gol, che la porterebbe a controllare l’83% di Sprint, con un nuovo bacino di clientela a cui offrire i servizi bundle di telefonia fissa, mobile, internet e pay tv. Le trattative potrebbero ancora durare a lungo, stando ai diretti interessati, soprattutto se nessuna delle due parti rinuncerà al braccio di ferro. Nel frattempo, le azioni di Sprint continuano a salire sulla scia di questa lotta.

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