COMUNICATORE ITALIANO

Comunicatore Italiano: abolizione Imu strumentale per il 65,8% della Rete

Secondo un’indagine del Comunicatore Italiano solo nel 34,2% delle discussioni online la tassa sugli immobili è considerata iniqua

Pubblicato il 16 Mag 2013

Luciana Maci

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Il 65,8% del web ritiene che il dibattito sull’Imu rappresenti, in vari modi, una strumentalizzazione della politica. È quanto emerge da una sezione della ricerca sulla web reputation realizzata da “Il Comunicatore Italianosullo startup del governo Letta, sul Movimento 5 Stelle e appunto il tema Imu: si tratta dell’unica ricerca realizzata sul 100% delle fonti web, complessivamente 80.000 in Italia, estraendo il dato integrato siti/blog/forum in un arco di tempo che va dal primo settembre 2012 al 5 maggio 2013.

Prendendo in esame la tassa sugli immobili introdotta dal governo Monti, di cui è stato recentemente disposto un rinvio per la prima casa dall’esecutivo guidato da Enrico Letta, “Il Comunicatore Italiano” ha passato al vaglio 2000 discussioni online. È emerso che per il 29,3% si tratta di “un ricatto politico del Pdl”, per il 14,2 è un “confronto propagandistico lontano dai veri problemi del Paese”, il 12,9% sottolinea “l’impossibilità di trovare un’adeguata copertura in cassa” e il 9,4% parla di “una battaglia opportunistica del Pdl”. In totale il 65,8 esprime, in varie forme, il proprio scetticismo, una quota decisamente superiore al 34,2% che invece definisce “liberatorio il ritiro di una tassa iniqua”.

Ma lo studio spazia anche su altri temi d’attualità. Per esempio è confermata la prevalenza nel mondo Internet, in termini quantitativi, del leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, rispetto a Letta e anche al vicepremier Angelino Alfano. Su Twitter, al 5 maggio 2013, Grillo superava gli 1,280 milioni di follower, mentre Alfano oltrepassava i 100.000, più dei 98mila di Letta. Però quest’ultimo dal 6 febbraio ha incrementato i follower del 236%, mentre gli altri si attestano intorno a un +40%: segno che comunque la sua ascesa al ruolo di primo ministro ha suscitato interesse nel popolo del web.

Anche su Wikipedia vince il comico genovese, che da settembre 2012 a maggio 2013 può vantare 1 milione e 99mila visualizzazioni, al primo posto dopo Berlusconi con 1 milione e 17mila. Più in basso Letta (616mila), che però registra un picco dopo la nomina a premier. Tuttavia, secondo il Comunicatore Italiano, il primo ministro “non produce ancora la dimensione qualitativa definita dal suo ruolo”. Invece il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, “registra un forte apprezzamento numerico e qualitativo per la sua rielezione”.

Grillo primeggia anche su Facebook: analizzando il valore associato al numero di utenti individuali che hanno compiuto un’azione in cui viene coinvolta la pagina Fb (come ad esempio un “mi piace”, un commento, una condivisione dei post della pagina ecc. ecc.), l’artista genovese fa registrare circa 200.000 “azioni”, mentre Letta, Berlusconi e Alfano sono tutti sotto la soglia delle 50.000.

Anche il M5Stelle è primo in questa classifica, seguito dal Pd: segno, secondo il Comunicatore Italiano, di un “palese malessere degli elettori Pd che più stanno animando il dibattito in rete”.

I social network si confermano come il “luogo” virtuale di maggiore discussione e interazione su temi politici e in particolare sui partiti e sui loro leader. Notevole la presenza del blog, con interventi molto “schierati”, sia a destra e a sinistra. Minoritario invece, in maniera significativa, il web 1.0 (in particolare giornali e media tradizionali).

A questo proposito il 66,2% della discussione sul governo Letta avviene sui social network, a conferma dell’attenzione dei cittadini e della loro volontà di verificare se l’incarico corrisponde alle aspettative di cambiamento. Ma, se il 40,9% del campione lo definisce un “imprescindibile governo di scopo”, oltre il 30% lo giudica un “inciucio politico”. Per il 19% è un “importante passo di rinnovamento istituzionale”, mentre secondo l’8,7% è una forma di “sudditanza alla finanza e all’Europa”.

“Giova riportare – dichiara Pier Domenico Garrone, fondatore de Il Comunicatore Italiano – che l’analisi riguarda la platea Italia composta oggi da oltre il 74% delle famiglie italiane connesse e consuma il prodotto televisivo per il 69% , +6% della media europea. La platea è cresciuta in maniera considerevole dopo il voto proprio per discutere della cosa pubblica, dei partiti, dei luoghi e delle persone a qualsiasi titolo beneficiate ed operanti sulla spesa pubblica”.

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