LAVORO

Call center, Urso convoca il tavolo crisi Almaviva Contact

L’incontro al Ministero delle Imprese con azienda e sindacati fissato per martedì 12 settembre. La vicenda va avanti da mesi: in ballo i 500 addetti, in cassa integrazione a zero ore, che lavoravano alla commessa del numero di emergenza Covid “1500” dismesso a fine dicembre 2022. Le organizzazioni sindacali: “Servono impegni strutturali e concreti”

Pubblicato il 30 Ago 2023

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È convocato martedì 12 settembre il tavolo di crisi Almaviva Contact al Ministero delle imprese e made in Italy sulla vicenda, in stallo ormai da mesi, relativa ai lavoratori – 500 in totale – in cassa integrazione a zero ore a seguito della dismissione, a fine dicembre dello scorso anno, del numero di emergenza Covid “1500” la cui commessa era in capo all’azienda di call center Almaviva Contact.

Una vicenda che va avanti da mesi

Nel mese di marzo il ministro Adolfo Urso aveva assicurato il “salvataggio” dei lavoratori in questione con un provvedimento in Consiglio dei ministri per consentire agli addetti l’operatività per tutto il 2023. Ma non è stata trovata una soluzione strutturale e non è ancora chiaro come si evolverà la vicenda.

Le promesse non mantenute

Il 7 dicembre 2022 a seguito di un incontro con i sindacati il ministero della Salute aveva comunicato di voler valorizzare le competenze acquisite nei tre anni di attività e di voler trasformare il servizio 1500 in un numero di pubblica utilità da dedicare a campagne vaccinali, prevenzioni sanitarie per malattie virali endemiche, con l’obiettivo dunque di dare continuità ad almeno 100 lavoratori a tempo pieno. Ma le promesse non si sono trasformate in azioni concrete.

I sindacati: “Servono impegni strutturali e concreti”

Il 27 luglio scorso presso la sede del Ministero del Lavoro, alla presenza dei rappresentanti del Mimit, è stato sottoscritto tra Almaviva Contact e le Segreterie nazionali e territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, l’accordo di cassa integrazione in deroga per i lavoratori in forza presso le sedi di Palermo, Catania, Rende, Napoli, Roma e Milano, a partire dal 1° agosto al 30 dicembre 2023.

“L’accordo sottoscritto mette in sicurezza l’intero perimetro occupazionale fino al termine dell’anno in corso, ma in assenza di impegni strutturali e concreti da parte di tutti gli attori coinvolti nella vertenza rischia di essere un esclusivo strumento estemporaneo”, hanno spiegato i sindacati. “Per risolvere positivamente la vertenza e dare risposte occupazionali alle lavoratrici ed ai lavoratori coinvolti in questa drammatica vicenda c’è bisogno di un impegno reale da parte delle istituzioni, coinvolgendo fattivamente le committenze e le aziende che sono subentrate nel tempo negli appalti, iniziando a dare risposte su temi ancora sospesi e per i quali le organizzazioni sindacali hanno più volte sollecitato il Mimit per la convocazione del tavolo di crisi “Almaviva Contact”.

In relazione alla riqualificazione IT verso Almaviva Spa, le 40 assunzioni effettuate “sono un importante punto di partenza, ma non il traguardo di un percorso che vede coinvolti altri 22 lavoratori già in possesso di qualifica”, hanno evidenziato i sindacati.

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