La Giunta del Friuli-Venezia Giulia, su proposta dell’assessore ai Servizi generali e Sistemi informativi Sebastiano Callari, ha approvato il Programma di attivazione della Rete pubblica regionale per il triennio 2023-2025.
2,8 milioni per il potenziamento del backbone
Ammontano a 6,4 milioni i fondi disponibili (1.999.784,90 euro per il 2023, 2.984.394,89 per il 2024 e 1.505.119,25 per il 2025) e la voce di spesa più corposa riguarda il potenziamento della rete backbone con oltre 2,8 milioni di euro per il triennio, di cui circa un milione per il 2023, al fine di garantire l’erogazione dei servizi di connettività a tutte le nuove sedi di pubblica amministrazione che saranno collegate.
“Il Programma prevede sia la messa in esercizio delle sedi pubbliche con il Piano banda ultra larga, scuole comprese, sia il potenziamento dell’infrastruttura di dorsale (backbone), alla luce dell’elevato numero di utenti che si prevede di servire nel medio periodo. È inoltre prevista l’acquisizione di una piattaforma unica di monitoraggio dei servizi erogati, atta a migliorare la conduzione delle risorse di rete uniformando i vari sistemi oggi sparsi su applicativi diversi e scarsamente connessi”, sottolinea l’assessore Callari. E riguardo al potenziamento del backbone “viene aumentata da 1 a 10 Gbps la capacità delle tratte di distribuzione primaria tra i diversi nodi di rete e i Point of presence della rete, garantendo in questo modo un’adeguata scalabilità nel medio periodo”.
1 milione per il piano Open Fiber
Un ulteriore importo di circa 1 milione di euro di cui 108mila euro per il 2023 è destinato invece alla copertura delle spese per l’acquisto, l’installazione e la configurazione degli apparati Open Fiber, necessarie per il collegamento in fibra ottica delle sedi pubbliche. Vengono finanziate, inoltre, attività di coordinamento del Programma di Banda ultr larga nel territorio regionale, con particolare riferimento al Piano scuole e al Piano sanità connessi al Pnrr.
La delibera approva infine la proposta di rimodulazione per la realizzazione di ulteriori attività “puntualmente individuate e da ripartire in misura variabile e in ragione dell’effettivo fabbisogno e della disponibilità di ulteriori risorse di derivazione statale”, spiega la Regione.