IL CASO

Digital Markets Act, affondo di Apple e Microsoft: “Non possiamo fare i gatekeeper”

Le due Big tech contestano l’inclusione di iMessage e Bing nella lista di servizi che saranno sottoposti a ulteriori restrizioni sul fronte privacy e condivisione dei dati

Pubblicato il 05 Set 2023

dati-sicurezza-151124111753

In vista della pubblicazione da parte dell’Unione europea della prima lista di servizi che saranno regolati dal Digital Markets Act (Dma), i due giganti americani Apple e Microsoft lanciano l’affondo che chiarisce la loro posizione: non faranno i “gatekeeper” per alcuni dei loro servizi nell’ambito della nuova normativa che punta a contenere il potere delle Big Tech.

La designazione comporta infatti per le compagnie una serie di responsabilità ulteriori in termini di privacy, condivisione dei dati e concorrenza. Apple, in particolare, contesta la designazione del suo servizio di messaggeria iMessage, mentre Microsoft vuole difendere il suo motore di ricerca Bing.

Coinvolte piattaforme con un giro d’affari superiore ai 7,5 miliardi di euro

La nuova normativa prevede che vi ricadano le piattaforme con un giro d’affari superiore ai 7,5 miliardi di euro e utenti attivi mensili di 45 milioni, per quanto Bruxelles abbia mantenuto una discrezionalità su questi termini.

Microsoft contesta il fatto che Bing rientri in questi numeri, come invece accade al motore di ricerca Google, avendo una quota di mercato di appena il 3%. Mentre non può contestare la designazione per il suo sistema operativo Windows.

Apple, dal canto suo, afferma che iMessage non supera il numero di utenti attivi mensili che farebbe scattare la designazione, che è invece ovvia per WhatsApp di Meta.

Importante l’impatto della nuova normativa

Il Dma andrà a impattare su molte compagnie Usa, tra le quali Amazon, Google, Meta, oltre che la piattaforma cinese di brevi video TikTok di ByteDance.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati