L’Agenzia per l’Italia Digitale accelera per uscire dal doppio pantano in cui era piombata: lo stallo del Comitato e il blocco dello Statuto. Almeno la prima delle due partite sembra risolta: ieri la Conferenza Unificata ha nominato i propri rappresentanti al comitato d’indirizzo dell’Agenzia, dopo settimane di rimpalli: sono Roberto Moriondo della Regione Piemonte e Matteo Lepore del Comune di Bologna.
Definiti, anche se ancora informalmente, gli altri rappresentanti del comitato: uno viene nominato dalla Presidenza del Consiglio, uno da Sviluppo economico, uno dal ministero per la PA e uno dall’Economia. “Siamo pronti. La prossima settimana faremo la prima riunione di comitato”, dice Agostino Ragosa, a capo dell’Agenzia.
Per la piena operatività però serve anche che ci sia uno Statuto, bloccato dopo la decisione della Presidenza del Consiglio di ritirarlo dalla Corte dei Conti. “E’ avvenuto solo per colpa di un vizio formale: doveva essere la Presidenza a presentare lo Statuto alla Corte dei Conti e invece era stato Sviluppo economico”, sostiene Ragosa. Secondo altri invece lo Statuto è stato ritirato per ragioni più di sostanza: tra l’altro, perché indicando 150 dipendenti nell’Agenzia comporterebbe oneri troppo elevati per le casse pubbliche. Ragosa però è ottimista: ritiene che la Presidenza starebbe per inviare alla Corte dei Conti, entro i primi giorni della prossima settimana, uno Statuto pressoché invariato.
Senza Statuto, l’Agenzia non può formalizzare le misure più importanti, quelle che servono per sbloccare l’Agenda digitale delle Pa. Può muoversi però su altri fronti: proprio oggi ha emanato le Linee guide che definiscono le modalità tecniche per apporre il contrassegno generato elettronicamente. Servirà a verificare la corrispondenza tra un documento digitale e la sua copia analogica e quindi a prevenire le contraffazioni. Finora tutto questo veniva fatto tramite firma autografa, che adesso può essere quindi rimpiazzata dal contrassegno elettronico.
“E’ una modalità semplificata rispetto alla firma digitale certificata, attualmente in uso e che richiede specifici dispositivi. Per alcuni tipi di atti è sufficiente”, dice Ragosa. “In questo modo incentiviamo la dematerializzazione dei documenti”.
Le Linee guida erano attese, come previsto dal Crescita 2.0 di ottobre 2012, secondo cui “sulle copie analogiche di documenti amministrativi informatici può essere apposto a stampa un contrassegno, sulla base dei criteri definiti con linee guida dell’Agenzia per l’Italia digitale, tramite il quale è possibile ottenere il documento informatico, ovveroverificare la corrispondenza allo stesso della copia analogica. Il contrassegno apposto ai sensi del primo periodo sostituisce a tutti gli effetti di legge la sottoscrizione autografa e non può essere richiesta la produzione di altra copia analogica con sottoscrizione autografa del medesimo documento informatico. I programmi software eventualmente necessari alla verifica sono di libera e gratuita disponibilità”.
Per ulteriori dettagli è possibile leggere le Linee guida in versione Pdf, dove sono indicati anche alcuni scenari d’uso.