L'INTERVENTO

Brunetta (Pdl): “Più sicurezza contro la violenza sul web”

“Le minacce in rete non sono meno reali” dice l’ex ministro. E chiede che, oltre alla libertà d’espressione, lo Stato tuteli gli utenti con leggi ad hoc

Pubblicato il 20 Mag 2013

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“La virtualità del web diventa alibi per esercitare una violenza verbale per cui si pretende impunità”: lo scrive il capogruppo del Pdl, Renato Brunetta, in un editoriale pubblicato oggi da “Il Giornale”, sottolineando che, insieme alla libertà di opinione, deve essere garantita anche la sicurezza.

“La Costituzione italiana è chiarissima. L’articolo 17 sancisce: ‘I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi’, lo Stato in cambio deve garantire sicurezza e libertà senza che fischi e disturbatori ne trasformino l’essenza. Questo vale anche per la rete”.

L’ex ministro della Funzione pubblica nel governo Berlusconi rileva che, su Internet, “l’ingiuria e la minaccia non sono meno reali, e lo sa bene chiunque sia stato bersaglio di un’orda anonima. Ma questa violenza non si esaurisce nell’impalpabile mondo dei social network.

La rete, infatti – prosegue – è diventata la palestra dove ci si impratichisce nella barbarie, che poi si riversa, come per i vasi comunicanti, nella realtà reale. Le famose convocazioni della rete sono l’anello di congiunzione tra il virtuale e le aggressioni fisiche”.

Quindi il politico indica quella che, a suo parere, dovrebbe essere la strada. “Le iniziative di legge volte a trasformare la rete in un territorio della Repubblica soggetto alla Costituzione e alle norme che ne derivano non sono liberticide, ma al contrario generatrici di libertà, impedendo agguati nella giungla 2.0. Se non si interviene subito il virus delle contestazioni sistematiche sarà legittimato e diventerà endemico, così da indurre a rinunciare a incontri pubblici di chi è sgradito a qualcuno. Lo dico e lo ribadisco ancora una volta. La libertà di manifestazione del pensiero è sacra e nessuno si sogna di comprimerla, conculcarla o limitarla”.

L’appello di Brunetta contro i rischi di un uso violento del web si unisce a quello di altri politici, in primis la presidente della Camera Laura Boldrini che, a inizio maggio, dopo aver sostenuto di aver ricevuto minacce di morte online, ha lanciato un allarme perché sulla rete sono in atto “campagne d’odio” e ha affermato che “è tempo di fare una legge”.

Solidarietà alla collega è stata subito espressa dal presidente del Senato Pietro Grasso, secondo cui “si devono avere delle leggi che colpiscano i reati commessi attraverso il web di qualsiasi tipo, dall’insulto alla minaccia all’ingiuria alle cose anche più gravi. Occorre che ci sia una legge nazionale ma soprattutto una volontà internazionale”.

Qualche giorno fa un blogger emiliano, Alessandro M., che aveva pubblicato su Twitter, sul suo blog e su Facebook una foto-beffa della presidente Boldrini, si è visto arrivare in casa la Polizia postale di Bologna, che l’ha invitato a togliere l’immagine.

Di recente, poi, il giornalista Enrico Mentana ha annunciato la decisione di abbandonare Twitter per aver ricevuto “troppi insulti”.

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