Portatevi il computer da casa. E anche il telefonino, il tablet: tutto quanto. Le tecnologie non vengono più scelte dall’azienda ma sono a cura del dipendente. Una rivoluzione che sta cambiando la faccia del mercato dei produttori di apparecchi hi-tech e dei fornitori di servizi. L’era del fai-da-te per il consulente Marc Belsher, non lascia alternativa: “Questo cambiamento è inevitabile e in futuro il modo di lavorare sarà sempre più differente per sempre più persone”.
Mentre nelle riunioni aziendali compaiono i portatili Apple e gli iPad assieme ad altri apparecchi prima inediti in azienda, tutti acquistati direttamente dai dipendenti, a fare le spese del cambiamento sono le grandi aziende che puntano sul mercato B2B, cioè sulle forniture di pc e altre tecnologie personali direttamente alle aziende. Due nomi sopra tutti: la texana Dell e la canadese Blackberry. Votate a partire dagli anni Novanta alla vendita di prodotti in serie per le imprese, hanno perso e continuano a perdere quote di mercato mano a mano che i dipendenti sostituiscono le dotazioni aziendali con i loro pc portatili, i telefonini, i tablet. È andata meglio a colossi come Hp, che ha saputo bilanciare la parte di pc aziendali con quella consumer, diversificando la gamma di prodotti, anche se per la casa di Palo Alto è mancata l’apertura decisa nel mercato dei tablet e degli smartphone (nonostante l’acquisizione da 1,2 miliardi di dollari di Palm nel 2010), per l’incidente di percorso dell’ex Ceo Léo Apotheker. Definito dall’Economist “l’uomo giusto per guidare Hp” e “la medicina adatta ad Hp” (con un gioco di parole sul significato in tedesco del cognome), Apotheker è stato licenziato nel 2011, dopo soli dieci mesi al vertice di Hp, per aver progettato di vendere l’intero business pc. Come, peraltro, aveva fatto sei anni prima Ibm con Lenovo.
Alcuni grandi dell’IT perdono quote di mercato e in alcuni casi devono andare incontro a profonde ricostruzioni del proprio business, come il caso di Dell che sta affrontando un difficoltoso delisting del titolo azionario dalla Borsa. Tuttavia, sono nei guai anche le compagnie telefoniche. Negli Usa il Byod sta infatti impattando in maniera significativa anche sui lucrosi contratti aziendali di AT&T, Verizon e Sprint. Dall’epoca d’oro in cui venivano offerte soluzioni voce e dati separate a quella attuale dei pacchetti al risparmio – una regola per le Pmi dal 2008 – le telco statunitensi hanno trovato il loro peggior nemico in se stesse. I pacchetti offerti alle piccole aziende vengono sistematicamente superati dalle offerte consumer, a volte a opera dello stesso carrier, negli Usa più vantaggiosa che in Europa.
Dal 2007 a tutto il 2010 con l’iPhone, ad esempio, era offerto un pacchetto con dati illimitati e la possibilità di attivare il tethering (l’uso della connessione internet del telefono sul pc). “L’impatto dell’iPhone sulle Pmi – scrive l’esperto statunitense di tecnologia mobile Roger Thompson – non può essere sottostimato: in pochissimo tempo diventerà evidente l’impatto positivo di questo tipo di apparecchi sulle imprese”.
Nel mondo del telefonino, infatti, Apple, le coreane Samsung ed Lg, la taiwanese Htc, seguite dalle cinesi Zte, Huawei e Tcl, hanno aperto la strada a un mercato alternativo a quello del Blackberry per la posta di lavoro o dei telefoni aziendali tradizionalmente appannaggio di Nokia e Motorola. Nelle terzo trimestre 2012, rileva Gartner, il mercato degli smartphone è cresciuto del 46,9% (è quasi il 40% delle vendite complessive), ma è dominato da Apple e Samsung che ne controllano il 50%.
Accanto ai telefonini, i portatili: sempre più si diversificano le linee di Lenovo, tra aziendale e commerciale, mentre prende quota Samsung a scapito di Hp e degli altri produttori tradizionali. La marea del Byod tocca anche la spiaggia della consumerizzazione, con i servizi erogati via cloud per l’e-mail e la gestione dei documenti di aziende come Google e Apple che insidiano fornitori di tecnologie e software tradizionalmente al centro della vita aziendale come Ibm, Oracle, Sap.
In un universo costantemente in trasformazione come quello tecnologico il fenomeno del Byod sta rimescolando le carte. A farne le spese sono sicuramente le grandi aziende ma anche l’esercito sterminato di piccoli e piccolissimi integratori di sistemi che si vedono sorpassare dal cloud e dal Byod.