Il cammino di trasformazioni “rivoluzionarie” imboccato nel corso degli ultimi cinque anni dal comparto del mobile statunitense. I cambiamenti altresì “radicali” e capillari che l’avvento delle tecnologie wireless, abbinate al cloud, si prepara a dispiegare in tutto il pianeta nel prossimo futuro. Infine, le “ricette” che i decision-maker, a cominciare da quelli europei, dovrebbero abbracciare per continuare a potenziare questa traiettoria di crescita e innovazione. Sono questi, in sintesi, i temi cardine toccati dal Ceo di AT&T Randall Stephenson in uno dei suoi rarissimi interventi in Europa, trasmesso via video venerdì scorso ad Atene nel corso della ottava conferenza annuale della Commissione per le Telecomunicazioni greca.
Stephenson ha illustrato innanzitutto l’esperienza americana, ovvero quella repentina diffusione dei servizi a banda larga mobile che “non è un’esagerazione chiamare rivoluzione”.
“Sei anni fa quasi nessuno possedeva uno smartphone – ha detto il Ceo di AT&T –, oggi ne fa uso circa il 70% dei nostri abbonati”. E questo ha completamente “cambiato il modo di comportarsi, di interagire, di fare impresa” con “un’esplosione del traffico dati americano del 3.000%” rispetto ad un lustro fa.
Ma se i mutamenti sperimentati dal settore delle telecom negli ultimi cinque anni sono stati “radicali”, Stephenson ritiene che quelli che si preparano “lo saranno ancora di più”, non solo nel mercato statunitense, ma anche “in Europa e in tutto il mondo”. Secondo il Ceo di AT&T, la vera e travolgente novità risiede nell’incontro tra tecnologie Lte e cloud: “questa combinazione cambierà ogni singolo settore e attività nel mondo”. Due esempi su tutti: l’educazione e la sanità. Entrambi tra soli cinque anni “avranno un aspetto radicalmente diverso rispetto ad oggi”.
Quali sono dunque gli “ingredienti” a cui la politica deve affidarsi per agevolare e sostenere questo importante processo d’innovazione? La parola chiave, ha ricordato Stephenson, è più investimenti. E’ quindi importante creare un clima regolamentare che porti a “ragionevoli ritorni”. Alla stessa stregua, le politiche in materia di spettro sono “cruciali”. Gli investitori domandano prospettive sul lungo termine, ha scandito Stephenson. Per questo motivo “licenze temporalmente più corte attireranno meno investimenti nel settore”, così come “meno obblighi” li rafforzeranno.
E poi c’è anche il ruolo decisivo che potrebbero giocare le politiche fiscali. Il Ceo di AT&T ha rammentato alla platea che la recente storia di successo ed espansione da record del settore telecom americano è anche il frutto di una lungimirante politica di incentivi fiscali applicata dal governo del paese.