Tutto tace sulla revisione dei limiti elettromagnetici. Ma soprattutto la partita è più ingarbugliata di quel che appare. Domanda numero uno: che fine ha fatto il Ciprie, alias il Comitato interministeriale per la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento elettromagnetico?
Il Comitato non sarebbe stato riunito
Presieduto dal ministero dell’Ambiente e composto dai ministeri della Salute, Università, Lavoro, Economia, Imprese, Trasporti, Cultura, Difesa e Interno il Ciprie secondo quanto risulta a CorCom non sarebbe stato convocato prima della presentazione al Cdm del decreto che puntava alla revisione dei limiti elettromagnetici e che conteneva peraltro indicazioni anche sui nuovi parametri: chi ha fissato quei parametri? È stata fatta un’analisi tecnica? CorCom ha chiesto informazioni a riguardo al ministero dell’Ambiente dal quale non ha ricevuto alcuna risposta al momento in cui si scrive. Da altre fonti risulta che il Comitato non sia stato convocato nelle fasi che hanno preceduto la messa a punto del decreto.
Come funziona l’iter per la revisione dei limiti elettromagnetici
Stando a quanto prevede l’articolo 4 della legge 36/2001 è lo Stato a determinare i limiti di esposizione, con Dpcm su proposta del Ministro dell’Ambiente.
Il Ministero adotta la proposta sulla scorta delle valutazioni del Ciprie, dopo aver sentito le competenti commissioni parlamentari, previa intesa in sede di Conferenza unificata. In sostanza e nell’ordine per qualsiasi revisione è necessario: convocare il Ciprie che deve emettere parere, il parere va inviato dal ministero alle Commissioni parlamentari, va trovata l’intesa in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni e solo a quel punto si può approvare il Dpcm.
L’ultima relazione del Ciprie prima del Covid
Sul sito del Ministero l’ultima relazione al Parlamento presentata dal Ciprie risulta datata 2019: dal 2020, anno del Covid, la relazione non è più stata realizzata? Non è più stata presentata al Parlamento? Semplicemente le relazioni successive non sono state caricate sul sito? Anche a queste domande non si riesce a ottenere risposta.
La Fondazione Bordoni senza Cda da maggio
Sul cammino nazionale della revisione dei limiti elettromagnetici c’è un altro nodo non irrilevante: ad aprile scorso con un decreto legge è stato annullato, a sorpresa e con una modalità a dir poco inconsueta, il consiglio di amministrazione della Fondazione Ugo Bordoni a decorrere dal 23 maggio. Da quella data dunque la Fub, il cui presidente è Antonio Sassano, può svolgere solo compiti di ordinaria amministrazione e non è dato sapere quando sarà nominata la nuova squadra. Il ruolo della Fub è fondamentale nella partita 5G per un supporto tecnico-scientifico sulla materia trattandosi della costola tecnologica del Mimit. Secondo quanto risulta a CorCom la Fondazione è stata coinvolta -prima che decadesse il cda – nel fornire il proprio parere sulla questione della revisione dei limiti elettromagnetici e un paper tecnico sarebbe stato consegnato al Governo. Ma la “nuova” Fondazione – quella attesa ormai da mesi – concorderebbe con le risultanze emerse?