IL PROGRAMMA

Intelligenza artificiale a misura di pmi italiane, nasce l’AI Lab di Microsoft

Un ecosistema di tech company, system integrator e atenei per supportare le imprese con attività di formazione e consulenza. Già sviluppati use case da Intesa Sanpaolo, Generali, Inps, Cpl Concordia, Sole24Ore e Sea. L’Ad Esposito: “Vogliamo aiutare il Paese ad accelerare, l’AI generativa è un’opportunità senza precedenti che non possiamo perdere”

Pubblicato il 21 Set 2023

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Microsoft Italia accelera sull’applicazione dell’intelligenza artificiale generativa al mondo del business e lancia AI Lab. Si tratta di un’iniziativa sviluppata in collaborazione con la rete dei partner e con alcuni atenei italiani che ha l’obiettivo di promuovere direttamente sul territorio l’adozione della tecnologia da parte delle organizzazioni pubbliche e private, con particolare riferimento alle pmi.

“Siamo di fronte a un cambiamento senza precedenti che può contribuire a migliorare sensibilmente tanti aspetti della nostra vita. Come Microsoft, vediamo l’AI di nuova generazione come un copilota sempre al nostro fianco, capace di amplificare il lavoro delle persone e delle aziende, liberando il nostro tempo da attività a valore ridotto e dando più spazio alla creatività e all’ingegno umano”, ha commentato Vincenzo Esposito, Amministratore Delegato di Microsoft Italia. “Occorre supportare le imprese, i professionisti e gli studenti a orientarsi in questo nuovo scenario, aiutandoli a comprenderne le opportunità e il potere trasformativo, con una forte attenzione agli aspetti etici e allo sviluppo responsabile di queste tecnologie, fondamentale per una loro adozione in totale sicurezza e su larga scala. AI Lab offre alle aziende l’opportunità di iniziare a testare l’AI generativa nella propria organizzazione e, insieme ai nostri partner, individuare scenari di adozione. Permette inoltre di diffondere le giuste competenze che servono per far cogliere al Paese le potenzialità dell’AI. Vogliamo aiutare l’Italia ad accelerare, è un’opportunità senza precedenti che non possiamo perdere”.

Nuove opportunità per l’economia italiana

Quella dell’AI è in effetti una carta che, giocata opportunamente, potrebbe generare nella Penisola, a parità di ore lavorate, fino a 312 miliardi di euro di valore aggiunto annuo, pari al 18% del Pil italiano. A parità invece di ricchezza prodotta, l’uso di strumenti di AI generativa possono liberare un totale di 5,4 miliardi di ore, che potrebbero essere devolute ad altre attività a valore. Le proiezioni sono frutto di una ricerca condotta dall’azienda insieme a The European House – Ambrosetti e presentata qualche settimana fa a Cernobbio.

“Per cogliere tutte le opportunità dell’Intelligenza Artificiale generativa, l’Italia deve accelerare sulla digitalizzazione delle imprese, con particolare attenzione alle pmi”, ha spiegato Corrado Panzeri, partner The European House – Ambrosetti, durante l’evento di presentazione del progetto, che si è tenuto ieri a Milano. Cruciali quindi, oltre all’infrastruttura tecnologica, gli investimenti in formazione e sviluppo delle competenze di professionisti e studenti, per prepararli all’inserimento e utilizzo in azienda di soluzioni di AI generativa. “Per abilitare il cambiamento, all’Italia mancherebbero 3,7 milioni di occupati con almeno competenze digitali di base e 137mila iscritti in più a corsi di laurea Stem e ICT per abilitare l’implementazione di soluzioni di AI generativa nel tessuto economico italiano”, ha aggiunto Panzeri.

Gli obiettivi dell’AI Lab

In questo scenario, si inserisce AI Lab (il cui acronimo sta per Learn, Adopt, Benefit), attraverso programmi di formazione pensati per i professionisti e gli studenti. Microsoft Italia ha avviato collaborazioni strategiche con Elis, H-Farm e Talent Garden per lo sviluppo di percorsi di formazione per guidare i professionisti nell’acquisizione di competenze tecniche e di business, necessarie a governare i nuovi processi abilitati dall’AI.

“L’AI generativa cambierà tutti mestieri, ne farà scomparire parecchi e ne creerà moltissimi di nuovi. Basti pensare alla figura del prompt engineer, che fino a qualche mese fa nemmeno esisteva”, ha spiegato Raffaele De Lucia, direttore del Tecnology center di Microsoft, precisando che “è comunque fuor di dubbio che la quantità di lavoro creato sarà maggiore di quello perso, a patto che ci siano azioni di upskilling e reskilling”. Ed è proprio attraverso AI Lab che anche professionisti già affermati potranno attivare percorsi di aggiornamento delle proprie competenze e riqualificazione attraverso l’accesso a contenuti sempre aggiornati, preparandosi a ricoprire i nuovi incarichi che la rivoluzione tecnologica porterà sul mercato del lavoro.

Rispetto al supporto da offrire al mondo delle aziende, Microsoft cercherà di coinvolgere il più ampio numero possibile di partner per fornire competenze nell’ambito della consulenza e della system integration, “dando vita a un ecosistema in grado di andare incontro alle esigenze del business sulla base di un programma modulare basato su tre pillar, che indirizzeranno il grado di maturità delle aziende”, ha detto De Lucia. “Il primo è il cosiddetto Approach, per chi ha sentito parlare dell’AI generativa ma non sa come mettere a terra la tecnologia. In questo caso saranno avviate sessioni di co-creation per generare use case. L’Accelerate permetterà di abilitare analisi funzionali e tecniche per arrivare allo sviluppo prototipale. C’è poi l’Advance, dedicato ai player che hanno già implementato casi d’uso e vogliono portarli su scala industriale”.

Al programma hanno già aderito partner del calibro di Accenture, Agic Group, Almawave, Altitudo, Avanade, Avvale, Capgemini, Engineering, EY, Hevolus, Jakala, Mesa, Porini/Dgs, Pwc, Reply, Prometeia e Trueblue, che lavoreranno per offrire soluzioni, competenze e metodologie a imprese, Pubblica amministrazione, professionisti e studenti, massimizzando l’impatto positivo delle nuove tecnologie e sostenendo un’adozione responsabile dell’AI generativa.

“In questo senso giocherà un ruolo essenziale anche l’università che per noi è sempre stata un avamposto per lo sviluppo economico territoriale”, ha aggiunto De Lucia. “Annunceremo presto nuove collaborazioni con le quali intendiamo entrare a gamba tesa nel mondo della formazione con corsi specifici, creando distretti foraggiati anche da AI Lab locali dedicati alle piccole realtà”.

Il primo di questi annunci riguarda il Protocollo di Intesa che Microsoft ha siglato con Regione Puglia e i suoi principali atenei – Università degli Studi di Bari, Politecnico di Bari, Università di Foggia, Università del Salento, Università Lum Giuseppe Degennaro. L’accordo prevede l’introduzione nei corsi di laurea di seminari e laboratori specifici sull’AI con il coinvolgimento di esperti Microsoft e dei partner, la collaborazione per progetti di ricerca, attività di formazione specifica sui temi dell’Intelligenza Artificiale anche per gli studenti provenienti da percorsi non-Stem.

Gli use case sviluppati dai clienti di Microsoft

L’evento è stato anche l’occasione per consentire ai clienti di Microsoft di condividere con la platea i risultati concreti raggiunti negli scorsi mesi grazie alla metodologia su cui è stato poi formalizzato il programma AI Lab.

Tommaso Villari, Responsabile Sperimentazioni & Lab di Innovation & Processes di Intesa Sanpaolo, ha spiegato che nel settore finance l’AI generativa, pur essendo ancora in fase di sperimentazione, offre già molte opportunità. “Soprattutto in termini di velocità di esecuzione dei lavori a basso valore. Portare soluzioni ai colleghi delle strutture di business comporta un risparmio economico e crea un circolo virtuoso con gli utenti finali, che possono testare subito le soluzioni. Non è un caso che nell’ultima semestrale, il nostro ceo abbia annunciato i benefici che ci aspettiamo da queste soluzioni, soprattutto facendo leva su centri di competenza e strutture in grado di testarne il potenziale. E naturalmente lavorando gomito a gomito, quotidianamente, con Microsoft nell’esplorazione della tecnologia e nell’osservazione di come questa cambia”.

Emanuele Colonnella, Innovation lead di Generali, è convinto che l’innovazione sia l’anticorpo più efficace ai rapidi cambiamenti che sta subendo il mercato assicurativo. “L’importante è non farla su una torre d’avorio con un cannocchiale, ma coinvolgendo colleghi e partner tecnologici anche nello sviluppo di piccoli progetti, ideali per mettere alla prova le nuove tecnologie. Rispetto all’AI, siamo partiti dall’esigenza di far fronte a una serie di attività rigidamente regolamentate, e abbiamo creato un chatbot che fornisce agli utenti, in un ambiente sicuro, tutta la documentazione a supporto delle policy da seguire per ottemperare alla compliance. Il prossimo passo prevede l’introduzione di un assistente virtuale in grado di rispondere anche a richieste complesse dei clienti”

Per Emanuele Di Miceli, della Direzione centrale tecnologia, informatica e innovazione dell’Inps, l’AI generativa potrà aiutare il cittadino a interfacciarsi con l’istituto “snellendo le procedure, che in qualche caso prevedono un’interazione labirintica, e semplificando il burocratese, che spesso diventa incomprensibile. Ma possiamo utilizzarla anche per rendere più efficienti i processi interni, attraverso la standardizzazione e la classificazione delle informazioni, eliminando casi di incompatibilità e alleviando il carico degli operatori”. L’istituto sta del resto utilizzando fondi del PNRR per una sperimentazione che prevede l’introduzione di due assistenti virtuali, uno per richieste generiche, l’altro ad hoc per il servizio Opzione donna.

Secondo Federico Salvarani, responsabile della data governance di Cpl Concordia (società cooperativa che si occupa di cogenerazione ed energy management), anche la sua azienda punta sull’AI per fornire risposte più veloci alle richieste del mercato e degli stakeholder interni. “Abbiamo sviluppato tre casi d’uso: un chatbot integrato nella piattaforma Teams per la raccolta e l’aggiornamento dei documenti che disciplinano le procedure aziendali; uno strumento di supporto per assistere sul piano dell’onboarding e della formazione i colleghi appena entrati in azienda; e un sistema di gestione della documentazione per la delega e la redazione dei moduli necessari a partecipare alle gare. Quest’ultima applicazione, in particolare, ha componenti che si adattano molto bene all’utilizzo dell’AI. Basti pensare alle funzioni di recupero dei contenuti, della loro combinazione e dell’adattamento ai requisiti specifici delle gare, compresa la formattazione dei documenti, che può variare da cliente a cliente”.

Al Sole24Ore l’AI generativa è al centro di progetti al servizio dei giornalisti, per liberare tempo dalle attività time-consuming a basso valore aggiunto. L’ha spiegato Tim Price, director of information technology del gruppo editoriale. “Naturalmente l’occhio di riguardo è alla qualità dei contenuti. Abbiamo già ottenuto alcuni risultati che sono in uno stadio di piena funzionalità, ma devono ancora essere industrializzati e inseriti nei processi e negli strumenti editoriali. Questo ci permetterà di tradurre automaticamente i contenuti prodotti nei formati adatti alla pubblicazione sulle piattaforme social, creando abstract ottimizzati per i motori di ricerca. Il tutto dovrà fare trovare il giusto equilibrio con le policy aziendali e con questioni etiche più generali: il corretto uso dell’AI riguarda anche il rapporto tra uomo e macchina, e come viene vissuto, oltre agli aspetti di affidabilità, tracciabilità e trasparenza delle fonti”.

Anche il team di Simona Cominu, eCommerce and Consumer Websites Manager di Sea Milan Airports, è in fase sperimentale, con progetti avviati nell’ambito del customer care del sito commerce. “Nell’immediato post-Covid c’è stata un’esplosione delle richieste di assistenza, proporzionale alla crescita delle transazioni, ma noi non eravamo pronti a rispondere a questo exploit. Abbiamo quindi provato a riorganizzare internamente, il team, con risultati deludenti, e quindi abbiamo implementato una piattaforma AI, che effettua un prescreening delle pratiche e restituisce un outlook sulle operazioni da gestire in base alle priorità e alla tempestività richiesta dal caso specifico, fornendo inoltre un quadro di sintesi che spiega in italiano, a partire da qualsiasi altra lingua, la richiesta del cliente ed evidenziandone sentiment e cluster. I prossimi step? Lavoreremo sul miglioramento dei processi interni, a partire da quelli di vendita, consci che la vera sfida sarà capire come cambiano le logiche di ricerca e ottimizzare la proposizione di prodotti e servizi da offrire ai clienti”.

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