DECRETO GIUSTIZIA

Cybercrime, estendere i poteri del Procuratore antimafia

Presentato un emendamento che punta ad ampliare il raggio d’azione includendo anche i reati relativi all’accesso abusivo informatico aggravato, al danneggiamento di dati e piattaforme usate dallo Stato e da enti pubblici. Gli ufficiali di polizia giudiziaria del ministero dell’Interno potranno svolgere attività sotto copertura

Pubblicato il 21 Set 2023

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Potrebbe rafforzarsi l’impianto normativoanti-cybercrime con il nuovo Dl Giustizia (Omnibus) in esame presso la commissione Affari costituzionali e Giustizia alla Camera: un emendamento presentato dai due relatori Sara Kelany (FdI) e Pietro Pittalis (FI), prevede, infatti, l’obbligo di consultare il parere del procuratore nazionale antimafia, su richiesta del procuratore generale presso la Corte di cassazione, anche nei casi di contrasto tra pubblici ministeri che conducono indagini su gravi forme di criminalità informatica.

Il provvedimento include anche precise disposizioni che riguardano le forze di Polizia giudiziaria nelle operazioni sotto copertura per il contrato dei reati informatici ai danni delle infrastrutture critiche.

Cybercrime, poteri al procuratore antimafia

L’emendamento presentato ricomprende nelle funzioni di impulso e coordinamento del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo i procedimenti relativi ai delitti relativi all’accesso abusivo informatico aggravato, al danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici utilizzati dallo Stato o da altro ente pubblico o comunque di pubblica utilità e danneggiamento di sistemi informatici o telematici di pubblica utilità.

Inoltre, viene attribuito agli ufficiali di polizia giudiziaria dell’organo del ministero dell’Interno per la sicurezza e la regolarità dei servizi di telecomunicazione il potere di svolgere attività sotto copertura per le attività di contrasto dei reati informatici in danno delle infrastrutture critiche informatizzate individuate dalla normativa nazionale ed internazionale.  

In particolare, si includono nell’area di non punibilità delle operazioni undercover finalizzate al contrasto del terrorismo e dell’eversione, “le condotte di danneggiamento, deterioramento, cancellazione, alterazione di sistema informatico o telematico ovvero informazioni, dati e programmi in esso contenuti, nonché quelle di attivazione di identità, anche digitali, domini e spazi informatici comunque denominati, anche attraverso il trattamento di dati personali di terzi, e assunzione del controllo dell’altrui dominio o spazio informatico”.

Valorizzazione dei dati dell’Acn

Nella relazione tecnica dei due deputati di Fratelli d’Italia e Forza Italia si sottolinea che “gli interventi proposti, di natura ordinamentale e procedurale, sono volti a dare sistematicità alle prerogative del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, senza modificare l’assetto ordinamentale dei rapporti tra la direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e i compiti e le funzioni assegnate alle direzioni distrettuali antimafia, che nel territorio operano nel contrasto ai reati in materia di criminalità informatica e a valorizzare i flussi informativi detenuti dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale”.

La proposta di Breton sul cyberbullismo

Intanto, su scala europea, il Commissario Ue al Mercato interno Thierry Breton interviene su un’altra piaga del mondo online, il cyberbullismo, e propone un “Dsa school guardian” in ogni scuola per contrastare il fenomeno e aumentare la protezione dei minori online.

“Il cyberbullismo non ha posto nelle nostre scuole”, ha scritto Breton su X, ricordando che il Dsa (Digital services act) “consente a tutti di segnalare contenuti online illegali e di far valere i propri diritti. Propongo che ogni scuola dell’Ue nomini un ‘Dsa School Guardian’ per garantire un ambiente online più sicuro”.

Breton è stato intervistato in esclusiva sul Guardian, dove ha detto che lavorerà con i 27 Stati dell’Ue per rendere operativa questa nuova figura che dovrà “spiegare a tutta la comunità, compresi gli studenti, che cosa sta succedendo” e tutti, bambini, genitori e insegnanti, sappiano come segnalare contenuti che ora non sono solo dannosi ma illegali.

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