SINDACALE

Potetti (Fiom): “Alcatel Lucent non rispetta impegni, governo intervenga”

Il sindacalista: “L’azienda non ha presentato alcun piano industriale così come previsto”. A rischio 700 posti di lavoro

Pubblicato il 21 Mag 2013

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“Continua l’incertezza per le lavoratrici e i lavoratori di Alcatel Lucent. Malgrado gli impegni assunti nell’accordo raggiunto l’anno scorso al ministero dello Sviluppo Economico, la multinazionale franco-americana non presenta ancora un piano industriale”. Lo annuncia Fabrizio Potetti, coordinatore nazionale Fiom-Cgil del gruppo Alcatel Lucent al termine dell’incontro svoltosi oggi a Roma presso il Mise. “Come Fiom giudichiamo grave il fatto che l’azienda non renda i lavoratori partecipi dei suoi progetti relativi alle proprie prospettive industriali – evidenzia il sindacalista – Un patrimonio tecnologico e intellettuale come quello relativo alle attività produttive della multinazionale in Italia non può rimanere senza prospettive per un tempo indefinito”. Secondo la Fiom infatti “un’attesa troppo prolungata può vanificare i sacrifici già fatti dalle lavoratrici e dai lavoratori o, peggio ancora, può farci trovare di fronte a scelte già assunte e che scaricano sul nostro Paese effetti impropri, frutto di pressioni esercitate da altri paesi.”

“In particolare, riteniamo che il governo non possa assistere al progressivo deterioramento delle attività di Alcatel Lucent in Italia – sottolinea Potetti – Il governo incontri dunque il nuovo amministratore delegato che, da quando si è insediato, si è chiuso in un silenzio preoccupante, e rivendichi il rispetto degli impegni assunti dalla multinazionale.”

Anche rispetto al settore della Information and Communication Technology “risulta evidente – conclude il sindacalista – la necessità che il governo assuma una forte iniziativa di politica industriale e faccia sentire la sua voce per impedire il consolidarsi di scelte che, se non adeguatamente contrastate, possono impoverire drammaticamente il nostro tessuto industriale”.

L’accordo firmato nel giugno 2012 metteva in sicurezza l’occupazione e il perimetro dei siti aziendali grazie all’uso della Cigs per 12 mesi con possibilità di ulteriori 12 per i 700 lavoratori in esubero. In quell’occasione l’allora ceo di Alu, Ben Verwaayen, aveva promesso di allocare in Italia nuive attività di R & S all’interno di un piano indistriale che, stando alle denunce dei sindacati, non è mai stato presentato.

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