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Intel, multa Ue da 376 milioni per abuso di posizione dominante

Nel mirino della Commissione le pratiche anticoncorrenziali volte ad escludere i competitor nel settore delle Cpu X86, limitando i canali di vendita

Pubblicato il 22 Set 2023

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La Commissione Europea ha reimposto al colosso Usa dei microchip Intel una multa di 376,36 milioni di euro per un abuso di posizione dominante precedentemente accertato nel mercato dei chip per computer chiamati unità di elaborazione centrale x86 (o Cpu).

Le pratiche anticoncorrenziali

Intel ha attuato una serie di pratiche anticoncorrenziali volte a escludere i concorrenti dal mercato, in violazione delle norme Antitrust dell’Ue. Nel 2009, la Commissione aveva inflitto a Intel una multa di 1,06 miliardi di euro, dopo aver scoperto che l’azienda aveva abusato della sua posizione dominante nel mercato dei Cpu x86. La decisione della Commissione si basava sulla constatazione che Intel aveva messo in atto due forme specifiche di pratiche illegali: concedere sconti totalmente o parzialmente nascosti ai produttori di computer, a condizione che acquistassero tutte, o quasi, le loro Cpu x86 da Intel (i cosiddetti “sconti condizionati”); e pagare i produttori di computer per fermare o ritardare il lancio di prodotti specifici contenenti Cpu x86 della concorrenza e per limitare i canali di vendita disponibili per tali prodotti (le cosiddette “restrizioni naked”). Nel 2022, il Tribunale ha parzialmente annullato la decisione della Commissione del 2009, in particolare la conclusione della Commissione relativa alla pratica degli sconti condizionati di Intel.

Allo stesso tempo, il Tribunale ha confermato che le palesi restrizioni di Intel costituivano un abuso di posizione dominante sul mercato. Il Tribunale ha inoltre annullato integralmente l’ammenda inflitta all’Intel, perché non poteva stabilire l’importo della sanzione relativo alle sole restrizioni naked.

Dopo la sentenza, la Commissione infligge oggi un’ammenda a Intel solo per le restrizioni naked. Queste restrizioni hanno avuto luogo tra novembre 2002 e dicembre 2006 e consistevano in pagamenti effettuati da Intel a tre produttori di computer (ovvero Hp, Acer e Lenovo) per fermare o ritardare il lancio di prodotti della concorrenza contenenti Cpu x86 e per limitare i canali di vendita per questi prodotti.

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