Dopo la diffusione dei risultati finanziari di Vodafone – deboli pur se in linea con le attese, tra crescita del business dati e forte calo del risultato operativo nel Sud Europa – gli investitori sono tornati a chiedersi se il gruppo guidato dal Ceo Vittorio Colao sarà in grado di negoziare un buon accordo per l’acquisto da parte di Verizon Communications della quota Vodafone nella loro joint venture statunitense Verizon Wireless, se Verizon Wireless pagherà i dividendi e quali sono le prossime strategie del colosso britannico.
Colao ha però frenato le specuazioni e cercato di chiarire ogni dubbio ieri in una conferenza stampa a Londra indicando che Vodafone non è per ora intenzionata a vendere il suo 45% di Verizon Wireless: proprio la debolezza in Sud Europa spingerebbe il colosso britannico delle tlc a tenersi stretto il gioiello americano dalle “performance eccezionali”, come le ha definite lo stesso Ad italiano, aggiungendo: “E’ un ottimo asset da possedere”.
“Se arriverà un’offerta che è più vantaggiosa della nostra posizione attuale, la considereremo”, ha detto Colao, ma al momento Verizon Wireless “rappresenta un importante valore per i nostri azionisti”.
Sul dividendo, invece, niente da fare: Vodafone ha fatto sapere che pensa di tenersi i 2,1 miliardi di sterline di dividendi che riceverà da Verizon Wireless anziché distribuirli agli azionisti per coprire i costi dello spettro e aiutare a tenere in ordine i conti del gruppo.
Colao ha spiegato che India, Sud Africa, Repubblica Ceca e Ungheria hanno in progetto aste dello spettro nel prossimo futuro, anche se non ci sono date né regole certe; Vodafone non sa nemmeno quanto sarà necessario spendere per le offerte d’acquisto delle licenze, ma evidentemente vuole tenersi pronta.
“Trattenere il dividendo di Verizon aiuterà a mantenere il debito di Vodafone su livelli accettabili e a darle risorse da investire”, ha aggiunto il Cfo Andy Halford. Ci sarà comunque un premio per gli azionisti Vodafone perché l’operatore mobile ha alzato il suo dividendo finale del 7% a 6,92 pence per share.
I commenti del top management del gruppo britannico sono arrivati nello stesso giorno in cui Vodafone ha reso noti i risultati annuali, con revenue di gruppo in discesa del 4,2% a 44,4 miliardi di sterline, per via delle pressioni economiche, regolatorie e competitive.
Sono in particolare le operazioni di Vodafone in Sud Europa a pesare negativamente: qui il risultato operativo rettificato è in calo addirittura del 32%. L’azienda ha registrato anche un onere di 1,8 miliardi di sterline per svalutazioni nelle divisioni italiana e spagnola nella seconda metà dell’anno, il che porta le svalutazioni complessive sui due mercati a 7,7 miliardi di sterline in un anno.
L’Ebitda è sceso a 13,3 miliardi di sterline nei 12 mesi chiusi a marzo (era di 14,5 miliardi un anno fa); gli utili si attestano a 673 milioni, una netta flessione rispetto ai 7 miliardi di sterline del 2012. E i clienti mobili totali sono scesi a 403,9 milioni da 404,7 milioni.
“I risultati di Vodafone sono lo specchio delle difficoltà che si trovano a fronteggiare tutte le telco in Europa”, commenta Steven Hartley, telco strategy analyst di Ovum. “Le aziende delle telecomunicazioni europee devono essere innovative e pragmatiche se vogliono stabilizzare il loro business”. “Non c’è da inventarsi niente di nuovo o rivoluzionario”, continua Hartley. “Le telco devono concentrare la loro innovazione sui modelli di business e le strategie di pricing”.
Vodafone si è messa su questa strada, con il piano tariffario che offre voce e sms illimitati e differenti volumi per i dati e che negli obiettivi indicati da Colao arriverà ad attrarre 10 milioni di iscritti a fine 2013. Inoltre Vodafone ha terminato il processo di assorbimento di Cable&Wireless, stretto un accordo per la banda larga fissa con Deutsche Telekom in Germania, firmato accordi di network sharing nell’Lte con O2 in Gran Bretagna e ha in corso un progetto per la costruzione congiunta di reti in fibra con Orange in Spagna.