L'ALLARME

Appalti Tlc e customer care, i sindacati: “Recrudescenza dell’illegalità”

Slc, Fistel e Uilcom chiedono ai ministri Urso e Calderone un tavolo di crisi per il settore Crm-Bpo: “Non più differibile il confronto sulla filiera”. Dito puntato contro le telco: “Continuano a praticare politiche di contrazione dei costi e, in qualche caso, sembrano ‘coprire’ manovre dei propri fornitori”. Inviate missive anche alle aziende

Pubblicato il 29 Set 2023

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Pioggia di missive da parte dei sindacati per accendere i riflettori sulla crisi del customer care e degli appalti Tlc. Le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno scritto ai ministeri delle Imprese e del Lavoro, nonché ad Asstel, Tim, WindTre e Vodafone per incontri urgenti “considerate le crisi conclamate del settore che impattano oltre 7mila lavoratrici e lavoratori, per le quali sono stati avviati tavoli di crisi presso i Ministeri competenti (Almaviva, Abramo CC, Network Contact), tenuto conto delle difficoltà economico finanziarie che hanno già coinvolto diverse realtà produttive del comparto (Customer Digital Solution, Tech&Com, ed altre) e di tutte quelle che rischiano di esplodere entro la fine dell’anno, alla luce anche della transizione dal mercato tutelato al mercato libero nel settore energetico che, in assenza di una regolamentazione preventiva, rischia di generare perdite occupazionali per migliaia di lavoratori”.

Ai ministri Urso e Calderone i sindacati chiedono la  convocazione di un tavolo di crisi complessivo per il settore Crm-Bpo, ossia dei servizi di customer relationship management e business process outsourcing.

“Le problematiche che chiaramente stanno emergendo in tutta la loro drammaticità, e che come Sindacato Confederale denunciamo inascoltati da anni, non possono essere affrontate semplicemente vertenza per vertenza, soprattutto con aziende che ritengono che accordi in deroga, finalizzati all’abbattimento del costo del lavoro, possano diventare strumenti ordinari di soluzioni di crisi, laddove chiaramente ci ritrova di fronte ad una crisi di sistema. Il comparto Crm-Bpo ormai da anni, sopravvive ai margini del settore, affrontando continue riduzioni sul costo del lavoro, a causa di una competizione concentrata esclusivamente sulla riduzione delle tariffe. Una guerra scellerata, che troppo spesso vede coinvolte anche committenze con lo Stato presente nell’azionariato (Poste, Enel, Open Fiber, ecc.) incentrata su gare al massimo ribasso che spesso ha minato anche la tenuta complessiva della clausola sociale, la norma che ha permesso ad oltre 20mila lavoratori, in circa 300 cambi di appalto, di proseguire la propria attività lavorativa a parità di condizioni economiche e normative”.

La lettera ad Asstel

“Riteniamo non più differibile chiedere un confronto sulla filiera degli appalti del nostro comparto. Temiamo infatti che, oggi più di quanto avvenuto sino ad ora, la tentazione dei principali committenti di settore di scaricare sugli appalti una parte delle loro difficoltà sia più che una eventualità remota”: chiesto un incontro urgente con Asstel. Nel mirino le telco relativamente alla gestione del Crm Bpo: “I principali committenti, a partire da WindTre, oltre a Tim, Vodafone e Iliad, stanno continuando a praticare politiche di contrazione dei costi e, in qualche caso, sembrano “coprire” manovre dei propri fornitori che, se attuate, disarticolerebbero totalmente il settore neutralizzando di fatto la legge sulla clausola sociale”. E riflettori puntati anche sul segmento delle installazioni di rete, dove “politiche folli messe in campo a partire dal soggetto più importante, Tim, stanno creando un vero terremoto che vede molte realtà imprenditoriali fallire ed una recrudescenza di fenomeni di illegalità sempre più diffusa. Una situazione che ha evidenti ricadute anche sul tema importantissimo della sicurezza sul lavoro. Questo è inaccettabile. All’indomani della nascita del Fondo di Solidarietà non possiamo permettere che importanti soggetti del comparto possano pensare di far pagare il conto di loro scelte sbagliate ai soggetti più deboli della filiera: i lavoratori degli appalti”.

La commessa del numero verde 1500

In una lettera indirizzata a Ministero del Lavoro, Asstel e Vodafone i sindacati intervengono sul caso del numero verde 1500 attivato durante il Covid e che riguarda 399 posizioni lavorative chiedendo anche in questo caso un incontro urgente. “Al fine di salvaguardare l’occupazione, congiuntamente all’accordo di clausola sociale per il cambio di appalto per le attività customer care di Vodafone, abbiamo sottoscritto un accordo per saturare le 399 posizioni previste in caso di defezioni nel passaggio da Almaviva Contact a Gpi. Un accordo coerente con il percorso di salvaguardia occupazionale stabilito presso il tavolo di crisi al Mimit. Infatti l’accordo prevedeva l’assunzione a parità di condizioni e con l’applicazione del Cvnl Telecomunicazioni per le lavoratrici ed i lavoratori provenienti dal bacino ex 1500.  Gpi ha disatteso totalmente gli accordi, effettuando proposte di assunzioni ex novo senza considerare le pregresse condizioni economiche e normative e con l’applicazione di un Ccnl diverso da quello delle telecomunicazioni”. Una vicenda che secondo le tre sigle “rischia di compromettere non solo le relazioni fra le parti ma l’intera sostenibilità di una parte importante della filiera, quella del Crm-Bpo. Se passasse il concetto di una totale assenza di responsabilità da parte del Committente di fronte ad inadempienze così gravi di un proprio fornitore con conseguente perdite occupazionali e disattendendo percorsi di salvaguardia stabiliti in sede istituzionale, questo potrebbe diventare di fatto un precedente gravissimo per tutto il settore. Ciò è inammissibile”.

Il caso Abramo

Ministero del Lavoro, Asstel e Tim i destinatari della missiva sul caso Abramo CC su cui si chiede incontro urgente. L’azienda da oltre un anno è in amministrazione straordinaria. “Nel corso dei precedenti anni tutte le committenze, preoccupare della situazione aziendale, si sono affrettare nel favorire cambi di appalto e grazie alle clausole sociali sono stati salvaguardati oltre 2000 lavoratrici e lavoratori. Le uniche commesse rimaste in assegnazione alla Abramo CC in AS risultano essere quelle inerenti il customer care di Tim ed occupano circa 1000 lavoratori tra Calabria e Sicilia”. I sindacati esprimono “forte preoccupazione per il futuro occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori impattati, e pertanto richiedono un incontro direttamente alla committenza per conoscere le intenzioni in vista della prossima scadenza contrattuale delle commesse attualmente assegnate”.

Il caso Network Contacts

Ennesima richiesta di incontro inviata a Ministero del Lavoro, Asstel e Wind Tre sulla vicenda Network Contacts a Molfetta. “Francamente è inaccettabile che possiate anche solo lontanamente pensare di non essere in alcun modo responsabili di questi potenziali 200 licenziamenti che a giorni potrebbero essere operativi. La Network Contacs, con argomenti pretestuosi e discutibili, ha ufficialmente dichiarato di renderVi parte del lavoro da Voi assegnatogli per dichiarata insostenibilità economica. È del tutto evidente che si tratta di un fatto inedito nel nostro settore che, se non contrastato, di fatto disarticola i più elementari principi di responsabilità sociale delle imprese, fornitrici e committenti, e della stessa clausola sociale. Questo non è un fatto che riguarda solo i lavoratori interessati ma l’intero settore delle Tlc”.

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