IL DOSSIER NETCO

Tim, Schlein: “Kkr inadeguato per acquisto rete, il Governo non pieghi la testa”

La crisi di Magneti Marelli in capo al fondo americano diventa più che un campanello d’allarme. La segretaria del Pd: “Se la logica è solo non è adatto a gestire le infrastrutture strategiche italiane”

Pubblicato il 29 Set 2023

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Kkr inadeguato a rilevare la rete Tim. Ne è convinta Elly Schlein, segretaria del Pd che ha affrontato il tema dello spin off dell’infrastruttura davanti ai cancelli della Magneti Marelli di Crevalcore. E lo ha fatto non a caso, dato che la storica azienda produttrice di sistemi ad alta tecnologia per l’automotive è di proprietà del fondo Usa, tramite la giapponese Calsonic Kansei, che ne ha disposto la chiusura lo scorso luglio.

A preoccupare Schlein la possibilità che la “logica del profitto” che muoverebbe il fondo venga applicata anche a un’infrastruttura strategica come la rete Tim.

“Il governo sta discutendo della vendita della rete Netco della Tim che è un’infrastruttura strategica sulle telecomunicazioni al gruppo Kkr, proprietario della Magneti Marelli – ha ricordato Schlein – Se non hanno preoccupazione ad affidare una struttura strategica a un fondo di investimenti estero, quello che stanno facendo qui a Crevalcore deve essere un forte campanello d’allarme. Perché se la logica è solo quella del profitto allora vuol dire che non sono realtà adeguate a gestire delle infrastrutture strategiche italiane”.

L’appello al governo

“Al governo noi chiediamo, di fronte a questo nodo politico, se ha un canale aperto con Kkr per discutere di eventuali vendite di un settore strategico come le telecomunicazioni, allora alzi la voce e non pieghi la testa rispetto a quello che si sta facendo a Crevalcore – ha aggiunto – Marelli non ha neanche comunicato e informato in modo chiaro le rappresentanze sindacali di progetti che erano già in campo e questo è un altro atteggiamento che non accettabile”.

Il dossier NetCo nel decreto asset

Via libera da parte delle commissioni Ambiente e Industria del Senato all’emendamento del Governo dl Asset che “travasa” nel decreto il dl Tim, quello che crea la cornice per l’operazione di acquisizione di una quota di minoranza della NetCo (fino al 20%) da parte del Mef.

Tim proroga la presentazione dell’offerta Kkr

Il 27 settembre il  consiglio di amministrazione di Tim, riunito sotto la presidenza di Salvatore Rossi, ha ricevuto un aggiornamento sullo stato delle negoziazioni in corso con Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. (Kkr) per la valorizzazione di Netco e ha deliberato all’unanimità dei presenti di concedere la proroga al 15 ottobre, richiesta dal fondo, del periodo di esclusiva per la presentazione dell’offerta vincolante su Netco. La scadenza originaria era stata fissata al 30 settembre.

Il nodo giuridico sullo spin off della rete

In occasione di quella riuonione i consiglieri hanno anche esaminato i tre pareri legali (del notaio Piergaetano Marchetti, degli avvocati Giuseppe Portale e Andrea Zoppini) su un aspetto procedurale legato all’operazione di separazione e vendita della società della rete, quale sia l’organo a cui compete la decisione in merito se il cda o l’assemblea.

Secondo le indiscrezioni di stampa i tre giuristi concordano sul fatto che la materia sia di competenza del cda a meno che lo statuto della società non riservi espressamente la competenza su alcune materie specifiche all’assemblea.

La posizione di Vivendi

Vivendi, però, vista la portata dell’operazione e il suo valore  – l’offerta valorizza Netco 23 miliardi di euro ma i francesi sostengono valga molto di più – ritiene che sia materia da sottoporre al voto dei soci in un’assemblea straordinaria, dove peraltro farebbe pesare tutto il suo 23,75%, una quota che le permetterebbe di bloccare l’operazione visto che per una delibera serve il voto a favore dei due terzi del capitale presente. Un’assemblea ordinaria non è contemplata, potrebbe essere solo consultiva per misurare il gradimento dell’azionariato all’operazione che sarebbe comunque deliberata dal consiglio.

I francesi, che per ora non hanno messo al lavoro i loro legali, hanno chiesto al board la pubblicazione di quei pareri e intanto si preparano a incontrare il Mef. La data dell’incontro del presidente del consiglio di sorveglianza Yannick Bollorè e dell’amministratore delegato Arnaud de Puyfontaine con il ministro Giancarlo Giorgetti non è stata resa nota ma l’appuntamento, secondo indiscrezioni, sarebbe in agenda settimana prossima, per il 5 ottobre.

 

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