Meta starebbe studiando un piano che potrebbe portare gli utenti dell’Unione europea a pagare per accedere alle versioni prive di pubblicità di Instagram o Facebook. In alternativa, gli iscritti dovrebbero accettare annunci personalizzati per poter utilizzare le versioni gratuite delle piattaforme. A dirlo è il Wall Street Journal, che riporta un’indiscrezione non confermata dalla società di Mark Zuckerberg.
Il cambio di strategia e le opzioni al vaglio
Secondo i rumors, Meta sarebbe pronta a proporre una fee di circa 10 euro (10,46 dollari) al mese su un desktop per un account Facebook o Instagram, e di circa 6 euro per ogni account aggiuntivo collegato. Sui dispositivi mobili, il prezzo per un singolo account salirebbe a circa 13 euro, in quanto Meta andrebbero applicate le commissioni imposte dagli app store di Apple e Google, sempre secondo quanto rivela il quotidiano.
All’inizio del 2023 il colosso dei social media era stato multato per 390 milioni di euro dal Data Privacy Commissioner irlandese, che gli ha imposto di non utilizzare la cosiddetta base giuridica “contrattuale” per inviare agli utenti annunci pubblicitari basati sulla loro attività online.
In particolare, secondo l’accusa Meta aveva posto i termini per accettare la raccolta dei dati personali degli utenti in modo scorretto: terminologia complicata, lunghi moduli da leggere prima di dare il consenso e accedere a Facebook e Instagram. Ostacoli insomma che per l’autorità imporrebbero di fatto agli utenti di cedere all’utilizzo dei propri dati. La decisione e la multa però hanno fornito indicazioni su come l’azienda dovrebbe conformarsi alla sentenza.
Meta ha ora comunicato alle autorità di regolamentazione europee che spera di lanciare il piano senza pubblicità, che chiama “subscription no ads“, nei prossimi mesi per gli utenti dell’Unione. Un portavoce di Meta ha dichiarato al Journal che l’azienda crede nei “servizi gratuiti supportati da annunci personalizzati”, ma sta esplorando “le opzioni per garantire la conformità ai requisiti normativi in evoluzione“.
Con o senza pubblicità, le strategie dei colossi dei media
Del resto, Meta non sarebbe la prima piattaforma mediale a cercare di sperimentare nuovi modelli di business. Percorrendo la direzione opposta, pochi giorni fa, Prime Video, il servizio streaming di Amazon, ha comunicato l’intenzione di allinearsi a Netflix, Max, Disney+ e Hulu inserendo annunci pubblicitari all’interno dei contenuti offerti in catalogo. La novità sarà introdotta negli Stati Uniti all’inizio del 2024 per l’abbonamento che costa 14,99 dollari al mese, ma successivamente entrerà in vigore anche in altri Paesi. Se i clienti non vorranno vedere le pubblicità, dovranno pagare 2,99 dollari al mese in più.
L’anno scorso, Disney+ aveva lanciato un abbonamento con pubblicità negli Stati Uniti, più economico a quello privo di annunci, per poi estenderlo all’Europa. Anche uno dei suoi principali rivali, Netflix, ha lanciato questo tipo di offerta a livello mondiale.
Amazon spera di avere “un numero significativamente inferiore di pubblicità rispetto alla tv lineare e ad altri fornitori di tv in streaming”. In generale, le piattaforme di streaming puntano generare nuove entrate con offerte meno costose grazie alla pubblicità per sopperire al rallentamento della crescita degli abbonati e per limitare il fenomeno della condivisione delle password tra gli utenti.