IL REPORT REWHEEL

Tariffe dati mobili, la Germania “frena” la concorrenza Ue

Secondo la società di analisi Rewheel i mercati “protetti”, in primis quello tedesco, sono in mano a oligopoli che tengono i prezzi troppo alti e ostacolano la diffusione del mobile Internet. Molto più virtuosi Austria, Uk e Paesi nordici

Pubblicato il 23 Mag 2013

Ci sono ancora troppe discrepanze nelle tariffe dati a livello Ue, con prezzi che schizzano alle stelle su alcuni mercati, Germania in primis. L’allarme arriva dalla società di ricerche finlandese Rewheel, che ha pubblicato un’analisi dei prezzi per gigabyte nei 27 stati dell’unione e invita il commissario Ue per l’Agenda Digitale Neelie Kroes a studiare il suo report e in particolare i dati tedeschi, visto che la Germania è il mercato più grande all’interno dell’Ue, prima di definire la proposta sul singolo mercato europeo delle comunicazioni elettroniche che sarà presentata al Consiglio d’Europa a giugno.

“Il singolo mercato delle telecomunicazioni dell’Unione europea è minacciato dalla mancanza di concorrenza nelle infrastrutture di rete mobile all’interno dei confini nazionali in metà dei paesi-membro e dalla grave assenza di operatori retail pan-europei che offrano tariffe borderless”, afferma lo studio.

La Germania, uno dei paesi più cari per le tariffe per smartphone e per i pacchetti mobili data-only, viene portata come esempio negativo: “Un gigabyte di dati sugli smartphone costa, in media, più di 24 euro in Germania, mentre si pagano 7 euro in Uk e appena 1,6 euro in Finlandia, includendo quantità comparabili di traffico voce ed sms”, indica il report. “Quanto alle tariffe data-only per laptop e tablet, in media un gigabyte costa 6 euro in Germania, contro 4,5 euro in Uk e appena 0,7 euro in Finlandia”. I prezzi alti, notano i ricercatori, inibiscono l’adozione del mobile internet che infatti in Germania ha una penetrazione inferiore alla media Ue. In più l’utilizzo delle risorse nazionali di spettro radio in Germania – in termini di consumo pro capite di volume di dati mobili – è dieci volte inferiore al paese-membro più avanzato, la Finlandia.

Secondo Rewheel i prezzi così elevati in Germania e in mercati simili si devono al fatto che qui pochi grandi operatori possiedono larghe porzioni delle reti di banda larga e non si è instaurato un regime di pricing competition. Così accade che gli operatori minori, come Tele2 e 3, offrono sui mercti più competitivi da 100 a 500 volte più dati, a parità di prezzo, di quelli offerti dai big – Vodafone, Deutsche Telekom, France Telecom, Telefónica O2 e Kpn E-Plus – sui mercati protetti. Ma i cosiddetti “mobile challengers”, gli operatori minori, sono fondamentali per la concorrenza e per far scendere i prezzi in Ue, dice Rewheel.

“Il mercato mobile tedesco ha un punteggio così basso in termini di competitività nonostante le sue dimensioni perché è dominato da quattro grandi multinazionali – Deutsche Telekom, Vodafone, Telefónica O2 e KPN E-Plus – che hanno forti interessi nelle attività di banda larga fissa anche in altri paesi europei”, si legge nello studio. “Se concedessero ai consumatori prezzi e volumi di dati come quelli finlandesi, intaccherebbero la rilevanza sul mercato e la valutazione dei loro asset di rete fissa”.

Se la Germania è l’esempio da non seguire, i casi virtuosi sono per Rewheel ovviamente i paesi nordici, ma anche la Gran Bretagna e l’Austria e le loro economie digitali “perché la forte supervisione dei regolatori nazionali e una reale applicazione delle norme della libera concorrenza stimolano la concorrenza nei prezzi e anche la crescita”, dichiara Antonios Drossos, managing partner di Rewheel. “Al contrario in molti mercati protetti dell’Ue, i grandi gruppi telecom incumbent premono per un maggior consolidamento nelle infrastrutture di rete mobili, resistono al cambiamento e proteggono l’oligopolio ereditato e i loro altissimi margini”, continua Drossos.

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